La Treccani è concisa e precisa: per l’Enciclopedia italiana la felicità non è altro che lo “stato d’animo di chi è sereno, non turbato da dolori o preoccupazioni e gode di questo suo stato”. Fosse così facile identificarla. Fosse sempre semplice riconoscerla. La verità è che spesso ci sembra di averla a portata di mano ma che, da quelle stesse mani, altrettanto spesso ci sfugga, scivolandoci tra le dita. Non è un caso se John Lennon, in una canzone bellissima, cantava .
Per aiutarmi a fermarla e darle un nome, qualcuno mi ha suggerito il ‘gioco’ più antico di sempre: chiudere gli occhi e cercare di trovare pace concentrandomi su qualcosa di positivo. Cosa vi viene in mente se vi impegnate a pensare a qualcosa che vi metta serenità? Ecco, forse fare questo semplice gesto potrebbe aprirci un mondo. Io ho chiuso gli occhi e mi è venuto in mente questo.
Quelle giornate a Milano col cielo talmente blu da risultare abbagliante. Il rumore del mare con una settimana di vacanza alle spalle e due davanti. Ridere fino alle lacrime. La città deserta di metà agosto. Esserci per chi amiamo, quando ha bisogno. Esserci e basta, senza scappare. Le spalle larghe di un uomo che ti vuole davvero. La colazione con in sottofondo una bella playlist. Fare una cosa per volta, e avere l’impressione di farla benissimo. Rallentare, però senza fermarsi, quel che basta per vedere meglio il panorama. Le attenzioni che non chiedono nulla in cambio. La gentilezza, perché quella cosa per cui “ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente” è la pura verità. in cui rifugiarsi alla fine di una giornata pesante. Sentirsi al posto giusto, con quella sensazione di adeguatezza che provo così poco spesso e che baratterei più o meno con qualsiasi cosa al mondo.
La verità è che la felicità non ci piove addosso, mai. Nessuno ce la regala, e tantomeno è in vendita. Assumiamoci la responsabilità della nostra felicità: andiamocela a prendere. Oggi, per celebrarla, una ricetta che appena la mia amica Simo porta in tavola, mi mette di buon umore: una buonissima e coloratissima pasta al pesto di zucchine, mandorle e menta. E, intanto, un altro consiglio: domenica 20 marzo sarà la giornata mondiale della Felicità. Per l’occasione l’Accademia della Felicità di Porta Romana a Milano organizzerà per ricordarci che la felicità è un diritto. Io, per esempio, parteciperò al corso ‘Imparare a dire di no”. Perché, quasi dimenticavo, i più grandi nemici della felicità sono sicuramente i sensi di colpa.
500 gr di spaghetti
500 gr di zucchine
100 gr di parmigiano
50 gr di mandorle pelate e 40 a filetti
foglie di menta
mezzo spicchio di aglio
olio, sale e pepe
Fate dorare in un pentolino olio e filetti di mandorle. Bollite le zucchine e frullatele con foglie di menta, aglio, mandorle tritate e parmigiano grattugiato. Regolate con sale e pepe. Unite al pesto gli spaghetti…et voilà les jeux sont fait!
Che cos’è la felicità per voi? Commentate sui social usando l’hashtag #conoscounpostohomeedition