Un brandacujun con tutti i crismi, uno dei migliori risotti della nostra vita e fritti misti come si deve: in questa nuova compilation per le vostre gite fuori porta, troverete molti piatti che ci hanno entusiasmato (con qualche remora, talvolta, sui conti finali). Fatevi trovare pronti a spaziare tra trattorie, osterie e ristoranti dalle salette magiche in ben sei regioni diverse: Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia Romagna e Valle D’Aosta. Ecco quindi i nostri racconti sui ristoranti fuori Milano provati di recente che ci sono piaciuti.
10 ristoranti fuori Milano che abbiamo provato di recente
I Bùgianèn | Trattoria Astigiana
📍Asti
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Ad Asti, poco fuori dal centro città, questa “trattoria astigiana” punta a far conoscere (e assaggiare) i prodotti del territorio, con formule fisse (dai 35 ai 45€) sia a pranzo che a cena: una soluzione che, cura nei piatti e nell’ambiente compresa, permette di contenere la spesa finale. Da I Bùgianèn si inizia con antipasti condivisi tra cui taglieri di salumi locali, vitello tonnato (ottima la salsa), lardo e friciule (una sorta di gnocco fritto locale), insalata russa e uno sformato di verdure, entrambi davvero degni di nota. Si prosegue poi con primi e/o secondi a scelta: noi non abbiamo resistito a un croccantissimo fritto misto alla piemontese e, vista la stagione autunnale, anche a un bel tajarin con tartufo bianco.
Nel complesso siamo stati bene, complice un servizio informale ma molto cordiale, e vini azzeccati, su tutti un ottimo Ruché “Prevost” di Caldera, un vitigno che non conoscevamo e di cui ci siamo innamorati. Tip finale: consigliamo di prenotare un tavolo in veranda per godere di una bella vista sul verde circostante.
Il Mongetto
📍Vignale Monferrato (Alessandria)
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Nella nostra lista di ristoranti fuori Milano preferiti, il Mongetto si è conquistato un bel posto nelle prime file: è il classico indirizzo che vorremmo aver scoperto prima. Innanzitutto la sua “sala del camino” (dove vi consigliamo fortemente di prenotare, anche considerato il numero esiguo di coperti) ha un che di magico, grazie in primis al camino acceso, ma anche agli arredi che fanno subito ‘casa’, alle volte affrescate e ai pavimenti di un tempo conservati magnificamente. Ma a stupirci ancora di più è stato il cibo che ci è stato servito, parte di un menu fisso (40€ a cena) che non avremmo saputo immaginare diversamente.
Dopo un giro di antipasti che già promettevano benone, ad allietare le nostre papille sono arrivati un favoloso risotto alla zucca e formaggio blu (uno dei risotti più buoni della nostra vita, non scherziamo), un eccezionale cotechino sormontato da un ottimo purè di patate, e un brasato che si scioglieva in bocca. Al Mongetto, che è sia ristorante che azienda agricola e agriturismo, troverete anche qualche camera per soggiornare, nel caso la cena andasse lunga, oltre a conserve e vini di produzione propria, tra cui un ottimo Grignolino e Barbera d’Asti.
La Posta
📍Pavia
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A meno di un’ora di macchina da Milano, ci siamo fermati per un pranzo a La Posta, risotteria a Pavia che ci è piaciuta molto. Il locale, dagli interni rustici e accoglienti, è distribuito su due piani e ha una piccola sala al piano inferiore, con annessa cantina. A pranzo, dal lunedì al sabato, il menu è fisso – al costo di 12 euro – e include un piccolo antipasto di salumi e formaggi accompagnato da un buon cestino del pane; un primo a scelta tra le varie proposte di terra e di mare; e per finire una fetta di dolce e il caffè. Le porzioni non sono abbondantissime ma il rapporto qualità prezzo è ottimo e le materie prime sono eccellenti.
Noi siamo andati a cena, quando invece la formula (così come per il pranzo della domenica) è alla carta con porzioni un po’ più abbondanti e prezzi un filo più alti. Abbiamo ordinato un buonissimo risotto con salsiccia e Bonarda, un evergreen imperdibile, sempre presente nel menu; e una porzione di paccheri con sugo di pesce che ci ha fatti sognare. Per una degna conclusione, ci siamo gustati i dolci fatti in casa: una crostata con marmellata di albicocche, molto buona, e una soffice fetta di torta al cocco. Il servizio è stato informale ma cortese e il prezzo in linea con l’esperienza (circa 45€ in due con una bottiglia di Buttafuoco). Sicuramente, La Posta è una valida opzione anche per lavoratori, studenti o per chiunque volesse mangiare bene senza pesare sul portafoglio (vi consigliamo di prenotare!).
Lo Scalco Grasso
📍Mantova
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Durante un weekend mantovano (qui la nostra guida di qualche anno fa ma sempre valida!) abbiamo deciso di cenare in questa osteria contemporanea (anche se questa definizione sta diventando decisamente inflazionata) incuriositi dalla combinazione tra una cucina dalle radici classiche e cotture, consistenze e abbinamenti fuori dal comune. Qui si può optare per il menu alla carta o tre percorsi degustazione: noi abbiamo scelto Ego (75€), che include i ‘grandi classici dello Scalco’.
Abbiamo provato piatti che, al sol pensiero, ci fanno ancora venire l’acquolina in bocca, come il tiramisu di baccalà con la sua bottarga o il club sandwich di branzino con mayo nera, cavolo viola, sesamo e pomodorini confit, e altri decisamente meno memorabili, come il calamaro ‘mbuttonato. Per accompagnare la cena, poi, ci siamo fatti consigliare un Lügar bianco non filtrato dalla ricca carta dei vini: una scelta che ci ha piacevolmente sorpreso. A completare il quadro, un ambiente intimo, forse un po’ troppo rumoroso, e un servizio molto cordiale e gentile: insomma, innamorati ma non perdutamente.
Osteria all‘Organetto
📍Verona
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Proprio dietro la Basilica di San Zeno, una delle chiese più belle di tutta Verona, si trova questa piccola osteria che propone piatti tradizionali rivisitati che esaltano la qualità e l’autenticità degli ingredienti e delle materie prime. Il menu è ridotto (cosa che non ci dispiace affatto) e si rinnova di stagione in stagione.
Davvero squisito il radicchio di Treviso con porro, aceto balsamico e mandorle tostate con cui abbiamo aperto il pranzo, almeno quanto i bigoli al ragù di lepre e le tagliatelle ai porcini, aglio nero e grana padano. Non ci hanno deluso neppure i secondi: il petto d’anatra con carote al cardamomo e arachidi era assolutamente delizioso.
L’ambiente interno è caldo e accogliente, ma se la stagione lo permette vi consigliamo di sfruttare i loro tavolini all’aperto su Piazza Corrubbio. Il conto finale, bere escluso, di 35€ e il servizio premuroso e cordiale l’hanno reso indubbiamente uno dei pranzi fuori porta migliori degli ultimi mesi.
Trattoria La Brinca
📍 Ne (Genova)
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La Brinca è un ristorante ligure sui generis: non aspettatevi il mare, e per arrivarci dovrete affrontare una stradina quasi di montagna, tra curve e tornanti. Anche il menu riflette la territorialità, con ingredienti slow food selezionati, ricette della tradizione ligure, proposte sia alla carta, sia nel menu degustazione di 8 portate, in versione “Tradizionale” e “Magro” (quest’ultimo vegetariano) per 60€ a testa.
Imperdibile l’antipasto della campagna, un grande piatto da condividere all’inizio del vostro percorso, con prebugiun (misto di erbette selvatiche), raviolo alla brace, raviolo fritto, torta di patate ligure, frisciulla al pesto (attenzione, il pesto della Brinca è patrimonio dell’umanità, ve lo stiamo dicendo) e borragine fritta, ma anche il brandacujun, storica ricetta del Ponente ligure di baccalà servito con patate, prezzemolo e pinoli, il cappon magro, il minestrone alla genovese, pansotti con salsa di noci, per non parlare del piatto per cui torneremo altre mille volte: sua maestà il fritto misto alla genovese, in cui si alternano ingredienti dolci, interiora e altri pezzi di carne, verdure e formaggi.
Ad aspettarvi troverete una trattoria che non a caso è stata inserita tra le “Premiate Trattorie Italiane“: gli ambienti sono sviluppati tra diverse sale, tutte arredate con gusto e calore; il personale è sorridente e disponibile, tra cui spicca la bravura del sommelier di sala, Matteo, che ha saputo accompagnarci con le bottiglie giuste durante tutta la cena. Infine, una qualità prezzo eccellente: per una cena da cui uscire sazi, considerate 40€, bere escluso. Insomma, segnatevi questo indirizzo, e non perdetevelo durante la vostra prossima gita in Liguria!
La Zanzara
📍 Codigoro (Ferrara)
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Abbiamo approfittato di alcuni giorni di vacanza per visitare Ravenna e Ferrara (di cui vi avevamo già parlato nel nostro articolo qualche anno fa!) e, complice una breve sosta nella bellissima cittadina di Comacchio e un’occasione da festeggiare, abbiamo deciso di prenotare alla Zanzara. Il ristorante si trova in una cornice caratteristica e suggestiva, ovvero un vecchio casone da pesca, situato su un isolotto collegato alla terraferma da piccoli ponticelli in legno, a pochissima distanza dal Delta del Po. All’interno solo 24 coperti, pochissimi tavoli, arredati con gusto ed eleganza in un’unica sala, riscaldata da un maestoso e scoppiettante camino a vista.
Qui, invece, aspettatevi il mare nel piatto: noi abbiamo scelto di iniziare dal gran crudo di pesce e crostacei, eccellente per qualità e freschezza del pescato, per poi proseguire con dei meravigliosi cappellacci di zucca, serviti con mazzancolle e foie gras di anatra e una frittura mista dell’Alto Adriatico, con varie specie ittiche provenienti dalla vicina laguna. Impossibile però venire fin qui e non optare per la vera regina del posto: l’anguilla di “cattura” cotta lentamente sulle braci e laccata, davvero meravigliosa.
Il servizio di sala è stato impeccabile e premuroso, senza però risultare impettito o invadente; ma sono stati i piatti a sorprenderci, in una cucina del territorio lagunare senza accostamenti strabilianti, ma che valorizza la bontà dei suoi ingredienti con cotture perfette e tanta passione. Noi siamo usciti davvero soddisfatti (e molto sazi), e considerate che per una cena con due piatti e due calici di vino a testa, più un dolce in condivisione, abbiamo speso €100 a testa: una cifra che spenderemmo ancora molto volentieri, anche considerata la stella Michelin che questo ristorante può vantare da diversi anni!
Ristorante Trattoria di Campagna
📍Sarre (Aosta)
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Se, in direzione montagna (Courmayeur o Chamonix, per esempio) o nel corso di una gitarella ad Aosta, vi venisse voglia di una sosta gastronomica sostanziosa ma di livello, questo indirizzo che abbiamo scoperto al ritorno dalla settimana bianca dovreste proprio salvarvelo. A dirlo sono la Michelin e il Gambero Rosso, ma soprattutto siamo noi (lol), che qui abbiamo proprio mangiato bene e speso il giusto (50€ a testa senza farci mancare nulla con una bottiglia di vino in 4), aggiungendo un ulteriore tassello alla nostra conoscenza della cucina tipica valdostana. Nella carta del Ristorante Trattoria di Campagna, infatti, si trovano tutti gli highlight di questa regione, dalla zuppa alla valpellinese alle crespelle, dalla carbonada alla fonduta.
Noi non abbiamo saputo rinunciare a un bel tagliere di formaggi e affettati locali (in primis lardo di Saint Rhémy en Bosses e castagne accompagnato da pane dolce con fichi, uvetta e noci, da leccarsi i baffi), alla scaloppa di vitello alla valdostana e a una sensazionale polenta gratinata in forno con fontina d’alpeggio. L’ambiente e il servizio sono rilassati ma piacevoli, e al piano interrato c’è una cantina, molto ben fornita, nella quale si può anche prenotare un tavolo per mangiare.
Rifugio Menaggio
📍Plesio (Como)
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L’indirizzo di cui stiamo per raccontarvi dista poco meno di due ore di macchina da Milano ma, per arrivarci, dovete calcolare almeno 50 minuti in più di camminata in salita, perché si tratta di un rifugio a quasi 1400 metri di altitudine, con vista mozzafiato sul lago di Como. Giunti a Breglia, frazione di Plesio, potrete decidere se parcheggiare e iniziare da lì il vostro cammino (calcolate un’ora e mezza circa) o pagare 3€ e salire ancora un po’ in macchina, arrivando a un secondo parcheggio e risparmiandovi 30/40 min di scarpinata. Il sentiero è molto bello e ben segnalato ma non proprio semplicissimo, quindi vi consigliamo di affrontarlo muniti di idonei scarponcini da trekking ed eventualmente di ramponi, per poter affrontare più serenamente neve e ghiaccio in caso dovessero essere presenti (noi ne abbiamo trovati un po’ solo in prossimità del rifugio e ce la siamo cavata senza ramponi facendo attenzione). Già durante il percorso vedrete scorci pazzeschi ma arrivati in cima non abbiamo dubbi che sarete in estasi, perché vi aspetterà una vista davvero spettacolare!
Per mangiare a pranzo al Rifugio Menaggio – aperto da ottobre a maggio tutti i giorni e il resto dell’anno solo nei fine settimana – non si può prenotare ma non vi preoccupate: male che vada vi toccherà attendere qualche minuto all’esterno, dove personalmente abbiamo preferito rimanere, per pasteggiare al sole godendoci il panorama. Il menu è davvero basico: taglieri di salumi e formaggi, tre primi, polenta taragna con diversi accompagnamenti. Noi abbiamo condiviso un tagliere di salumi e uno di formaggi – apprezzando specialmente il secondo – per poi proseguire con la polenta, chi uncia (con burro, aglio e formaggio; molto golosa e non esageratamente condita), chi con carne, e chi ancora con uova e speck. I prezzi sono decisamente onesti: con suppergiù 15€ ve la potete tranquillamente cavare. Una gita fuori porta consigliatissima sia per le belle giornate autunno-invernali che per quelle primaverili (qui e qui trovate tanti spunti per la combo passeggiata-cibo)!
Antico ristorante Fossati
📍Canonica (Monza)
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Di ritorno da una gita in Valmalenco ci siamo fermati per pranzo in un ristorante che unisce storia e tradizione culinaria in un affascinante palazzo nel cuore delle Brianza, che fu cascina di caccia di Lodovico Il Moro e successivamente stazione di posta. Nonostante fosse una domenica e i tavoli tutti prenotati – pur considerando che il locale dispone di numerose sale ampie, alcune delle quali private – il personale, cortese e attento, è riuscito a trovarci una sistemazione. Nell’attesa, ci è stato offerto un calice di prosecco che abbiamo sorseggiato osservando gli altri avventori, molti dei quali sembravano usciti da un film di Paolo Virzì: un tripudio di famiglie brianzole, in gran parte, con ogni probabilità, clienti abituali.
Riguardo la cucina dell’Antico Ristorante Fossati: è quanto di più lombardo si possa trovare e noi non abbiamo perso l’occasione per assaggiare uno dei piatti più tradizionali, il risotto alla milanese con l’ossobuco (carne tenera, gremolada equilibrata e risotto cremoso). Esattamente ciò che avremmo voluto mangiare.
Non abbiamo proseguito con altre portate, sia per la generosità delle porzioni, sia per lasciarci una scusa per tornare e provare altre specialità. Tuttavia, il conto non è stato dei più leggeri: due risotti con ossobuco e quattro calici di vino ci sono costati circa 100 euro in due. Forse il prezzo riflette più il valore storico del locale che la cucina, anche se in fin dei conti siamo stati bene.
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