Cosa vedere e dove mangiare a Valencia

Di Caterina Zanzi

Che io sia più appassionata delle città del nord Europa ormai è indubbio, ma anche un salto in Spagna a volte fa bene per variare un po’ il proprio ‘curriculum’ vacanziero. Così sono stata per quattro giorni a Valencia, città conosciuta (ma non così conosciuta) della Penisola Iberica, famosa soprattutto per la sua parte ‘nuova’ e per l’immenso parco che la attraversa. Ecco le cose imperdibili da vedere (e da mangiare)! 

COSA VEDERE

* UN GIRO PER LA CIUTAT VELLA. Il centro storico di Valencia è piccolino e si gira di buon passo in una giornata. Tra gli edifici da non perdere, la Lonja de la Seda (Patrimonio Unesco dal 1996), il Mercado Central con tutte le sue bancarelle di cibo e bevande, la Cattedrale all’interno della quale è custodito il Santo Graal e il suo campanile, El Miguelete, da cui potrete godere di un bel panorama.

Valencia cosa vedere dove mangiare

Uno scorcio di Valencia| © Caterina Zanzi

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Uno scorcio di Valencia| © Caterina Zanzi

* IL PALAZZO DEI MARQUÈS DE DOSAIGÜES. Sempre in centro potete visitare l’interno di questo bel palazzo, il cui elemento più caratteristico sono sicuramente le decorazioni delle pareti e i mobili originari del 15esimo secolo.

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L’esterno del palazzo | © Caterina Zanzi

* UNA VISITA A UNO DEI TANTI MERCATI COPERTI. A Valencia hanno la (benedetta) passione per i mercati coperti. Non solo vale una visita il Mercado Central, ma anche quello di Colòn nel quartiere Exaimple e di Mosén Sorell possono valere un giretto con spuntino annesso.

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Il Mercado Central| © Caterina Zanzi

* LA MERAVIGLIA DI SAN NICOLAS. Tra i monumenti antichi, questa chiesa quasi impossibile da trovare è stata sicuramente la mia preferita. I suoi affreschi sono assolutamente qualcosa di imperdibile e, non a caso, questa chiesa è stata soprannominata la ‘Cappella Sistina’ di Valencia. Non mancatela, miraccomando!

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San Nicolas| © Caterina Zanzi

* SALIRE IN CIMA ALLA TORRES DE QUART O ALLA TORRES DE SERRANO. Scegliete una di queste due porte d’accesso medievali alla città e saliteci in cima per avere un colpo d’occhio eccezionale su tutta la città.

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La vista dalla Torres de Serranos| © Caterina Zanzi

* UNA PASSEGGIATA ALL’ORTO BOTANICO. Se avete voglia di qualcosa di diverso, un giretto al Jardìn Botànico è cosa buona e giusta: rilassatevi facendo una passeggiata tra le serre tropicali, i pergolati e i giardini incantevoli.

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L’Orto Botanico| © Caterina Zanzi

* UN POMERIGGIO AI JARDINES DEL TURIA. Dove prima scorreva il fiume Turia oggi passano ciclisti, maratoneti o semplici cittadini desiderosi di stare nel verde. Percorreteli a piedi in direzione Ciudad de las Artes (dal centro è una passeggiata piacevole di 40 minuti) e approfittatene per respirare un po’ di aria buona!

* L’OCEANARIO E LA CITTÀ DELLA SCIENZA DI CALATRAVA. La Ciudad de las Artes y la Ciencias, sono sincera, è stata il vero motivo per cui sono andata a Valencia e quello per cui ritornerei. Questa zona, con i suoi 350mila metri quadrati di superficie, lascia a bocca aperta grazie alle sue opere d’avanguardia come l’Oceanografic, l’Hemisfèric e il Palau de les Arts Reina Sofìa. L’architetto Calatrava ce l’ha messa tutta e si vede: il posto è incredibile e vale di sicuro la traversata della città. Io ho scelto di passare una mattinata all’Oceanario, il più grande acquario d’Europa e, pur non essendo appassionata, mi sono divertita come una bambina! In città, sempre rimanendo in tema, ha casa anche il Bioparc, uno zoo fuori dal comune in cui gli animali vivono nel loro habitat naturale.

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La meraviglia | © Caterina Zanzi

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Un momento all’Oceanario| © Caterina Zanzi

* UN SALTO AL MARE. Sempre in zona, ci sono i Poblats Marìtims, la ‘vasca’ valenciana a due passi dal mare per fare un bagnetto ristoratore o semplicemente una passeggiata. Non aspettatevi Capri perché l’esperienza ricorderà più Rimini, ma approfittatene comunque per bere una birra davanti a una distesa di acqua.

* UNA GITA FUORI PORTA AD ALBUFERA. Stanca di non trovare posto nei ristoranti in città per una buona paella, ho fatto una gira fuori porta ad Albufera, un parco naturale a un’oretta di bus dal centro di Valencia, dove pare che proprio questo piatto vi sia nato. In tutta onestà, ne sono rimasta parecchio delusa: il posto – anche a livello naturalistico – non è nulla di che, e anche la paella (che ho mangiato da Bon Aire, uno dei locali più quotati in paese) non era eccezionale. Consigliato solo se avanza del tempo.

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La paella ad Albufera| © Caterina Zanzi

DOVE MANGIARE

Facciamo una premessa: Valencia sembra messa peggio di Milano e, a quanto ho visto, è necessario spesso prenotare giorni e giorni prima, soprattutto nei ristoranti migliori. Fate poi attenzione che diversi ristoranti – specie quelli sul mare in cui si mangia la paella migliore – sono aperti solo a pranzo. Io, per dire, al pluriosannato Casa Carmela non sono riuscita ad andare e nemmeno da Navarro. Il consiglio è quindi quello di prenotare dall’Italia (so che sembra assurdo, ma a meno di non voler finire al Mc Donald’s è un’opzione che terrei in considerazione) con il debito anticipo. Ecco intanto dove sono riuscita ad andare io!

* UNO SPUNTINO AL CENTRAL BAR DEL MERCADO CENTRAL. Cominciate da qui, perché il Mercado Central è una delle prime cose che visiterete senza dubbio. In questo locale-chioschetto all’interno del mercato coperto di Valencia potrete sperimentare alcuni dei piatti tipici valenciani, eseguiti con un pizzico di estro creativo e tanta cura delle materie prime. Un consiglio spassionato: non lasciatevi scappare gli asparagi fritti e le patatas bravas…semplicemente deliziosi! L’attesa potrebbe essere un po’ lunghina e gli sgabelli non propriamente comodi, ma ne varrà la pena, promesso! (Prezzo sui 25€ bere a parte)

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Il tenpura di asparagi al Central Bar| © Caterina Zanzi

* UNA SOSTA GOURMET DA CANALLA BISTROT. Il pranzo che mi ha più entusiasmato a Valencia è stato quello da Canalla, il bistrot a Ruzafa dello chef stellato Ricard Camarena. Atmosfera carina, piatti super interessanti, prezzo umano e, in generale, la sensazione di stare provando qualcosa di realmente speciale. Qui, infatti, la cucina valenciana è sapientemente mixata con ingredienti e ricette estere, e principalmente asiatiche. Creativo e delizioso. (Prezzo sui 40€ bere a parte)

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Una tapas da Canalla Bistro| © Caterina Zanzi

* I PINTXOS DI SAGARDI. Nonostante sia una catena, Sagardi si difende bene soprattutto per i pintxos, stuzzichini di origine basca (simili ai cicheti veneziani!) che sopra a una fetta di pane contemplano praticamente qualsiasi cosa. Sedetevi in questo locale carino, non fate troppo caso alla non eccellente pulizia, e accompagnate l’aperitivo – che presto sfocerà in un pasto completo – con un bicchiere di vino. Alla fine, il conto corrisponderà al numero di stuzzicadenti – che tengono il ‘paninetto’ insieme – che vi saranno rimasti sul piatto! (Prezzo sui 15€ bere a parte)

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I pintxos di Sagardi | © Caterina Zanzi

* L’ORXATA ALL’ORCHATERIA DE SANTA CATALINA. Se volete rinfrescarvi un po’ o semplicemente prendervi una pausa a metà giornata tra un giro e l’altro, provate  questa istituzione valenciana famosa soprattutto per l’orchata, bevanda a base di latte di tubero che ricorda il nostro latte di mandorla e per i dolcetti della zona, i fartones. Occhio che il bibitone potrebbe non piacervi (il gusto, forse, non è per tutti), ma l’esperienza va fatta!

* UNA MERENDA O UN APERITIVO DA UBIK CAFÈ. Se state andando a zonzo per il quartiere di Ruzafa, uno stop carino è da Ubik, un caffè dall’aria un po’ sgangherata tappezzato di libri, riviste e dischi e strapieno di giovani a qualsiasi ora del giorno e della notte.

* UN PASTO VELOCE DA ALMALIBRE ACAI BAR. In questo locale che riecheggia un po’ le atmosfere nordiche, si mangiano piatti vegetariani, vegani e perfetti per i celiaci. Nonostante non appartenga a nessuna di queste categorie, ci ho cenato l’ultima sera, stufa di salumi e carne, e mi sono trovata benissimo, non tanto per l’açai, ma soprattutto per i piatti principali, come gli hamburger vegani, le zuppe di verdure e il bulgur. Buonissimo!

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Un dessert con l’açai | © Caterina Zanzi

* UNA CENA PARTICOLARE DA DELICAT. Il pasto che mi ha forse più entusiasmato a Valencia è stato quello da Delicat, ristorante in una vietta a cui da fuori non daresti due lire ma che davvero mi ha reso felice. Qui i piatti sono tutti da condividere e allo stesso modo eccezionali: abbiamo preso un’insalata di polpo e gamberi pazzeschi e altre tapas incredibili. I ragazzi in sala sono gentilissimi e vi verrà voglia di tornarci ancora e ancora. (Prezzo sui 35€ bere a parte)

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Un piatto di Delicat | © Caterina Zanzi

* UN DRINK DA CAFÈ SANT JAUME O AL CAFÈ DE LAS HORAS. Tra i locali dove bere qualcosa alla sera ho particolarmente amato questi due, entrambi piccoli ma bellissimi. Ho provato la famosa Agua de Valencia, un orribile cocktail a base di Cava (lo spumanete locale), succo d’arancia, vodka e gin e altri vari drink molto migliori. La particolarità di entrambi i posti è l’ambiente curato e molto ‘tipico’.

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Il cafè de las Hora| © Caterina Zanzi

Altri ristoranti consigliati che purtroppo non ho potuto provare:
In centro:
– Navarro (per la paella, a pranzo)
– Lotelito rooms&bar (per uno spuntino)
– Taberna del Balconcillo
– La Riuà
– La Bodeguilla del Gato
– El Celler del Tossal
– Nozomi Sushi Bar (uno dei miglior sushi a Ruzafa e a Valencia, a quanto pare)
– Ricard Camarena (ristorante stellato)

Sul mare:
– Casa Carmela (per la paella, a pranzo)
– La Pepica (per la paella, a pranzo)
– Casa Montaña (per la paella, a pranzo)
– La Otra Parte

E voi siete mai stati a Valencia? Quali sono i vostri posti del cuore in città? Ditemelo qui sotto oppure sui social usando l’hashtag #conoscounposto! Se volete qualche altra ispirazione, sul mio Instagram cercando #ConoscoUnPostoaValencia potete trovare un sacco di altri bei posti!


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2 commenti

What to See and Where to Eat in Valencia – A Place in Milan 08/06/2017 - 9:11 pm

[…] Read the original article on Conosco un Posto. This article was translated by Tamara Ilic. […]

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Aurelia Billard 21/07/2019 - 7:55 am

Per una paella da giù di testa consiglio La Bernarda, provare per credere!

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