Tra ristoranti che ci hanno convinto poco e altri in cui sicuramente torneremo volentieri, abbiamo provato tanti ristoranti a Milano molto diversi: tra cucina mediorientale, un vietnamita-fusion, due cinesi agli antipodi per porzioni e conto finale, ecco i nostri racconti!
10 ristoranti a Milano che abbiamo provato di recente
Barrágan
messicano |📍 Naviglio Pavese
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Considerata la vastissima scelta di ristoranti a Milano, ancora non riusciamo a capacitarci di quanto sia difficile trovare un vero locale messicano da cui uscire felici e soddisfatti. Da Barrágan però non eravamo ancora stati, nonostante sia aperto da quasi un anno lungo il Naviglio Pavese (ve ne avevamo parlato nelle novità di gennaio), circondato da una serie di anonimi locali che propongono la (purtroppo) sempreverde formula di aperitivo a buffet. La prima sorpresa riguarda dunque gli interni, ispirati ovviamente al coloratissimo Messico, curati ed eleganti, con un bel bancone a vista e alcune lucine e palme disegnate sulle pareti per i nostalgici dell’estate.
Il menu è suddiviso in piccoli piatti da stuzzicare in compagnia (entradas), per poi proseguire con le quesadillas, tostadas, diverse tipologie di tacos, e alcuni piatti unici più corposi. Noi abbiamo deciso di dividere dei classici nachos ricoperte di cheddar e guacamole (home-made e davvero buonissimi), ceviche di gamberi, una tostada di tonno con maio al chipotle, avocado e porro croccante, i tacos de cochinita pibil, con maiale stracotto e marinato in stile Yucatàn, tacos di polpo, le enchiladas de mole, con ripieno di pollo e salsa Mole. Le porzioni sono generose, perfette per essere condivise, ma abbiamo trovato in generale i gusti, seppur appetitosi e con una perfetta dose di piccantezza, tutti abbastanza uniformi. Per una cena aspettatevi di uscire sazi spendendo 40/45€ bere incluso. Concludiamo suggerendovi di passare da Barrágan anche solo per bere un drink (nello specifico lo Spicy Barrágan è spaziale!), magari all’orario dell’aperitivo, quando un drink e un piattino di specialità messicane vengono offerti a 12€.
Due tradizioni
libanese e italiano |📍Naviglio Pavese
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Profumi mediorientali e cucina italiana sulla stessa tavola? In Via Borsi 1, lungo il Naviglio Pavese trovate le Due Tradizioni: un ristorante accogliente e colorato che propone specialità libanesi e gli evergreen della tradizione gastronomica italiana. Da grandi fan della cucina libanese abbiamo optato per il Menu Zahla: una degustazione abbondante con piatti vegetariani e un misto di spiedini di carne che ci è piaciuta moltissimo.
Per iniziare ci hanno servito ciotoline di salse, creme e finger food in un grande piatto da portata coloratissimo con il baba ganoush di melanzane, prezzemolo e melograno; il labneh bi nana, una crema di yogurt, menta e una tale quantità di aglio da scacciare i vampiri; l’hummus di ceci setoso e saporito come vuole la tradizione. Tra i piccoli finger food (due pezzi di ognuno) non mancano certamente i falafel, gustosi e croccanti; il fattoush (che ci ha fatti sognare), un’insalata freschissima con aggiunta di pane arrostito, pomodori, ravanelli e erbe aromatiche; e gli involti di pasta fillo ripieni di carne trita di manzo e cipolla. Era tutto cotto a puntino e sfizioso, tant’è che di alcuni assaggi abbiamo chiesto il bis. E poi i secondi: tre spiedini di carne (manzo, agnello e pollo) cotti alla griglia, speziati e tenerissimi accompagnati da riso, salsa yogurt e pane libanese. Anche quello di agnello, che è una carne difficile da lavorare, ci ha piacevolmente sorpresi per sapore delicato e morbidezza. Per concludere la degustazione potrete scegliere un dolcetto libanese di vostra preferenza e una tazza di tè verde.
Il servizio è stato gentile ma con qualche dimenticanza (abbiamo dovuto ricordare i dolci e il tè che erano inclusi nel menu degustazione), e alla fine il nostro conto è stato di circa 40€. Siamo comunque usciti sazi e soddisfatti e con la voglia di tornare a provare altre specialità. Ve lo consigliamo per un pranzo di lavoro o una cena con amici all’insegna della convivialità e del buon cibo.
Sakeya
giapponese |📍Sant’Agostino
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Correva l’anno 2017 quando andavamo per la prima volta da Sakeya e ne uscivamo chiedendoci se fosse un posto di cui avevamo bisogno. La risposta di allora era stata “non ne siamo sicuri” e, nelle poche certezze della vita, rassicura il fatto che risponderemmo lo stesso a 7 anni di distanza. In verità, ci siamo tornati per una cena di saluti estiva sperando fosse passato sufficiente tempo per ricrederci, ma l’impressione è stata la medesima: un bellissimo posto, con un servizio davvero all’altezza, ma un cibo poco convincente in relazione ai prezzi importanti.
Nel suo spazio verso la Darsena, lo chef Masaki Inoguchi propone da sempre una cucina giapponese raffinata e creativa, con la possibilità di lasciarsi sorprendere da vari menu degustazione. Noi abbiamo preferito attingere liberamente dalla carta, e a convincerci maggiormente sono stati dei semplici spiedini (di carne, pesce e vegetariani) cotti alla brace giapponese al carbone, gustosi e divertenti anche per essere condivisi. Ottimo e ben assortito anche il chirashi, mentre portate più elaborate come l’ostrica fritta con carpaccio di Wagyu, caviale e salsa tartara o l’anguilla alla brace ci hanno lasciato decisamente meno entusiasti. Ad attendervi troverete una corposa e interessante carta di liquori e sakè giapponesi, da cui il nome del locale. Il prezzo, come dicevamo, è impegnativo: noi abbiamo speso 80€ a testa con una bottiglia di sakè in quattro.
Bgood
brunch e specialty coffee |📍Bocconi
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Siamo stati a fare colazione da Bgood, caffetteria specialty molto curata dalle vibes nord europee. Dalla classica torta soffice di mele a quella di pesche e lamponi, dai plum cake fino ai maritozzi, il bancone dei dolci è invitante, ricco di golosità e non mancano opzioni vegane e senza lattosio. Il loro cavallo di battaglia rimane senza dubbio il brunch con una formula a menu fisso che include una portata principale, due contorni e “una gioia” a 18 euro: un’opzione sempre valida per chi ama alzarsi tardi e fare una colazione abbondante o per gli eterni indecisi tra colazione salata e dolce. Noi abbiamo provato sia il brunch che qualche leccornia extra.
Per iniziare abbiamo ordinato un cappuccino e una spremuta di arancia (incluse nel menu brunch) e una bevanda di avena calda (la selezione di bevande vegetali e caffè è ampissima); poi la tradizionale combo uova strapazzate e bacon croccante servite con un toast di pane artigianale, un’insalatina con avocado e frutta secca, l’hummus di ceci e una ciotolina di yogurt greco con krunchy e frutti di bosco. Cibo di ottima qualità, cucinato espresso e ben presentato. Anche le torte fatte in casa alle mele e al lime e cocco ci sono piaciute molto (circa 5/6 € la fetta). Non ci ha convinti, invece, il cinnamon roll, a nostro gusto non memorabile in confronto ad altri che si possono trovare in città.
Il servizio è veloce (soprattutto nel weekend, quando il locale fa il tutto esaurito) ma gentile e il personale è disponibile e attento alle esigenze di tutti i clienti. Noi abbiamo pagato circa 25€, e ci sentiamo di consigliarvi questo locale in compagnia di familiari o amici (nel weekend ricordatevi di prenotare). Se la giornata lo permette non fatevi sfuggire i tavolini all’esterno.
Pho Yummy
vietnamita-fusion |📍Paolo Sarpi
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Nel caso siate in zona Paolo Sarpi e vi vada di diversificare rispetto alle solite cene cinesi, sappiate che per un pranzo o una cena molto informale, semplice e veloce, questa insegna relativamente nuova che mixa specialità vietnamite a qualche altra portata sempre in arrivo dall’Oriente (principalmente thailandese) non è niente male.
Ovviamente, qui il piatto forte è il phở, la fumante e ritemprante zuppa vietnamita che noi amiamo tanto: la trovate in diverse versioni e a noi ha convinto anche in quella più tradizionale, con le tagliatelle di riso in brodo accompagnate da spezie asiatiche, pak choi, coriandolo e carpaccio di manzo. Buonissimi anche gli spring rolls, il ravanello bianco in agrodolce e l’insalata di cetrioli schiacciati sotto aceto agropiccante con sesamo e aglio.
Il locale è arredato senza troppi fronzoli ma nel complesso è più che decoroso e il servizio molto gentile; il prezzo è assai conveniente (una ventina di euro a testa) anche considerate le porzioni veramente abbondanti.
Ba Restaurant
Cinese |📍 Wagner
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Il ristorante Ba non è di certo una novità, ed è ormai da una decina d’anni uno dei punti di riferimento della cucina cantonese a Milano, qui lontana anni luce dalle trattorie di Chinatown: viene proposta in versione raffinata ed elegante, con qualche incursione dalla cucina italiana, il tutto in un ambiente minimal e di design. Complice un’occasione da festeggiare e alcune recensioni positive ricevute sia sulla cucina che sul servizio, ci siamo recati di recente per cena.
Vetrate e interni scuri vi accoglieranno in una location molto scenografica, con elementi rossi a contrasto a richiamare un po’ la Cina Imperiale. Per quanto riguarda il menu, si può optare per un percorso degustazione (il percorso “Signature” prevede 10 portate a 135€, “Tradizione” 8 portate a 100€) o scegliere dalla carta, suddivisa in antipasti, dim sum, zuppe, portate principali di pesce e carne, pasta e riso, contorni. Noi abbiamo optato per una selezione di ravioli (tra cui quello di capesante, branzino, astice, edamame e tartufo nero, seppia e curry giallo, xiao long bao), gli spaghetti di soia al king crab, con asparagi, bianco d’uovo e tobikko, e il Riso Xo, con salsa Xo leggermente agliata, gamberi uovo e piselli. Forse la nostra è stata un’esperienza sfortunata (o forse no, rileggendo il nostro primo articolo in cui vi raccontavamo di questo locale), ma non abbiamo trovato gli elementi d’eccellenza che ci si aspettano da un ristorante di questo livello. Fatta salva la ricerca sulle materie prime, i ravioli che ci sono stati serviti erano a malapena tiepidi, le porzioni risicate, gli abbinamenti e i sapori tutto fuorché innovativi. Il servizio in sala si è dimostrato poco attento ed estremamente lento (la presenza di un solo sommelier in sala non può giustificare l’estrema lentezza con cui viene servito il vino a tavola), sicuramente non all’altezza del contesto nel quale è inserito (anche considerata la spesa finale, 60€ escluse le bevande). Alcune note positive: i pop corn al miso che vengono serviti come entrée di benvenuto sono spaziali, così come i dolci. Purtroppo per noi non abbastanza per salvare la serata.
I Loft Bistrot
italiano |📍Precotto
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Se Inside Out fosse stato ambientato nel nostro cervello in quell’afosissima serata in cui abbiamo visitato questo ristorante in un’anonima via tra Gorla e Precotto, il sentimento protagonista del film sarebbe stato Sorpresa.
Certo, avevamo già sbirciato il menu a casa e avevamo intuito le ambizioni di questo locale ma un ambiente così intimo e tranquillo, un servizio così gentile e premuroso e soprattutto piatti così buoni davvero non ce li aspettavamo: le frittelle di alga con salsa ai quattro formaggi, la tartare di scampi con gazpacho di rape rosse e burrata, il risotto limone e basilico con tartare di gamberi e il tataki di tonno con salsa verde sono piatti che non sfigurerebbero nei menu di locali ben più blasonati; forse solo l’involtino di branzino ripieno di pane, acciughe e capperi con salsa al latte di cocco e arachidi, seppur ampiamente soddisfacente, smarrisce leggermente la strada con un mix eccessivamente ardito e non completamente a fuoco.
Anche i prezzi un po’ troppo alti non ci hanno convinto del tutto, ma l’insoddisfazione viene subito spazzata via poiché il conto finale viene fortemente mitigato da uno sconto su The Fork praticamente sempre disponibile e che non vi farà spendere più di 40 euro a testa.
Il Povero Piatto
mediorientale |📍Crescenzago
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Dopo il sorprendente Streetfood Betlemme (avete visto il nostro reel, vero?) siamo contentissimi di parlarvi di un altro ristorante di cucina mediorientale che ha fatto breccia nei nostri cuori. Stiamo parlando de Il povero piatto, un locale aperto circa un anno fa nella nostra amatissima via Padova che abbiamo scoperto quasi per caso, cercando su The Fork un posto in cui andare a mangiare a Crescenzago.
L’ambiente è molto carino e luminoso e dalla cucina, che si intravede all’ingresso, abbiamo potuto sbirciare come si prepara il saj, il tipico pane delle regioni dell’Arabia Saudita, e soprattuto visto la griglia su cui viene cotta la carne, vera specialità della casa. E in effetti i piatti di carne alla griglia che abbiamo assaggiato – il Lahm shqaf (vitello con pepe nero e rosmarino) e il Kafta (carne di manzo macinata con spezie) – erano buonissimi, ma sono stati i piatti di contorno che ci hanno definitivamente conquistato: la patata Harra (con coriandolo, aglio e peperoncino), l’insalata di Daqous (con pomodori, peperoncino, aglio e limone), il Manakish zatar (focaccine con erbe aromatiche e aglio) e soprattutto il Qarnabit, dei cavolfiori fritti con tahina cosi buoni che per noi sarebbero da soli un ottimo motivo per tornare.
Siamo sicuri di avervi già convinto a fare una passeggiata sulla vicinissima Martesana per poi pranzare qui, ma aggiungiamo anche che i prezzi sono parecchio onesti e, soprattutto con lo sconto The Fork, farete fatica ad arrivare a 30 euro a testa.
Mi Ramen Bistro
giapponese |📍Piazza Napoli
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Per noi Mi Ramen Bistro è uno di quei posti vicino casa dove rifugiarsi quando serve riprenderts da una “giornata no”. Entri con la luna storta, ed esci sazio, felice e con il portafoglio sereno. Magari ti viene pure voglia di vedere un film al cinema Ducale lì accanto. Ma andiamo al dunque.
Dentro al locale ci sono pochi coperti, zero fronzoli, un personale molto disponibile a dirti se qualcosa è troppo piccante. Il rapporto qualità-prezzo è ottimo, e come ha detto una volta qualcuno in redazione “con qualsiasi loro brodo mi ci farei la doccia”. Obiettivamente non è tra i più saporiti della città ma, come dire, de gustibus.
L’ultima volta abbiamo ordinato degli ottimi involtimi nam (involtini fritti di pollo, germogli di soia, menta), ovviamente da addentare attorno a una foglia di insalata gentile; e i loro imbattibili takoyaki (polpette di pastella, polpo, cavolo, cipollotti, alghe nori, pesce bonito essiccato, maionese giapponese e salsa tonkatsu). Poi abbiamo concluso scolandoci un Lan Ramen (manzo, pak-choi, cipollotti, coriandolo, noodles, brodo di manzo leggermente poccante) e un Shrimps Shoyu Ramen (polpette di gamberi, naruto, alghe, cipollotti, bambù, noodles e brodo alla salsa di soia), a cui abbiamo chiesto in aggiunta il pezzo forte: l’uovo marinato. A testa abbiamo pagato 24,5 euro, acqua e due coca-cola zero comprese. Onestissimo.
Yuan
cinese |📍Precotto
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Concludiamo questa compilation dei ristoranti a Milano con Yuan, ristorante cinese in zona Precotto di cui vi avevamo parlato nelle novità di luglio e che eravamo curiosi di provare. Il locale ha due sale non troppo grandi, ed è arredato in modo semplice ma curato, con qualche guizzo di eleganza che però non convince del tutto.
Il menu è molto tradizionale e parecchio lungo: abbiamo scelto di assaggiare alcuni grandi classici, a partire dai ravioli di gamberi e di carne; continuato con le puntine di maiale fritte con sale e pepe, gli spaghetti saltati con gamberi e verdure e i fagiolini piccanti saltati con carne di maiale e pepe di Sichuan, senza dubbio il piatto forte della serata e l’unico ad averci fatto salivare anche a giorni di distanza. Il servizio è stato molto gentile e discreto, con un conto finale che si è attestato su poco meno di 40€ a testa con un calice di vino incluso. Non siamo sicuri valga la pena attraversare la città per venire qui, ma se siete della zona può essere un posto tranquillo dove mangiare cinese senza grandi pretese.
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