5 mostre a Milano da visitare assolutamente ad aprile

Ad aprile non mancano certo cose da vedere tra il Fuorisalone e la Milano Art Week, ma ci teniamo a suggerirvi anche questo mese 5 mostre a Milano che abbiamo visitato e trovato molto valide. C’è la personale di un’artista coreana che da anni lavora e vive in Italia; la grande retrospettiva dedicata a un artista italiano che ha sperimentato con materiali insoliti per le sue sculture; la mostra di un artista che riflette sulla diffusione delle immagini sul web; la monografica che ripercorre più di 60 anni di carriera di un’artista, filosofa e attivista afro-americana e infine un’esposizione che esplora origini, forme e significati del tatuaggio. Volete saperne di più? Non vi resta che continuare la lettura della nostra rassegna di mostre a Milano da visitare assolutamente ad aprile

5 MOSTRE A MILANO DA NON PERDERE AD APRILE

CHUNG EUN-MO

Apriamo la nostra rassegna di mostre a Milano da visitare ad aprile, con quella in corso presso la galleria d’arte Monica De Cardenas, che ha sede in un elegante appartamento all’interno del cortile di un palazzo a pochi passi da Gae Aulenti. Si tratta di un’antologica dedicata alla pittrice coreana Chung Eun-Mo (1946) – che dalla fine degli anni 80 vive e lavora in Italia – comprendente 20 lavori realizzati a partire dai i primi anni Novanta fino a oggi. 

Le tele dell’artista – spesso caratterizzate da forme atipiche – sono astratte, geometriche e contraddistinte da un uso sapiente ed estremamente bilanciato del colore e della luce. Ma la geometria di Eun-Mo non è una geometria “rigida”, rigorosa, bensì sensibile e gioiosa. A noi sono piaciute tantissimo tutte le sue opere che,, se potessimo, appenderemmo volentieri alle nostre pareti di casa. 

MONICA DE CARDENAS. Via Francesco Viganò, 4. Aperto da martedì a sabato (11-19). Ingresso: libero. In calendario fino al 4 maggio 2024.

PINO PASCALI

Presso Fondazione Prada è stata inaugurata una grande retrospettiva dedicata all’artista Pino Pascali. Nato a Bari nel 1935 e deceduto a 33 anni a causa di un incidente stradale, Pascali in soli quattro anni collezionò sei mostre personali in Italia (tra cui una alla XXXIV Biennale di Venezia), una in Francia e due in Germania e, in quattro di queste occasioni decise di sostituire in corsa i lavori esposti. A interessare a Pascali, infatti, non era solo l’opportunità di mostrare pubblicamente nuove opere, ma soprattutto dare vita ad ambienti immaginifici sempre diversi e sorprendenti

Il progetto espositivo ripercorre la breve (ma intensa) carriera dell’artista pugliese attraverso un percorso suddiviso in quattro sezioni che approfondiscono gli aspetti più caratteristici della sua pratica artistica. La prima – al piano terra del Podium – è dedicata a cinque personali presentate tra Roma, Venezia e Torino; la seconda – al piano superiore del Podium – si focalizza invece sui materiali che utilizzava per le proprie sculture (da pezzi di automobili a elementi naturali come acqua, paglia e terra ma anche pelliccia sintetica, lana di acciaio e panelli di Eternit); la terza – nella Galleria Sud – si concentra sul rapporto dell’artista con la fotografia, che trovava fondamentale per documentare realizzazione e resa finale delle proprie opere (con le quali interagiva negli scatti); infine, la quarta – nella Galleria Nord – dedicata alle collettive a cui partecipò. In quest’ultima, dunque, trovano spazio anche opere di altri grandi artisti a lui contemporanei come per esempio Boetti, Pistoletto, Bonalumi, Kounellis. Che dire? Anche questa volta Fondazione Prada non si è di certo risparmiata. 

FONDAZIONE PRADALargo Isarco 2, Milano. Aperto tutti i giorni (10-19) tranne martedì. Ingresso: intero 15€, ridotto 12€. In calendario fino al 23 settembre 2024.

STUNNING FREE IMAGES TO USE ANYWHERE

Un’altra mostra a Milano che vi consigliamo di visitare ad aprile è la prima personale di Stefano Perrone (1985) presso la galleria Ribot, nel quartiere Città Studi. Perrone – laureatosi in disegno industriale e con un background da art director in ambito pubblicitario – con la sua pittura rielabora soggetti e oggetti del quotidiano, ripresi da immagini trovate su internet e social network. La sua ricerca, infatti, è orientata a una riflessione intorno alla modalità incontrollata di diffusione degli scatti fotografici in rete. In un’epoca in cui “la tecnologia permette a chiunque di produrre immagini perfette e ad alta risoluzione, la banalità, l’imperfezione, l’ipersaturazione o anche la perdita di qualità dovuta al caricamento online divengono aspetti estetici interessanti”, sostiene l’artista.

Attraverso uno stile di pittura preciso e pulito e l’utilizzo di colori accesi, Perrone in qualche modo ridona consistenza a soggetti per lo più naturali come cieli nuvolosi, prati verdissimi e fiori, inserendo, però, un elemento di disturbo che al contempo di “appropriazione” di quanto rielaborato: il watermark, una filigrana – anch’essa dipinta, quasi in trasparenza – in cui è riportato il suo cognome. Abbiamo trovato il tutto molto interessante. 

RIBOT. Via Nöe, 23. Aperto da martedì a sabato (15-19:30). Ingresso: libero. In calendario fino al 27 aprile 2024.

ADRIAN PIPER – RACE TRAITOR

Non è per niente facile riassumere in poche righe una mostra tanto densa quanto quella che il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano dedica all’artista afro-americana Adrian Piper (1948), che ne ripercorre più di sessant’anni di carriera. Dopo una prima fase in cui si è affermata come artista concettuale, minimalista e performer, Piper ha cominciato a sollevare con i suoi lavori domande scomode su politica e società, incentrando la sua pratica artistica, filosofica (nel 1987 è stata la prima donna americana di discendenza africana a ottenere una cattedra accademica alla Georgetown University) e di attivista contro razzismo, xenofobia, sessismo, ingiustizia sociale e l’odio.

Una delle opere che ci ha più colpito si trova accanto alla scala per salire in Galleria. Si tratta di Art for the Art Wolrd Surface Pattern (1976): l’installazione con cui la consapevolezza politica fa il proprio ingresso definitivo nella produzione artistica di Piper e consiste in un cubo bianco, foderato al proprio interno da immagini tratte da giornali che documentano varie atrocità avvenute nel mondo, sui cui è stata impressa ripetutamente la provocatoria scritta “Not a Performance”; il tutto accompagnato da un audio che esprime indifferenza. Piper è un’artista impegnata, che col suo lavoro denuncia e costringe il pubblico a prendere coscienza e consapevolezza, spesso mettendolo a profondo disagio. Prendetevi il tempo necessario per questa mostra, che non può (e non deve) di certo essere visitata con superficialità. 

PAC. Via Palestro, 14. Aperto tutti i giorni (10-19:30, giovedì fino alle 22:30) tranne lunedì. Ingresso: intero 8€, ridotto da 6,50 a 4€ a seconda della riduzione. In calendario fino al 9 giugno 2024.

TATUAGGIO – STORIA DAL MEDITERRANEO

Quando si chiede a qualcuno se ha tatuaggi e ci si sente rispondere di no, oggigiorno, quasi ci si stupisce. L’Italia si aggiudica il primo posto nella classifica delle nazioni con la percentuale maggiore di persone tatuate: ben il 48% della popolazione adulta. Ma questa pratica così diffusa – che può essere attuata per motivi meramente estetici e ornamentali ma anche per elaborare un lutto, provare il proprio amore, portare per sempre con (o meglio su di) sé un ricordo, mandare un messaggio a chi lo guarda – da dove arriva? 

Il Mudec, con la sua mostra Tatuaggio. Storie del Mediterraneo, risponde a questa domanda, approfondendo sotto il punto di vista storico e antropologico le origini del tatuaggio, partendo dal bacino del Mediterraneo, in cui sono state rinvenute le prime testimonianze. Curata da Luisa Gnecchi Ruscone – massima esperta italiana di storia del tatuaggio – con Guido Guerzoni e allestita dallo studio di design Dotdotdot, l’esposizione raccoglie una ricchissima quantità di oggetti, reperti, infografiche, incisioni e strumenti provenienti da svariati musei, istituzioni e collezioni private, facendo una panoramica sulle varie forme, significati e funzioni che nel corso dei millenni, e a seconda delle aree geografiche, il tatuaggio ha avuto. Noi l’abbiamo trovata molto istruttiva e, specialmente se siete appassionati del tema e curiosi di saperne di più, vi consigliamo di visitarla.

MUDECVia Tortona, 56. Aperto tutti i giorni (lun 14.30-19.30; mar-dom 10-19.30). Ingresso: intero 16€, ridotto 14€. In calendario fino al 28 luglio 2024.

E voi avete già visitato una di queste mostre a Milano? Ne avete altre da consigliare? Ditecelo qui sotto, oppure sulla nostra pagina Instagram!

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