5 mostre a Milano a luglio 2025 da visitare assolutamente

Di Carlotta Coppo

In men che non si dica è arrivata un’altra estate e siamo giunti all’ultima rassegna di mostre da visitare a Milano prima della consueta pausa agostana. Questo mese, casualmente, il fil rouge che lega tre delle cinque esposizioni in questa rubrica è il concetto di stratificazione e tutte, meno che una, sono a ingresso gratuito. 

Ci sono la retrospettiva dedicata alla fase Mec-Art di un artista italiano entrato un po’ in un cono d’ombra; la personale di un artista modenese che per realizzare i suoi lavori ricorre persino all’utilizzo di materiali insoliti come il pongo e i teli antipolvere; un’esposizione ibrida, che associa ritratti fotografici e disegni effettuati dagli stessi soggetti immortalati; la mostra di un artista veneziano che gioca con colori, sovrapposizioni e luce; e, infine, la collettiva che celebra i progetti vincitori di un prestigioso concorso fotografico internazionale

Inoltre, dato che ci sentivamo particolarmente buoni, alla fine dell’articolo trovate uno specchietto riassuntivo delle mostre ancora in corso e di cui vi abbiamo già parlato precedentemente. Speriamo che questa carrellata di mostre a Milano da non perdere a luglio vi piaccia e ci risentiamo a settembre!

5 mostre a Milano a luglio 2025 da non perdere

Gianni Bertini – Manifesto Meccanico

📍M77 Gallery | fino al 27/09/2025
🎟️ ingresso: libero

Tra gli obiettivi che si pone M77 Gallery, c’è la rivalutazione di artisti italiani che – nonostante il loro valore – per una ragione o per l’altra sono un po’ finiti nel dimenticatoio. Molto probabilmente, infatti, non avrete mai sentito parlare di Gianni Bertini (1922-2010), fautore delle oltre 50 opere esposte in occasione dell’esposizione Gianni Bertini – Manifesto Meccanico; la prima delle cinque che ci accingiamo a raccontarvi in questa nostra rassegna di mostre a Milano da visitare a luglio

Tra il 1965 e il 1970, Bertini produsse una serie di opere riconducibili al movimento artistico Mec-Art (arte meccanica), denominato così dal critico d’arte francese Pierre Restany. Un movimento che, servendosi di procedimenti meccanici di riproduzione dell’immagine, ha molto in comune con la Pop-art statunitense, ma si distingue per una maggiore intenzione di risignificazione delle immagini mediali utilizzate

Bertini, durante questa fase artistica, si appropria di immagini fotografiche (per lo più estratte da riviste e giornali di larga tiratura) e, controllando ogni fase dell’elaborazione per riportarle su tela emulsionata, cartoncino o metallo, interviene attraverso la tecnica del collage o con interventi pittorici. Attraverso questo processo le immagini acquisiscono nuovo significati, reinterpretando realtà e miti contemporanei. 

Oltre a questo corpus centrale di opere, la mostra si sviluppa in una duplice direzione temporale, esplorando anche i lavori precedenti e successivi a quel periodo, offrendo così una panoramica più completa sull’evoluzione artistica dell’artista pisano. 

Stefano Arienti

📍Galleria Christian Stein | fino al 03/10/2025
🎟️ ingresso: libero

Pure la seconda mostra che vi consigliamo di vedere a luglio ha a che fare con la fotografia e la stratificazione, anche se a un primo sguardo distratto non si direbbe. L’esposizione del mantovano Stefano Arienti (1961) presso la galleria d’arte Christian Stein, infatti, presenta quelli che solo apparentemente sembrano lavori pittorici: in realtà si tratta di riproduzioni fotografiche di dipinti impressionisti e post-impressionisti, stampate in formati diversi e poi parzialmente ricoperte di spesse, corpose e coloratissime ditate di pongo (sì, proprio quello che si modella da bambini).

A fare da sfondo alle opere, inoltre, teli antipolvere di plastica bianca (di quelli che si usano nei cantieri per intenderci) su cui Arienti ha tracciato a olio i contorni dei dipinti mitologici realizzati da Tiziano e Giovanni Bellini per i Camerini d’alabastro di Alfonso I d’Este. Stratificazioni materiche, dunque, ma anche temporali: dal mito alla contemporaneità, passando per il Rinascimento estense e la Francia ottocentesca degli impressionisti. 

Danilo Bucchi – Oltretutto

📍Galleria Gaburro | fino al 18/07/2025
🎟️ ingresso: libero

Quando un fotografo scatta un ritratto, compie un’azione molto intima. Lo confermano sia alcune credenze popolari – secondo cui la fotografia sarebbe in grado di “rubare l’anima” – sia le parole di chi si è trovato davanti all’obiettivo, come gli attori Alessandro Borghi e Jasmine Trinca o la regista Laura Lucchetti. Sono loro alcuni dei protagonisti di Oltretutto, il progetto a lungo termine dell’artista visivo Danilo Bucchi, frutto di oltre dieci anni di lavoro. Un percorso che si è concretizzato in un volume da collezione e in una mostra, presentata per la prima volta al MAXXI di Roma e ora in esposizione alla Galleria Gaburro di Milano.

Bucchi ha chiesto ai suoi modelli – amici, familiari, attori, musicisti, direttori di museo, stilisti – anche di fare un disegno a penna da abbinare allo scatto; un disegno “di pancia”, libero, istintivo, diretto, capace di raccontare molto del suo artefice. Ci sono disegni complessi e altri più bambineschi, con e senza scritte, essenziali o confusi. Ed è interessante osservarli, giustapposti all’immagine di chi li ha realizzati.

Come spiegano Giorgio e Cecilia Gaburro: «Oltretutto è un invito a riflettere circa alcuni principi basilari che oggi sembrano sempre più rarefatti, impercettibili, quasi dimenticati: l’autocritica e l’introspezione, che sono la porta per un accesso privilegiato all’empatia». In galleria solo una selezione di questi dittici è stata stampata e appesa alle pareti; i rimanenti scorrono invece in loop su un ledwall.   

Francesco Candeloro – Cime nel Tempo

📍A Arte Invernizzi | fino al 15/07/2025
🎟️ ingresso: libero

Da sovrapposizioni sono caratterizzati anche i lavori inediti del veneziano Francesco Candeloro (1974) esposti presso la galleria d’arte A Arte Invernizzi, tra le mostre a Milano da non perdere in questo periodo.

In mostra sono esposte tre serie di opere: Cime nel tempo, gli skylines di città e le pagine di “libri” squadernate e posizionate a parete. Le prime due sono realizzate sovrapponendo sagome di plexiglas dai colori fluo, l’ultima accoppiando fogli e filtri di acetato.

Sono opere “di livelli”, insomma, quelle di Candeloro, in cui anche la luce gioca un ruolo fondamentale, tant’è vero che spesso vengono esposte in ambienti esterni o applicate direttamente su o vicino alle finestre degli spazi espositivi che occupano. Così facendo le opere modificano l’ambiente circostante, filtrandolo o proiettando ombre colorate attorno a loro.

Sony World Photography Awards 2025

📍Museo Diocesano | fino al 28/09/2025
🎟️ ingresso: diurno intero 9€; diurno ridotto 7€; serale 12€ (con 1ª consumazione inclusa al Chiostro Bistrot)

L’ultima mostra a Milano che vi consigliamo di visitare a luglio (ma in caso non ci riusciste avete tempo per recuperare fino a fine settembre) è quella che raccoglie i progetti fotografici vincitori dei Sony World Photography Awards – giunti alla diciottesima edizione – presso il Museo Diocesano.

141 fotografie e 52 autori internazionali, tra cui il fotografo britannico Zed Nelson, investito del prestigioso titolo di Photographer of the Year. Il riconoscimento gli è stato conferito per il progetto The Anthropocene Illusion, dedicato agli spazi artificiali creati dall’essere umano per entrare in contatto con la natura – dai parchi safari alle riserve naturali, dai musei di storia naturale agli zoo. Un’indagine visiva sulle contraddizioni profonde di questo rapporto: da un lato il desiderio di avvicinarsi alla natura, dall’altro la continua distruzione dell’ambiente operata proprio dall’uomo.

Bellissimo anche il progetto del boliviano Michael Dunn, che ha vinto il 2° posto nella categoria Sport con High Altitude Golf, con protagoniste le sorelle Martha e Teresa, che da più di dieci anni lavorano presso il La Paz Golf Club (situato a un’altitudine di 3.600 metri sopra il livello del mare) e ogni lunedì – libere dalle loro mansioni – si dedicano a questo sport vestite con gli abiti tradizionali delle cholas boliviane. 

Sappiate che il biglietto di ingresso vi permette di visitare anche la mostra di Dorothea Lange e che con quello da 12€ per l’ingresso serale (dalle 17:30 alle 22:00) avrete inclusa la prima consumazione dell’aperitivo nella bellissima cornice del Chiostro Bistrot

Vi ricordiamo, inoltre, essere ancora in corso alcune bellissime mostre di cui vi abbiamo già parlato precedentemente:

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