Ristoranti a Milano: 10 indirizzi che abbiamo provato questo mese

Di Redazione


Un nuovo locale giapponese incentrato sul mazesoba di cui ci siamo già innamorati, un ramen bar con un’atmosfera che i più nerd adoreranno, una nuova osteria dalle note internazionali, ma anche un posto per il brunch cinese, un’enoteca greca e molto altro. A dicembre, abbiamo provato tanti ristoranti a Milano, alcuni ci hanno convinto, altri non ci sono dispiaciuti e altri ancora ci hanno un po’ deluso. Ma, bando alle ciance, ecco i nostri racconti!

10 ristoranti a Milano che abbiamo provato di recente

Luckyman Noodles

ristorante giapponese |📍Porta Genova
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Non nascondiamo, da anni, la nostra stima per qualsiasi cosa porti in tavola Luca Catalfamo, che ci ha conquistati con Casa Ramen prima e con Casa Ramen Super poi, entrambi all’Isola. Questa volta, lo chef sbarca a Milano sud, con un piccolo avamposto in via Savona, negli spazi che un tempo appartenevano a Maido. Qui, però, il focus non è sul ramen come negli altri due locali (nonostante in carta sia presente una opzione ‘in brodo’), ma sul mazesoba, una variante asciutta della zuppa che ormai conosciamo bene.

Noi, per iniziare, abbiamo scelto da una carta molto snella un delizioso Wasabi tamago (uovo marinato, patata soffice al wasabi, alga nori), per poi buttarci sui piatti principali: il Luckyramen (brodo vegetariano intenso, maiale, cipollotto, nori, zenzero, bambù), e il piatto che vale il viaggio, il Vegamazemen, una portata vegana a base di noodles accompagnati da ragù piccante di tofu, pepe del Sichuan, sesamo, jalapeño fermentato, coriandolo e cipollotto. Paradisiaca.
Il locale è piccolino, e adatto a un pasto informale e al volo, oppure a un take away o un delivery, e il prezzo molto giusto (gli antipasti vanno dai 5 ai 9 euro, i piatti principali, abbondanti, si attestano sui 12€: insomma, considerate di spendere non oltre i 15-20€). Fun fact: “men”, da cui prende spunto il nome del locale, in giapponese significa noodles, ma i “ragazzi fortunati” siamo un po’ anche noi, a poter assaggiare simili bontà.

Tite

bistrot contemporaneo |📍Citylife
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Trattoria con enoteca, enoteca con cucina, bistrot contemporaneo: tutti nomi che ben si prestano a descrivere un trend in atto a Milano in cui si inserisce Tite, nuova apertura di cui la zona di Citylife sentiva certamente il bisogno. Quando, però, gli indirizzi di un certo tipo si accavallano, fino quasi a confondersi, non basta gastronomicamente disadorno per distinguersi: a nostro avviso serve personalità, in cucina e in sala, e un’idea forte che si traduca in piatti in grado di farsi ricordare. Non abbiamo ritrovato queste qualità, ahinoi, in questo locale con veranda proprio dietro a Tre Torri in cui ci siamo fiondati, pieni di aspettative, a qualche settimana dalla sua apertura.

I vari piatti provati da una carta fortemente carnivora, ispirata alla “cucina etrusca” (il carciofo ripieno di carciofo, la cicoria di campo ripassata, la braciola panata di cinta senese e i due dessert, una panna cotta ai cachi e una crostata di mele renette, uvetta e pinoli), si sono susseguiti senza che ritrovassimo mai un guizzo, né negli impiattamenti né nella ‘spinta’ delle ricette, un po’ timide. Il servizio cortese ma decisamente sottotono, scevro di qualsiasi volontà di trasmettere ai commensali il perché di una scelta o la provenienza di un ingrediente, ha contribuito a un’esperienza che definiremmo ‘x’. Abbiamo speso 50 euro a testa, che sarebbero potuti salire tranquillamente per via di una selezione di etichette molto orientata ‘verso l’alto’. Insomma, si capirà che ci aspettavamo un po’ di più.

Vasiliki Kantina & Gastronomia

enoteca con cucina greca |📍Anfossi
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Vasiliki raddoppia e proprio davanti a Vasiliki Kouzina – senza dubbio uno dei nostri posti preferiti in città – ha aperto Vasiliki Kantina, enoteca greca che serve anche qualche piatto poco elaborato ma sfizioso da accompagnare alle sue tantissime etichette elleniche. Per esempio? Noi abbiamo preso i taralli greci con tartufo accompagnati dalla crema piccantina di formaggio arseniko naxou (forse la cosa che ci è piaciuta meno semplicemente perché, addentandoli, si rischiava di perdere un dente…un po’ troppo duri); lo spiedo di calamaro con nero di seppia (delizioso); gli arancini ripieni di feta e menta; una versione rivisitata del fish and chips che vede protagonista due mattonelle di patate accompagnata da taramas (crema di uova di merluzzo) e il pollo in crosta di erbe aromatiche; il tutto abbinato a un piacevolissimo rosato di Santorini (Hatzidakis Rosette del 2022). 

I prezzi di creme, stuzzichini e piatti vanno dai 5 ai 15€, quindi in media – per uscire sazi – tenete conto di una spesa a persona di circa 25€ escluse bevande (che diventano presto 50 o più a seconda della bottiglia scelta). Uno dei principali punti di forza di questo nuovo locale, comunque, a nostro parere è proprio la location: piccola, intima, con pochi coperti di cui alcuni al bancone ma curatissima e di grandissimo gusto, meravigliosamente decorata con affreschi realizzati dall’artista greca Terpsichore Savvala e dall’atmosfera calda e accogliente, complici le candele sparse un po’ ovunque e l’affabilità del servizio. 

Altro Bar

Enoteca con cucina |📍Tibaldi
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Siamo stati da Altro Bar in zona Tibaldi e ci è piaciuto molto! Il locale incarna l’anima di un bar di quartiere – per un aperitivo in compagnia di amici o una bevuta in solitaria dopo cena- ma anche quella di un’enoteca con cucina raccolta, accogliente e intima, adatta a un date o una cena di coppia. La selezione dei vini, così come quella di birre e sidri, è ampia e spazia da prodotti di nicchia a etichette più conosciute. Abbiamo aperto le danze con due calici di sidro, uno di mele e l’altro di pere, entrambi dal gusto deciso e avvolgente, per poi ordinare una bottiglia di vino rosso Morgon 2020 da abbinare ai piatti della cena.

Il menu ci ha incuriositi tra proposte vegetariane e diversi piatti da condividere (il format che sta spopolando ultimamente in città). Abbiamo ordinato una zucca al forno con taleggio e chips di cavolo nero, un concerto di sapori per il palato; poi una frittata con crescione e taleggio, troppo sapida per i nostri gusti ma morbida e cotta a puntino; e ancora delle polpette fritte e patatine fritte della casa con buccia croccantissima. In generale ci sono sembrati piatti semplici ma ben realizzati che si prestano alla condivisione e alla convivialità. Anche il servizio è stato corretto, accorto e gentile e il prezzo in linea con quelli di Milano e con l’esperienza, poco più di 40€ a testa. Siamo curiosi di tornare anche per partecipare a qualche evento culturale o a una serata musicale.

Fresco Solo Trattoria

cucina italiana tradizionale |📍Moscova
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Ovviamente Milano è molto diversa da Napoli e corso Garibaldi totalmente differente da via Toledo, ma dobbiamo ammettere che durante la nostra cena in questo piccolo (e dall’atmosfera non troppo curata) ristorante in zona Moscova le distanze tra le due città si sono un po’ assottigliate: la colonna sonora (che dopo un inizio soft con cover acustiche di successi anni 80 ha virato velocemente su Pino Daniele), l’inconfondibile cadenza partenopea dei camerieri e soprattutto un menu estremamentee tradizionale, ci hanno riportato per un paio d’ore nella splendida città campana.

Tutti i piatti che abbiamo preso – un buon mix di fritti (soprattutto le crocchè), i cremosissimi spaghetti alla Nerano, degli ziti alla scarpariello dal gusto pieno e soddisfacente e delle polpette al ragù con un sugo che ha reso obbligatoria la scarpetta – ci hanno lasciato il sorriso sulle labbra e la voglia di tornare, anche perché le porzioni sono talmente giganti che non abbiamo potuto assaggiare altro. Anche i prezzi sono davvero onesti: noi abbiamo speso 67 euro in due, vino della casa compreso (quanto è bello quando in lista c’è il vino della casa?).

Micapita

cucina mediterranea |📍Turro
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Prima che piazzale Governo Provvisorio diventasse un luogo trendy, Mi Casa era probabilmente l’unico valido motivo per venire in questa zona. Ora questo ristorante, che per primo ha riportato di moda i toast in città, ha un fratello minore vicino a piazza Napoli e, da poche settimane, questo spin-off vicinissimo al primo locale, in via Rovetta.

Micapita è specializzato in pite e hummus fatti in casa (con tantissime proposte vegetariane), ma lo spazio (luminosissimo e con un bel dehors per la stagione calda) è stato pensato per essere frequentato a ogni ora del giorno grazie a un menu che, con la sua vasta sezione di dolci e bevande calde, si adatta anche a una colazione o una merenda.

Noi ci siamo andati per un pranzo e l’esperienza è stata senza dubbio positiva: come antipasto (o almeno così avremmo voluto, visto che tutti i piatti ci sono stati consegnati nello stesso momento) abbiamo assaggiato l’hummus di ceci e castagne con trita di manzo e gli arrosticini, entrambi ottimi. E ottime sono state anche le pite (servite aperte e non arrotolate), sia quella di carne con straccetti di coppa, hummus, melanzane in agrodolce e granella di mandorle alla paprika, sia quella di pesce con gamberi saltati, hummus, patate dolci e granella di ancardi. Avremmo voluto concludere con una panna cotta (da sempre nostro guilty pleasure in fatto di dolci), ma la lunga attesa che ci è stata prospettata per la sua preparazione (?) ci hanno fatto optare per una cheesecake al bicchiere che comunque si è rivelata una buona scelta.

Un servizio giovanissimo (sia in età che in esperienza) a cui si perdonano le piccole imprecisioni di cui sopra a fronte della grande attenzione verso il cliente e un conto tutto sommato leggero (spenderete circa 20 euro a testa) completano il quadro di un locale che merita di essere frequentato assiduamente e non solo quando vi capita.

Dalle 8

colazione cinese |📍Porta Garibaldi
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Dalle 8 si chiama così perché è aperto tutti i giorni proprio dalle 8 del mattino (fino alle 18). Nasce dall’idea dello chef cinese Lampo Wu, già proprietario de Il Gusto della nebbia, tra i nostri posti preferiti a Milano e, a differenza del ristorante distante solo qualche passo, qui il menu stringatissimo è tutto dedicato alla colazione o al brunch, il format su cui si concentra questa insegna. 

Il locale è davvero piccolo ma accogliente: consta di un bancone, appena tre tavolini (quindi non è semplice trovare posto) e un dehors su strada. Ovviamente si può fare anche asporto, ma noi per fortuna siamo riusciti a sederci e, dopo aver ordinato, siamo stati chiamati di volta in volta dal gentilissimo personale per ritirare al bancone le pietanze pronte.

Abbiamo preso due youtiao soffici, caldi e appena fritti  – uno coi würstel e uno con pasta di gamberi – i cui bordi abbiamo pucciato in un paio di generose e calde spremute di soia; e diviso del riso con funghi shiitake e un ragù di maiale davvero notevole. Ma si possono ordinare anche proposte vegetariane come il riso con melanzane allo yuxiang, il bao di verdure e diverse versioni di youtiao. Colazione, brunch, pensatelo o chiamatelo pure come volete. Per noi, reduci da una cena abbondante della sera prima, ha di fatto valso il pranzo della domenica, per un totale di poco più di 22 euro in due.

Onda

osteria |📍Tortona
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È molto bello ritrovare volti amici dietro l’apertura di nuovi locali milanesi: stiamo parlando di Vincenzo Cacaci, ex Rodi, qui nelle vesti di un fantastico oste che si aggira per i tavoli dispensando consigli e racconti, e che in compagnia dello chef Matteo Rocca tiene le redini del locale. Onda è un’osteria nel vero senso del termine, con una interessantissima e assai curata lista di vini (tra naturali e non), e che però ben si distanzia dal trend di enoteche con piattini da condividere: qui il menu è piuttosto conciso (poco più di dieci piatti in totale), ma prevede una netta distinzione tra antipasti, primi piatti e secondi. La ricerca della materia prima è al centro di ogni proposta, ed alcune ricette probabilmente già note ai più vengono impreziosite da ingredienti inusuali, pescati da culture e cucine del mondo, grazie anche all’esperienza internazionale dello chef in cucina.

È questo il caso dei due piatti a nostro avviso più riusciti del menu: il risotto cozze, pecorino e lime che nasconde sul suo fondo l’adorata ‘nduja; e pasta mista e fagioli, astice confit, la sua bisque e olio aromatizzato alle erbe, una splendida evoluzione di uno dei piatti più iconici della cucina italiana. Noi abbiamo proseguito con il blue crab roll, dove il granchio blu, insalata coleslaw, erba cipollina e insalata di patate vengono racchiusi tra due fette di (ottimo) shokupan, e la melanzana arrosto, tahina, harissa, ceci e coriandolo. Impossibile per noi resistere a formaggi e dolci, e nel dubbio abbiamo concluso con entrambi: i primi del caseificio Stella Dicecca (buonissimi), per finire con dei cannoncini “lombardi”, con crema pasticcera al cardamomo, sesamo e zucchero moscovado. Una menzione speciale al vino che ha aperto la nostra serata, l’etichetta della casa “Onda Bianco” a base di Trebbiano e Pecorino, frutto della ricerca di piccoli produttori locali e proposta a un prezzo davvero interessante.

Insomma, vorremmo che Onda Osteria si trovasse sotto casa per poterci tornare con amici e parenti, perché è un ambiente in cui stare proprio bene, con piatti semplici ma tutt’altro che banali, un’atmosfera conviviale e rilassata, un servizio cortese e sorridente, e un conto corretto considerata la qualità della materia prima (una media di 45/50 di euro per uscire sazi e, soprattutto, felici).

Trattoria Mirta

Trattoria |📍Casoretto
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Ci sentiamo un po’ colpevoli per avervi tenuto nascosta sul blog, fino ad ora, questa trattoria, se non per una menzione nella nostra guida degli indirizzi migliori del quartiere Casoretto, ma siamo sicuri che sarà rimasta nel cuore di quanti di voi ci si sono già recati per un pranzo o una cena in compagnia dopo avercene sentito parlare su Instagram. Non è di sicuro una novità, Mirta ha aperto le sue porte nel lontano 2007, e noi negli anni ci siamo tornati più e più volte, con genitori, amici, persino per una cena con la redazione al completo, e ogni volta ritroviamo le stesse, inossidabili certezze: piatti semplici, senza arzigogolate rivisitazioni, ma dai sapori decisi e familiari; un ambiente casalingo da vera trattoria e che non si atteggia solo ad esserlo; estrema gentilezza del servizio, velocissimo e sinceramente dedicato al cliente.

Quello che potrete trovare in menu cambia senz’altro con la stagionalità, ma rimangono anche qui alcune certezze: il paté di fegatini servito su pan brioche caldo (uno dei migliori in circolazione), il crostone di pane con cipolle caramellate, scamorza e pere, ma anche i tanti primi piatti, come la lasagnetta di pasta fresca ripiena di zucca, mostarda e amaretti con fonduta di taleggio che abbiamo assaggiato qualche settimana fa; tra i secondi troverete tanta carne e qualche piatto vegetariano, come l’ottimo galletto disossato alla brace con purè di patate, ma anche polpette di carne, trippa di manzo, spezzatino di agnello, strudel caldo ripieno di zucca, radicchio e formaggio d’alpeggio. Tenete un posticino anche per il dolce, mi raccomando, vi promettiamo che ne sarà valsa assolutamente la pena!

I prezzi sono leggermente superiori a quello che ci si aspetterebbe da una trattoria di un quartiere non centralissimo di Milano (per un antipasto condiviso, un piatto e un dolce a testa con un calice di vino, considerate di spendere 40/45€), ma l’atmosfera è talmente piacevole e il cibo così convincente che (ri)spenderemo sempre più volentieri una cifra simile qui rispetto che in tanti altri posti a Milano. Mi raccomando, ricordatevi di prenotare con almeno qualche giorno di anticipo!

Mic Ramen

ramen |📍Porta Romana
💰€

Chiudiamo la compilation di questo mese con Mic Ramen, che dopo aver aperto in diverse città italiane come Parma e Firenze è arrivato a Milano, in zona Porta Romana. Action figure di One Piece, Dragonball, Naruto ma anche scene e personaggi dei film di Miyazaki: qui ogni dettaglio rimanda alla cultura pop giapponese, e l’effetto finale è coloratissimo. Sul menu trovate una ricca scelta di ramen, alcuni dry noodles e altri sfizi come bao, gyoza e onigiri. All’ingresso c’è una rella piena di costumi di vari personaggi di manga e anime, a vostra disposizione qualora desideraste un’esperienza ancora più immersiva.

Per iniziare abbiamo preso dei gyoza di carne e vegetariani e dell’ottima goma wakame. Poi, come piatti principali, un Miso Ramen, con chashu, mais, uovo marinato, peperone e porro, e un Kazan Ramen, con brodo leggermente piccante, chashu, ragù, germogli di soia, uovo marinato, porro, sette spezie giapponesi e sesamo: il primo più saporito, il secondo non abbastanza piccante e con troppi germogli di soia, ma nel complesso gustoso. Bere escluso, abbiamo speso circa 25 euro a testa, ma viste le porzioni davvero generose dei ramen si può uscire sazi anche con meno!

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