In piena estate, ogni scusa è buona per uscire dalla città e concedersi un pranzo all’aperto o una cena con vista. Che si tratti di una trattoria panoramica affacciata sul mare, una cascina tra le colline o una locanda con cucina creativa, in queste settimane abbiamo esplorato diversi ristoranti fuori Milano, tra Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e oltre! Tra piatti della tradizione, sperimentazioni divertenti e location che meritano il viaggio, ecco una selezione di ristoranti fuori Milano dove abbiamo mangiato (e bevuto) benissimo, e che consigliamo senza pensarci due volte!
10 ristoranti fuori Milano che abbiamo provato di recente
Cascina degli Ulivi
📍 Novi Ligure (AL)
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Capita a volte, tornando da un weekend al mare, di voler allungare un po’ la magia prima di rientrare nella routine milanese. Ecco, Cascina degli Ulivi è stata la nostra scusa perfetta per farlo. Si trova appena fuori da Novi Ligure a pochi chilometri dall’autostrada, immersa nel verde, tra orti, vigne e animali da cortile. L’atmosfera è quella delle vere aziende agricole: niente fronzoli, solo natura, silenzio e una calorosa accoglienza. Perfetta per famiglie con bambini (che apprezzeranno moltissimo i tanti giochi disseminati nei prati), ma anche per gruppi di amici in cerca di un posto tranquillo dove mangiare bene (e bere ancora meglio).
Il menu è alla carta e cambia spesso, segue la stagionalità e la disponibilità dell’orto. Noi abbiamo iniziato con la farissa (simile alla panissa ligure, talmente buona che abbiamo chiesto immediatamente il bis), per proseguire con rabaton al burro e salvia, arrosto di maiale alle erbe aromatiche, e concludere con una buonissima torta di ricotta con composta di fragole. Tutto fatto in casa, compreso il pane, sfornato nel loro forno a legna.
Ma il vero protagonista? Il vino. Cascina degli Ulivi è prima di tutto un’azienda agricola biodinamica, fondata da Stefano Bellotti e ora portata avanti dalla figlia Ilaria, e i loro vini – naturali, senza solfiti aggiunti – sono una stati una bellissima scoperta. Ci siamo innamorati del loro bianco Montemarino, un Cortese sorprendentemente fresco e complesso, e del rosso Monbuè, un blend di Barbera, Dolcetto e Ancellotta. Se siete appassionati quanto noi, non potrete esimervi dal fare un po’ di shopping prima di rientrare.
Il servizio è semplice ma attento, i prezzi onesti (per un pranzo da cui uscire sazi dovreste spendere 30/35euro, bere escluso), e l’esperienza nel complesso è di quelle che ti fanno venire voglia di tornare. Magari per un weekend intero per visitare le colline di Gavi (qui i nostri consigli sulla zona), visto che a Cascina degli Ulivi si può anche dormire.
Osteria Giorgione da Masa
📍Venezia
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Nella lista dei ristoranti che vorremmo portare a Milano, questa insegna veneziana ha scalato prepotentemente i suoi vertici, spingendoci a esclamare un convintissimo “Tutto giusto” ogni volta che ne raccontiamo i dettagli a qualcuno. Osteria Giorgione da Masa porta in tavola una cucina che definisce “fusion giapponese veneta“, ma questo appellativo rende forse poca giustizia ai piatti preparati da Masahiro Homma, chef nipponico che in una calle del sestiere di Cannaregio onora le proprie origini con grande rispetto e, al contempo, grande estro, facendo quello che ogni chef dovrebbe fare: divertire i commensali.
Dal menu avremmo voluto provare tutto: i “cicheti giapponesi” (sarde fritte con salsa di soia e cipolla; aghedashi di polenta fritta con salsa di granchio; radicchio fritto in brodo dashi; stufato di salsiccia e seppie con verdure…), ma anche i piatti principali tra cui spiccano il cirashi di anguilla, gli udon e i gyoza di gamberi. Così, per superare l’impasse, abbiamo scelto di affidarci in toto allo chef e al suo menu degustazione, che ci ha riportato in un battito di ciglia in Giappone ma con un twist, appunto, tutto veneziano.
L’atmosfera è informale, da osteria, mentre i prezzi lo sono molto meno (la sola omakase viene 68€ ma, fidatevi, ne varrà la pena). Nota finale: anche la carta dei vini regala emozioni.
Trattoria al Serraglio
📍 Sori (GE)
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Se siete alla ricerca di un posto che vi stupisca segnatevi questo nome: Trattoria al Serraglio, sulle alture alle spalle di Sori. Si tratta di un angolo di Liguria che va ad aggiungersi ai nostri consigli per una bella gita fuori porta e che sembra uscito da una cartolina, con una vista mozzafiato sul Golfo Paradiso che da sola vale il viaggio (e i mille tornanti!). La terrazza è il cuore pulsante del locale: ampia, fresca anche nelle giornate più calde, e perfetta per godersi il tramonto con un bel bicchiere di vino in mano. Ma non è solo questione di panorama: qui si mangia bene, genuino e molto ligure.
Il menu è quello della tradizione: impossibile non cominciare con le vere protagoniste del ristorante, ovvero le focaccette (gorgonzola, prosciutto, stracchino, una più buona dell’altra, ma non sarà necessario scegliere, noi le abbiamo provate tutte, ehm), trofie di farina bianca o di castagne al pesto, pansotti al sugo di noci, coniglio alla ligure, brandade di baccalà, cima alla genovese. Tutto è rigorosamente fatto in casa, e proprio per questo le porzioni sono limitate: se c’è un piatto che non volete assolutamente perdervi, il consiglio è di giocar d’anticipo e chiedere di metterlo da parte già al momento della prenotazione, come hanno suggerito a noi.
Il servizio è cordiale, il personale simpatico e attento, e il conto assolutamente onesto: noi abbiamo speso 25 euro a testa, vino della casa compreso. Al Serraglio è un posto speciale, dove vorremmo tornare e ritornare. Magari per una merenda dopo una passeggiata tra le creuze, perché sì, le focaccette vanno bene a qualsiasi orario.
Battipalo
📍Lesa (Novara)
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I ristoranti vista lago hanno sempre un gran fascino su di noi, ragion per cui qualche weekend fa abbiamo scelto il Battipalo, a Lesa, per un pranzo in famiglia. Il ristorante – che ha sede in una struttura a palafitta un tempo utilizzata come biglietteria per i battelli – si affaccia sull’acqua. Vista Lago Maggiore assicurata, dunque, sia mangiando nella bella sala interna o in terrazza, che nel dehors ai piedi della struttura.
Dal menu – che cambia spesso ed è composto da quattro diverse opzioni di antipasti, primi, secondi e dolci – abbiamo ordinato diversi piatti, trovandoli tutti sfiziosi e ben equilibrati. Tra quelli che più ci hanno soddisfatto: l’uovo croccante con ricotta, piselli freschi, asparagi, agretti e zabaione salato; il carciofo brasato con crumble di pane, aglio nero e tobinambur; i ravioli ripieni di piselli con crema di latte e parmigiano e prosciutto crudo vigezzino e gli gnocchi di ricotta ed erbe spontanee con ragù di lumache leggermente piccante (forse il nostro preferito in assoluto).
Dato che eravamo lì per festeggiare un compleanno, abbiamo poi concluso in bellezza con una deliziosa torta cioccolato e lamponi.
Per quanto riguarda i prezzi, antipasti e primi vengono 18/20€; i secondi 24/26€ e i dolci 10€. Con l’aggiunta di 4€ di coperto potete dunque orientarvi su una spesa media (escluse bevande) di 50€ circa a persona. Un posto perfetto anche per cenette romantiche.
Trattoria dei Cacciatori
📍Peschiera Borromeo (Milano)
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Un altro ristorante fuori Milano (ma proprio di pochissimo), di cui siamo rimasti davvero entusiasti, è Trattoria dei Cacciatori a Peschiera Borromeo, poco distante dall’Idroscalo di Milano.
Immersa nella suggestiva cornice medievale del Castelletto di Longhignana, la trattoria viene gestita dalla famiglia Temporali dal 1932 ed è uno di quei classici posti dei quali ci si innamora a prima vista, soprattutto nella bella stagione, quando si pranza e si cena all’aperto, sotto la pergola (quando fiorisce il glicine dev’essere ancora più spettacolare) o nella corte interna.
La cucina offre piatti semplici, gustosi e per lo più tradizionali, sia di carne e pesce che vegetariani. La pasta fresca è fatta in casa, così come il pane, i dolci, i gelati e i sorbetti. Noi per cominciare abbiamo diviso un tagliere di salumi accompagnati da giardiniera e un antipasto di fiori di zucca ripieni di ricotta e menta, cotti a vapore, su crema di pomodorini; abbiamo poi proseguito con un ottimo pollo alla diavola e patate al forno (per due persone) e una piacevolissima parmigiana di zucchine, formaggio di capra e pomodorini. Per finire, due dessert capaci di conquistare anche chi – come chi scrive – di solito fa volentieri a meno del dolce, a fine pasto: la mousse allo yogurt con salsa ai frutti di bosco e cialda croccante e il semifreddo al cioccolato Guanaja 70% con salsa al mango e frutto della passione.
A soddisfarci è stato anche il conto, che abbiamo trovato assolutamente onesto e in linea con la qualità del servizio e delle pietanze offerte: eravamo in tre e abbiamo speso 135€ totali per quanto descritto più bevande (tra cui una bottiglia di lambrusco da 24€). Torneremo senz’ombra di dubbio, perché siamo curiosissimi di scoprire Trattoria dei Cacciatori sia nella sua versione serale che invernale. Piccola nota dolente per i padroni di cani: non sono accettati.
Valli Unite
📍Costa Vescovato (Alessandria)
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Cercando di sfuggire al caldo, e con l’idea di fare un tuffo, ci siamo diretti, come intermezzo tra la città e il fiume, a un pranzo di redazione da Valli Unite, un agriturismo con campeggio, appartamenti e ristorante dove volevamo venire da un po’, sui colli Tortonesi, non distante dalla nostra amata Val Borbera.
Da questa cooperativa agricola ci aspettavamo sì un’attenzione particolare per gli ingredienti e la loro sostenibilità, ma – in tutta onestà – eravamo preparati a un’atmosfera molto semplice e a un pasto conviviale senza troppe pretese. E invece siamo stati davvero sorpresi in positivo da un ambiente molto curato e piacevole, un servizio informale ma impeccabile e, soprattutto, da piatti pensati e realizzati con percepibile amore.
Dopo un assaggio di salumi e formaggi a latte crudo locali, abbiamo proseguito un po’ in lungo e in largo per tutta la breve carta: dal roastbeef di fassone con salsa tonnata e cipolla rossa in agrodolce fino alle spettacolari verdure dell’orto arrosto, salsa allo yogurt, nocciole e fiori (piatto che, pur nella sua semplicità, vale il viaggio) fino ai cannelloni di ricotta e verdure e ai secondi di carne o vegetariani, tutto ci è sembrato davvero delizioso, incluso il Timorasso con cui è quasi doveroso accompagnare le varie portate.
Il prezzo è stato la ciliegina sulla torta: abbiamo speso circa 40€ a persona senza farci mancare nulla, nemmeno il dessert. Torneremo presto, anche considerato i tanti eventi, spesso collegati a progetti sociali, che popolano di continuo questo indirizzo! E se volete portare a casa un po’ di Valli Unite, vi consigliamo un passaggio alla loro bottega.
Belrespiro


Anche da Belrespiro volevamo venire da anni, ma complice i pochissimi posti, un cambio di location, e le sporadiche date di apertura di questo indirizzo meraviglioso, siamo riusciti a incastrarci soltanto di recente. L’esperienza, comunque, ha ampiamente ripagato l’attesa: i due padroni di casa, Fabio e Chiara, orchestrano con innato spirito d’accoglienza un ‘pranzo della domenica’ semplicemente perfetto.
Sotto il porticato in estate e nella piccola sala all’interno d’inverno, 12 – e soltanto 12 – fortunati commensali possono scegliere tra piatti del giorno e ‘sempreverdi’ portate alla brace (grande protagonista in cucina) da una carta ristretta, ma molto azzeccata. A goderne saranno gli amanti del quinto quarto, delle frattaglie e della carne – per via di portate come animelle, pane, fegato e cipolle, o gli gnumareddi, il piccione o il filetto alla brace -, ma anche chi predilige le verdure, grazie all’ottima cipolla, fonduta, acciughe e panfritto o ai fagiolini, uovo e ‘nduja. Impossibile, infine, non lasciarsi tentare, nonostante le temperature, dai favolosi anolini in brodo.
Cos’altro? Una solida cantina, il servizio amichevole e le vibe – come direbbero a Milano – sono davvero positive. Però, per fortuna, qui siamo nella verde e silenziosa Sarturano, provincia di Piacenza, a un’ora abbondante dal caos cittadino. Per un pasto qui mettete in conto una cinquantina di euro bere a parte, mentre per prenotare tenete d’occhio la loro pagina Instagram.
Zaghini
📍Sant’Arcangelo di Romagna (Rimini)
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Tra le equazioni che preferiamo c’è sicuramente Romagna = tagliatelle, e dove mangiarne un bel piatto epico se non da Zaghini? Torniamo, dopo altre incursioni di cui vi avevamo raccontato in una delle ultime compilation, in una delle nostre regioni del cuor per parlarvi di questa trattoria storica a Sant’Arcangelo di Romagna, che tra archi in mattone e tovaglie rustiche porta in tavola la quintessenza della ‘romagnolità’.
Nel menu campeggiano i capisaldi della tradizione: cappelletti in brodo, passatelli, strozzapreti al ragù di salsiccia, e tagliolini con gli stridoli, ma anche piadine con squacquerone e salumi e pollo allo spiedo farcito e girato a mano. Qui, però, si viene soprattutto per le leggendarie tagliatelle fatte in casa al ragù, che potrete scegliere sia nella versione ‘classica’ che in quella accompagnata da piselli: semplicemente paradisiache, specie se accompagnate da un buon bicchiere di Sangiovese. Un posto a cui continueremo a pensare ancora a lungo, anche grazie a un conto leggero (20-25€ a testa) che ha sicuramente contribuito a un piacevolissimo ricordo. Prego, non c’è di che!
Parma Rotta
📍Parma
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Salumi pregiati, pasta artigianale e una cantina con più di 1000 etichette: il ristorante Parma Rotta, elegante e accogliente, è il posto per gustare la vera cucina parmense. Il locale è ampio, curato nei dettagli, e l’atmosfera è raffinata. il servizio è professionale e cordiale così come i proprietari, ristoratori appassionati e fedeli custodi delle tradizioni culinarie del territorio. Insomma, ancora prima di assaporare il primo boccone, ci eravamo già sentiti nel posto giusto.
In sei, abbiamo deciso di condividere più portate per esplorare al meglio il menù: dagli antipasti ai primi della casa, fino a una ricca selezione di carni. L’inizio non poteva che essere all’insegna della tradizione: un vassoio di prosciutto di Parma con 30 mesi di stagionatura, accompagnato da una generosa porzione di Parmigiano Reggiano 24 mesi. Per rinfrescare il palato, qualche piattino di pinzimonio di stagione. Il tutto abbondante, ben presentato e, soprattutto, di qualità eccellente.
A seguire, ci siamo sbizzarriti tra cospicue porzioni di tortelli tipici con ricotta vaccina ed erbette, davvero speciali; qualche assaggio di lasagna classica al ragù di bue Irlandese, saporita e gustosa; e qualche tegamino di trippa in umido, in condivisione. Se pensate che per i secondi non avessimo spazio, vi sbagliate di grosso: dal mezzo pollo al mattone alla grigliata cotta a puntino; dal roast beef di schiena di bue irlandese alle verdure grigliate – e un arsenale di patate arrosto -, ci è sembrato tutto bilanciato e ben realizzato.
Ma il vero fiore all’occhiello del ristorante – motivo per cui visitatori da ogni parte del mondo fanno tappa qui – è senza dubbio il gelato al fiordilatte preparato ogni giorno con latte fresco e servito con gesti sapienti, quasi coreografici, che incantano occhi e palato. Il conto riflette la qualità dell’esperienza: non economico, ma corretto per ciò che viene offerto in termini di qualità e quantità (circa €65 a persona, bere a parte). Quindi, se vi trovate dalle parti di Parma, non fatevi sfuggire questo posto unico nel suo genere e, soprattutto, lasciatevi conquistare da quel gelato indimenticabile.
La bottega di Norcia e Amatrice


Come ormai dovreste sapere, Gorgonzola è sempre nei nostri cuori per merito della sagra dedicata al celebre formaggio (quest’anno ci vediamo il 14 e 15 settembre!), ma questa piccola cittadina alle porte di Milano vale una sosta anche per i suoi meravigliosi scorci sul naviglio della Martesana e per alcuni ristoranti davvero interessanti. Durante una delle nostre ultime visite, per esempio, ci siamo fermati a La bottega di Norcia e Amatrice, un minuscolo locale in centro che da fuori potrebbe passare inosservato, ma che noi vi consigliamo senza indugi anche per una pausa golosa durante una passeggiata in bicicletta sul naviglio!
Come suggerisce il nome, questa è prima di tutto una rivendita di prodotti tipici umbri (formaggi, salumi, sughi, paste, vini, liquori) che per pranzo, aperitivo e cena si trasforma in un’osteria nella quale gustare taglieri che è impossibile definire meno che pazzeschi: porchetta, mortadella al tartufo, capocollo e pecorino con zafferano erano solo alcune delle leccornie che strabordavano dal nostro enorme tagliere, ma a stregarci è stato un salame talmente buono che non abbiamo resistito a ordinarlo anche dentro a un panino. Ottimo anche il sorbetto al limone con liquore alla liquirizia che abbiamo preso per concludere la nostra cena.
L’unico rammarico è stato non aver assaggiato una pasta all’Amatriciana che, vista dagli altri tavoli, sembrava davvero invitante, ma purtroppo disponibile solo su prenotazione. I prezzi sono assolutamente onesti (i taglieri costano 12 euro a persona e i panini 5 euro) e il servizio gentilissimo e cordiale. Noi stiamo già organizzando una biciclettata sulla Martesana solo per mangiare finalmente l’amatriciana e gustare un altro panino, venite con noi?
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