Settembre è ormai agli sgoccioli, finalmente tante nuove mostre sono state inaugurate in città ed è quindi giunto il momento di suggerirvene 5 nuove (di cui ben 4 gratuite!) da visitare prossimamente. La nostra selezione per questo mese include: le personali di due artiste straniere (una americana e una ucraina) che non hanno mai esposto in Italia; due doppie personali (una che si concentra sul mondo naturale e l’altra sulla “forma”) e l’interessantissima esposizione di un’artista queer argentina. Per saperne di più sulle 5 mostre a Milano assolutamente da non perdere a ottobre, non vi resta che proseguire la lettura!
5 mostre a Milano da non perdere a ottobre
Kelly Akashi – Converging Figures
📍Gam | fino all’8 dicembre 2024
🎟️ ingresso: intero 5€, ridotto 3€
Cominciamo la nostra rassegna di mostre a Milano da visitare a ottobre da quella dell’artista americana Kelly Akashi (1983), nata e cresciuta a Los Angeles da una famiglia di origini giapponesi. Converging Figures, prima esposizione dedicata ad Akashi da un’istituzione italiana nonché sesta edizione del progetto Furla Series – frutto della collaborazione (iniziata nel 2021) tra Fondazione Furla e la Galleria d’Arte Moderna di Milano – ruota intorno al concetto di “riflessione” e si sviluppa all’interno della collezione permanente della Gam attraverso opere create quasi del tutto per l’occasione, ispirandosi al contesto che le ospita.
L’intenzione dell’artista – lungi da essere quella di competere con architettura e decorazioni della Gam – è integrare armonicamente i propri lavori a tutto ciò che la circonda, creando rimandi continui a dipinti, sculture ed elementi decorativi. Il tentativo, insomma, è quello di creare un dialogo con artisti e artigiani che in passato hanno realizzato le magnifiche opere della collezione e i singoli dettagli dell’edificio. L’installazione Fiori da Ballo, per esempio, si rifà ai motivi ornamentali di pavimento e soffitto della Sala da Ballo, mentre opere quali Merletto Ritratto e La Lettrice rimandano rispettivamente all’abito della Contessa Antonietta Neuroni Prati Morosini ritratta da Francesco Hayez e alla posa della mano, alla bottiglia e al calice di un dipinto di Federico Faruffini. Esperimento interessante.
Iryna Maksymova – Landscape’s Body
📍Antonio Colombo Arte Contemporanea | fino al 9 novembre 2024
🎟️ ingresso libero
Anche la seconda mostra di questa rubrica è dedicata a un’artista donna straniera (in questo caso ucraina) che per la prima volta espone una sua personale in Italia. Si tratta di Iryna Maksymova (1991), di cui la galleria d’arte contemporanea Antonio Colombo presenta un ampia raccolta di arazzi tessuti a mano e dipinti, in occasione di Landscape’s Body.
In questi coloratissimi e accattivanti lavori, l’artista traduce il suo interesse per il folklore ucraino e l’arte ingenua in un linguaggio figurativo capace di includere suggestioni del passato e urgenze del presente. Così, il tema dell’identità nazionale si fonde a quello dell’emancipazione femminile e a quello ambientale ed ecologico, e riflette in modo particolare sulla guerra in corso con la Russia. I principali soggetti sia degli arazzi creati attraverso l’upcycling di scampoli di tessuto che delle tele dipinte da Maksymova, sono corpi umani prevalentemente femminili e animali, spesso rappresentati come creature senzienti o spiriti protettori.
Al di là dei molteplici significati stratificati in queste opere, comunque, sono il fascino e la bellezza che esse emanano ad attirare lo spettatore, motivo per cui vi suggeriamo vivamente di visitare la mostra. All’interno della nuova project room della galleria, al piano inferiore, potrete inoltre vedere le opere in ceramica dell’artista spagnola Lusesita e della cipriota Daphne Christoforou.
Naturalis Historia
📍Building Gallery | fino al 12 ottobre 2024
🎟️ ingresso libero
Passiamo ora alla doppia personale Naturalis Historia in corso presso Building Gallery, che ospita una selezione di opere pittoriche e scultoree degli artisti Linda Carrara (1984) e Mikayel Ohanjanyan (1976) e ne propone un confronto tra le rispettive ricerche artistiche, accomunate dall’interesse per il mondo naturale.
Sia l’artista italiana che quello armeno, infatti, osservano il mondo naturale e ciò che li circonda per poi restituirne una una rappresentazione che, nel primo caso, mette al centro il concetto di duplicità e, nel secondo, è frutto della riflessione intorno ai legami – tanto invisibili quanto reali – che sussistono tra gli esseri umani e la natura.
Within our shapes
📍Tempesta Gallery | fino al 6 dicembre 2024
🎟️ ingresso libero
Un’altra doppia personale da visitare a ottobre a Milano è Within Our Shapes, dell’inglese Tal Regev (1985) e il tedesco Nicolas Pelzer (1982). Ma perché Tempesta Gallery ha scelto di presentare insieme le opere di questi due artisti, apparentemente distanti? Ce lo suggerisce il titolo della mostra: perché esplorano complessità e fluidità della forma, intesa come spazio di confine, metamorfosi e passaggio a cavallo tra reale e astratto, organico e inorganico, visibile e invisibile.
Se Pelzer – con le sue sculture metalliche – intende investigare il ruolo della tecnologia e i suoi effetti sul mondo fisico, invitando gli spettatori a riflettere su come essa abbia ridefinito (e continui a farlo) i confini fisici e percettivi, Regev invece – con le sue tele eteree e stratificate in cui figure umane e oggetti sembrano fluttuare in un paesaggio impalpabile e luminoso – esplora il rapporto tra interiorità e apparenza esteriore.
Guaymallén – La chola poblete
📍Mudec | fino al 20 ottobre 2024
🎟️ ingresso libero
A chiudere questa carrellata di mostre a Milano da visitare a ottobre troviamo Guaymallén, dell’artista argentina La Chola Poblete (1989), vincitrice nel 2023 dell’Artist of the Year, premio attivo dal 2010 che Deutsche Bank assegna ad artisti emergenti i cui lavori vengono reputati rilevanti non solo dal punto di vista artistico ma anche sociale.
Con questo progetto l’artista e attivista per i diritti LGBTQIA+ rende omaggio alle proprie origini indigene e alla sua identità queer, servendosi di diversi media (disegno, acquarello, scultura, performance e fotografia) per esaminare criticamente le conseguenze del colonialismo e della supremazia bianca nel suo Paese, opporsi alla stereotipizzazione delle popolazioni indigene e confrontarsi con il ruolo storico di donne e persone transgender, prese di mira o emarginate dalle strutture di potere patriarcali e religiose.
A essere esposte all’interno di un allestimento che rivoluziona e tinge di colori accesi gli spazi del Mudec Photo, ci sono anche sculture antropomorfe e maschere prodotte in collaborazione col Panificio Davide Longoni, fatte di pasta di pane cotta in forno; affascinanti acquarelli di grandi dimensioni in cui vengono inseriti anche scritte e messaggi; e, infine, tre lavori fotografici di cui La Chola Poblete è protagonista, ispirati alla mitologia e all’iconografia cristiana. A noi è piaciuta davvero tanto e vi consigliamo di non perderla (anche perché l’ingresso è libero!).
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