Inizia un nuovo anno, ma non per questo diventiamo più buoni: ecco 3 ristoranti a Milano che ultimamente proprio non ci hanno convinti! E i vostri quali sono?
I 3 FLOP DI GENNAIO PER CONOSCO UN POSTO
CARMEL
Amanti come siamo della cucina mediorientale, ci siamo decisi a provare Carmel, ristorante kosher nella zona ebraica di Milano, in via San Gimignano, nei pressi di Bande Nere. L’esperienza, però, è stata davvero deludente. Al di là dell’atmosfera poco curata e del servizio un po’ sbrigativo, a deluderci davvero sono stati i piatti, presentati male ed eseguiti peggio. I sapori di hummus e baba ghannouj – probabilmente maldestramente riscaldati al microonde – sono talmente simili da confondersi, il pane arabo è di dubbia consistenza e anche con il dolce non va meglio. Il prezzo per uscire poco sazi e, soprattutto, poco felici, è di 25 euro a testa: mai più.
VALHALLA (chiuso)
Tra le aperture sulla carta più interessanti di dicembre, vi avevamo segnalato Valhalla, nuovo ristorante di cucina vichinga in zona Navigli. Dopo averlo provato per una cena, possiamo però dirvi che l’esperienza non ci ha convinto in pieno. I piatti, frutto di una ricerca storica sulle abitudini alimentari di questo antico popolo nordico, sono indubbiamente molto buoni: la carne (di cavallo, cervo, cinghiale, manzo) è saporita, cotta bene (alla brace o a bassa temperatura) e abbinata a ingredienti non banali (zucca, cavolo viola, ginepro), e anche i dolci sono ottimi (un plauso al cremoso di ricotta di capra con idromele e pere cotte). Tuttavia, benché di impatto scenico iniziale, l’atmosfera rustica creata attraverso spade, scudi e pelli appese alle pareti mal si abbina alla presentazione quasi gourmet dei piatti: questa incoerenza ci ha fatto vivere un’esperienza contraddittoria che ci ha lasciato perplessi. Anche il servizio è quantomeno distratto (non ci è stato portato il pane e abbiamo atteso quasi mezzora per i dolci), le porzioni sono davvero piccole – tutt’altro che da vichinghi! – e i prezzi sono alti. Insomma, per ora l’invasione vichinga a Milano è riuscita solo a metà.
MATER BISTROT
Vi avevamo segnalato Mater Bistrot, in zona Cinque Giornate, come una delle aperture apparentemente più interessanti di gennaio ma dopo averlo provato non siamo rimasti soddisfatti come speravamo.
L’atmosfera del locale, molto piccolo e minimale, risulta piacevole con le sue luci soffuse e la cucina a vista, anche se la musica, diffusa a un volume troppo alto per i nostri gusti, la compromette un po’, riempiendo l’ambiente in modo eccessivo.
Il menu, molto invitante sulla carta, delude però le aspettative soprattutto in rapporto ai prezzi. A eccezione di un primo lodevole, perfettamente bilanciato e abbondante – gli spaghetti con arselle, estratto di prezzemolo, briciole e lime – tutto il resto ci ha lasciati un po’ perplessi, soprattutto a livello di porzioni, decisamente scarse. Il prezzo del calamaro cotto a bassa temperatura con salsa di zucca e cavolo viola all’aceto (18 €) ci è sembrato davvero esagerato per un secondo piatto che sazia quanto un antipasto. Servizio gentile ma acerbo, mise en place inesistente. Sicuramente c’è margine per aggiustare il tiro ma per adesso non riteniamo Mater un posto da consigliare.