Milano ha aspettato oltre 15 anni per avere il suo Museo delle culture. Adesso che ce l’ha, deve capire che cos’è e cosa può offrire. Io ci ho provato qualche giorno fa, andando a visitare la sede nuova di zecca in via Tortona, nell’area ex industriale dell’Ansaldo, acquistata dal Comune di Milano nel 1990. Che, soltanto adesso, riesce finalmente a destinare quegli spazi a un polo multidisciplinare dedicato alle diverse testimonianze e culture del mondo. Il Mudec. Non perdetevi la nostra guida dei 10 musei a Milano da vedere almeno una volta nella vita.
Mudec|© Caterina Zanzi
COSA C’È. I ben 17mila metri quadrati, un’enormità, del Mudec sono occupati dalle sale dedicate alle mostre, dal design store, dalle sale conferenze e dal Mudec Junior, lo spazio dedicato ai più piccoli. Ci sono anche una biblioteca, accessibile però soltanto su appuntamento, nella quale sono consultabili 4000 tra opere e fondi bibliografici, un ristorante e un bistrot, entrambi gestiti da Giacomo, il marchio della ristorazione già presente a Palazzo Reale e all’Arengario.
DA FUORI. Dalle immagini sul sito, mi aspettavo un’architettura più spettacolare. Invece, l’ingresso da un portone di via Tortona è piuttosto triste e ancora in completamento. La hall è uno stanzone gigante in cui si sente l’eco dei propri passi (no, non eravamo in molti a visitare il museo). La scala da cui si sale al primo piano è indubbiamente d’impatto, ma consiglio di guardare in alto piuttosto che in basso: rimarreste delusi dal pavimento, ma non sono certo la prima a dirlo. Sulla questione, infatti, si sono già spese parole di fuoco tra David Chipperfield, l’archistar incaricato del progetto, e l’assessore alla cultura Filippo Del Corno.
DA DENTRO. Le mostre attualmente in corso (oltre alla permanente, che aprirà a ottobre e per ora è visitabile soltanto su prenotazione) sono due: una è dedicata all’Africa (fino al 30 agosto), l’altra alle esposizioni di fine 800-inizio 900 a Milano. Sono realmente combattuta nel dire quale abbia trovato meno rilevante. Non che sia specializzata in arte, ma insomma qualche mostra l’ho pur vista. La prima esposizione, dedicata all’arte africana, espone feticci, maschere e oggetti d’arte della cosiddetta ‘art nègre’: nemmeno 300 opere, non abbastanza perché si possa uscire con un’idea anche solo approssimativa della creatività nel Continente. La seconda illustra come Milano abbia accolto e divulgato al grande pubblico le diverse culture non europee nel corso di alcuni dei suoi eventi espositivi. Al netto di qualche piantina della ‘vecchia Milano’, la mostra si è svolta in un generale clima di sonnolenza e sbadigli da parte dei visitatori. A questo punto non vedo l’ora arrivi l’esposizione dedicata a Barbie, in programma al Mudec da fine settembre: potrebbe riservare sorprese migliori.
IL COSTO. Un biglietto individuale costa 15 euro (!). Io ho pagato 7 euro soltanto grazie al mio caro abbonamento annuale Atm. Gli altri fortunati (under 26 e over 65) spendono 13 euro. Ah, ma c’è l’audioguida inclusa!
In conclusione, l’apertura di un museo in città è sempre una buona notizia, ma siamo sicuri che del Mudec, per come si rivela nell’immediato, ne avessimo davvero bisogno?
L’esterno del Mudec|© Caterina Zanzi
Una galleria del Mudec|© Caterina Zanzi
Un’ala della mostra |© Caterina Zanzi
Un quote della mostra Africa|© Caterina Zanzi
Il bistrot|© Caterina Zanzi
Lo store del Mudec|© Caterina Zanzi
MUDEC
via Tortona 56, Milano.
Apertura delle mostre tutti i giorni (lun 14:30-19:30; mar-mer-ven-dom 9:30-19:30; gio-sab 9:30-22:00)
0254917 | info@mudec.it
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