5 mostre a Milano a maggio 2025 da visitare assolutamente

Di Carlotta Coppo


Dopo un aprile decisamente ricco di eventi, mostre e appuntamenti – che per fortuna ci ha anche dato la possibilità di prenderci una piccola pausa per ricaricarci, sul finale – eccoci pronti a suggerirvi 5 nuove esposizioni a Milano da visitare a maggio. La selezione, questo mese, include quattro mostre a ingresso gratuito e una sola a pagamento.

Si parte dalla personale di un artista giapponese che ci ha conquistati, dandoci molti spunti di riflessione, per poi passare a quella di un artista svizzero dedicata alla comunità LGBTQIA+. A seguire troverete il racconto di due esposizioni di dipinti (una di un artista catalano e l’altra di un artista italiano), rispettivamente ospitate da una galleria d’arte e da uno spazio creativo polifunzionale poco distanti tra loro. E a concludere, l’ampia retrospettiva di un’artista iraniana negli Stati Uniti che esplora la condizione di esule, sempre in bilico tra due mondi. Per approfondire e valutare a quali far visita non vi resta che continuare a leggere e scoprire quali sono le 5 mostre a Milano che vi consigliamo di visitare a maggio 2025

5 mostre a Milano a maggio 2025 da non perdere

Yukinori Yanagi – Icarus

📍Pirelli Hangar Bicocca | fino al 27 luglio 2025
🎟️ ingresso: libero

Che gioia poter aprire la rassegna di mostre a Milano da visitare a maggio con una di quelle esposizioni capaci di lasciare davvero il segno. Si tratta di Icarus, al Pirelli Hangar Bicocca, prima retrospettiva in Europa dell’artista giapponese Yukinori Yanagi (1959), che da quarant’anni indaga temi complessi quali l’identità, il nazionalismo, il rapporto tra essere umani e ambiente.

Ma perché il titolo Icarus? Perché, proprio come il personaggio mitologico punito per essersi avvicinato troppo al sole, anche l’umanità corre il rischio di superare i propri limiti e autodistruggersi. A dare corpo a questa riflessione è l’imponente installazione Icarus Container 2025, composta da 16 container al cui interno il pubblico è invitato a intraprendere un percorso – simbolico e fisico – guidato dalla luce del sole. Il tragitto è scandito da giochi di specchi su cui compaiono, per la prima volta tradotti in italiano, i versi della poesia Icarus di Yukio Mishima.

La bomba atomica e le radiazioni nucleari, poi, sono gli esempi più palesi del rischio di (auto)distruzione dell’umanità. Yanagi le rende protagoniste di diverse opere, tra cui Project God-zilla 2025, in cui in cima a enorme cumulo di detriti, macchine e barche distrutte, si trova un gigantesco occhio di Godzilla (mostro creato in Giappone negli anni 50 proprio come espressione delle paure legate al nucleare).

Come dicevamo, però, tra i temi centrali della ricerca di Yanagi ci sono il concetto di nazione e confine. Proprio su questi concetti, l’artista invita a riflettere attraverso The World Flag Ant Farm 2025, costituita da una serie di 200 bandiere che vengono dissolte in un’unica bandiera universale: un’opera che mira a riflettere sulle implicazioni di globalizzazione, commercio e fenomeni migratori.

Vincent Grange – The House of Dorothy

📍Istituto Svizzero | fino al 3 luglio 2025
🎟️ ingresso: libero

Tra le mostre da non perdere a maggio a Milano c’è anche The House of Dorothy, personale di Vincent Grange (1997), in corso all’Istituto Svizzero. L’artista, noto per creare realtà alternative che sfidano l’eteronormatività, ricostruisce qui la casa di una figura immaginaria legata alla comunità LGBTQIA+.

Il titolo della mostra si ispira all’espressione “friends of Dorothy”, usata sin dagli anni 50 dalla comunità gay americana per riconoscersi. Si diffuse a tal punto che, negli anni 80, i servizi segreti della Marina USA avviarono un’indagine per trovare questa fantomatica persona, nella convinzione che esistesse realmente.

Per accedere alla mostra, i visitatori devono abbassarsi, per poi gattonare brevemente fino a raggiungere la prima stanza con una serie di riferimenti a luoghi e situazioni storicamente connessi alla comunità LGBTQIA+. Già il concetto stesso di “house”, a pensarci, rimanda alla ballroom culture e alle sue famiglie d’elezione, guidate da “madri” o “padri” dediti a sostenere figli e figlie spesso abbandonati dai loro nuclei familiari biologici.

Il bagno della casa di Dorothy, dove sono stesi 15 reggiseni, vuole invece ricordare la protesta avvenuta al Lido di Milano il 4 luglio 1980, quando un gruppo di donne trans si levò il pezzo di sopra per protestare contro lo Stato che non le riconosceva come donne: perché allora non comportarsi come uomini indossando solo gli slip? Si trattò della prima protesta pubblica in Italia da parte di persone trans. Nel complesso, noi abbiamo trovato davvero molto divertente – oltre che istruttiva – la visita a quest’opera immersiva. Consigliatissima!

Ramón Enrich – Architettura e Utopia

📍Cadogan Gallery | fino al 30 maggio 2025
🎟️ ingresso: libero

Da visitare a maggio – soprattutto se siete affascinati dalla pittura metafisica – è ila mostra Architettura e Utopia dell’artista catalano Ramón Enrich (1968), presentata nella sede milanese di Cadogan Gallery in zona Sarpi

A essere esposti sono sia dipinti che sculture: i primi caratterizzati da una misteriosa immobilità e sospensione creata attraverso giochi di geometrie, luci, ombre e colori; le seconde – al contrario – dinamiche, giocose, minimali e in qualche modo ipnotiche nella loro “danza”. 

Un’esposizione meno impegnativa da fruire e decisamente meno densa di significato rispetto alle precedenti che vi abbiamo suggerito, ma molto piacevole e capace di trasmettere – o almeno nel nostro caso è stato così – un gradevole senso di calma e rilassatezza.  

Diego Gualandris – Canzoni per Animali d’Appartamento

📍Spazio Pesca | fino al 13 giugno 2025
🎟️ ingresso: libero su appuntamento (scrivendo a [email protected])

Sempre in zona Sarpi, presso Spazio Pesca (sede logistica dell’omonimo studio creativo di comunicazione), è visitabile su appuntamento la mostra di Diego Gualandris (1993) intitolata Canzoni per Animali d’Appartamento. Ma se a essere protagonista indiscusso dei dipinti esposti è il sole, cosa c’entrano gli animali?

Gualandris è artista visivo e pittore, ma la sua ricerca include anche la scrittura di storie e favole, popolate dalle stesse creature immaginifiche che emergono dai suoi dipinti, quindi non c’è da stupirsi che concepisca i soli che popolano le sue tele come organismi viventi che crescono, cambiano.

La prima serie a cui l’artista ha lavorato è quella dedicata al sole da giovane: un sole potente e vivace, a tratti inconsapevole, ribelle e curioso, che protende i suoi tentacoli di fuoco verso l’esterno. I soli adulti della seconda serie sono invece molto più composti e calmi, tutti collocati su una linea immaginaria di orizzonte all’interno di paesaggi desertici che rimandano al mondo fantasy. 

Con questo secondo appuntamento, Spazio Pesca porta avanti il ciclo di mostre The Time It Takes, curato da Arianna Pavoncello e Carolina Latour, il cui obiettivo è esplorare, attraverso le voci di artiste e artisti, come ognuno trovi il proprio ritmo dentro il tempo accelerato in cui viviamo.

Shirin Neshat – Body of Evidence

📍Pac | fino al 8 giugno 2025
🎟️ ingresso: intero 8€; ridotto 6,50€

Siamo in chiusura, ed è il momento di parlare dell’unica esposizione con ingresso a pagamento: Body of Evidence di Shirin Neshat, artista iraniana costretta all’esilio negli Stati Uniti a causa delle sue opere, che denunciano la condizione delle donne e le responsabilità del governo iraniano.

I temi centrali della poetica di Neshat sono il rapporto tra i generi e il ruolo della donna in relazione alla religione islamica, nonché la sua stessa condizione di esule, in bilico tra mondi da cui, pur sentendo di appartenere, avverte al contempo di essere marginalizzata.

La mostra include serie fotografiche e un’ampia selezione di video. Dalle prime, potente serie Women of Allah (realizzata tra il 1993 e il 1997) a parte, non siamo stati particolarmente colpiti. Abbiamo trovato davvero efficaci e toccanti, al contrario, i video. Proiettati ciascuno in una stanza completamente buia (a volte divisi su due schermi contrapposti), incarnano perfettamente la complessità del reale, mostrando in contemporanea punti di vista differenti allo spettatore.

In Roja (2016), ispirato a un sogno, Neshat esplora il suo personale senso di estraneità dell’esule: fugge da un teatro ostile e cerca rifugio in una figura materna, simbolo della patria, che però si rivela minacciosa. Il film riflette l’ambivalenza dell’artista verso le sue due culture, americana e iraniana: accoglienti e respingenti al tempo stesso.

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1 commento

Eventi a Milano a maggio 2025: cosa, dove e quando - Conosco un posto 10/05/2025 - 9:27 pm

[…] Infine, qui trovate la nostra selezione di mostre da visitare a maggio a Milano! […]

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