Tra le città che ho visitato di recente, quella che mi è rimasta più nel cuore è Lisbona, dove ho trascorso qualche giorno lo scorso maggio. Sono partita senza particolari aspettative. “Com’è Lisbona?“, avevo chiesto a parenti e amici. “Bellissima“, mi avevano risposto alcuni. “Orrenda“, era stato il parere di altri. Così, mi ero imbarcata da Malpensa senza sapere bene cosa aspettarmi.
Quando sono tornata, non avevo comunque una risposta, ma continuavo a pensarci. Mi capita con i film e i libri più belli e, a quanto pare, anche con i viaggi. Quando succede che mi mancano le parole esatte, forse è soltanto allora che qualcosa trova spazio nel mio cuore.
Ecco cosa non dovete farvi sfuggire per farvi conquistare dal lato dolce e malinconico di Lisbona. E non perdete il racconto dei tre giorni a Porto o l’itinerario di due settimane da sogno da Lisbona all’Algarve!
COSA FARE
1. Affacciarvi da un miradouro. Tra una salita e una discesa dal tram 28, mentre vi perdete tra le pittoresche stradine, ecco spuntare alla fine di un vicolo i belvedere tipici della città. I miradouros, questo il loro nome, sono il punto privilegiato da cui osservare e dominare Lisbona. Tra i più belli, quello de Santa Luzia ad Alfama e quello da Senhora do Monte.
2. Camminare con il naso all’insù. Gran parte del fascino decadente di Lisbona proviene dai suoi edifici: non fatevi spaventare dall’abbandono che impera in diverse vie ed entrate nel mood ‘nostalgico’. Lasciatevi incantare dagli azulejos, le tipiche piastrelle di ceramica smaltata che ornano gran parte delle case in centro, e dai graffiti ‘professionali’ pieni di fantasia.
3. Non perdersi i quartieri più caratteristici. Tra i più belli della città campeggiano senza dubbi la Baixa, cuore della città, il Bairro Alto, distretto giovane dedicato al divertimento e l’Alfama, un susseguirsi di discese e risalite di cui è impossibile non innamorarsi. Quando si è turisti bisogna per forza avere una destinazione? Per me, i momenti migliori sono quelli in cui si gira a zonzo senza uno scopo preciso.
4. Fare un tour nel quartiere di Calatrava. C’è da augurarsi che il quartiere milanese di Expo sarà in grado di riconvertirsi tanto bene quanto ha fatto il Parques das Naçoes di Lisbona, sede dell’Esposizione Universale 1998, diventato da quartiere periferico un polo culturale e commerciale di rilievo. Venite in zona per visitare l’Oceanario, uno dei più grandi acquari d’Europa, e godervi il tramonto sul Tago, il fiume che attraversa la città.
5. Fare una gita a Sintra. A 25 chilometri a ovest di Lisbona c’è Sintra, una cittadina meravigliosa da visitare non appena esauriti i ‘to do’ obbligatori a Lisbona. Arrivati col treno dalla stazione di Rossio, si gira il paese con i bus locali alla scoperta dei palazzi tra i più incantevoli che avrete mai visitato: c’è il Palácio da Pena e quello Nacional de Sintra, c’è il Castelo dos Mouros e la Quinta da Regaleira. Tutti allo stesso modo incredibili ed eretti sulla scorta di un crogiolo di stili architettonici (dall’arabo al gotico passando per il manuelino e il rinascimentale): non siate pigri e fate una tappa qui!
DOVE MANGIARE
6. Assaggiare i pastéis de nata. Il dolce portoghese è un pasticcino a base di sfoglia croccante ripiena di un’ottima crema all’uovo che vi farà perdere la testa. E ve lo dice chi preferisce di gran lunga la panna alla crema. Dove gustarlo? Alla celeberrima Casa Pastéis de Belém, a due passi dal Monastero dos Jerónimos, dove i monaci ne tramandarono la ricetta. Se invece siete in centro, un’ottima variante è quella di Nata o quella della Confeitaria Nacional in Praça da Figueira.
7. Bere una ginjinha. Non potete dire di essere stati a Lisbona se non avete bevuto una ginjinha, o semplicemente ginja, a Rossio, il quartiere consacrato a questo che in Italia chiameremmo ‘shottino’. Terminate la vostra giornata nella piazza davanti A Gingjinha, in Largo de Sao Domingos bevendo questo liquore a base di visciole tipico della città, da ordinare ‘con’ o ‘senza’ frutto. Il prezzo per il paradiso è di 1,35 euro. Facile come bere un bicchier d’acqua.
8. Pranzare al Phármacia. Lo sapevate che anche i portoghesi sono molto orgogliosi delle loro tapas, che chiamano petiscos? Per spizzicarli, il luogo giusto è il Phármacia, ristorante all’interno del’omonimo museo dedicato alla medicina con un’incantevole vista sul Miradouro de Santa Catarina. Avete mai aperto un menu che sembra un ricettario? E vi siete mai serviti da una bottiglia che ricorda quelle per le soluzioni fisiologiche? E potete immaginare di prendere i condimenti direttamente dalla cassetta del Pronto Soccorso? Al di là dell’ambiente decisamente particolare, i piatti sono eccellenti. Crocchette di anatra con salsa di arancia, salmone affumicato con erba cipollina e incantevoli dessert: da segnare in lista.
9. Cenare al Decadente. Proprio davanti a un altro stupendo miradouro, quello di São Pedro de Alcântara – al confine tra il Bairro Alto e Principe Real – si trova il ristorante dell’ostello The Indipendente (un ostello ‘luxury’ affascinante in ogni suo angolo), the Decadente. Qui si possono gustare i piatti della cucina portoghese moderna reintepretati in chiave creativa, come il baccalà, che qui servono cotto lentamente a 56° con miele e mandorle. Dessert spaziali, tra cui campeggia la torta di mele accompagnata da gelato alla vaniglia: da leccarsi i baffi!
10. Foodporn in salsa portoghese. Al Café de São Bento ho provato uno dei piatti più incredibili della mia vita. Premetto che l’ho ordinato con un filo di preoccupazione e una buona dose di cinismo: ‘carne e uova insieme?’, mi domandavo sgomenta. L’esperienza, però, ha spazzato via ogni tentennamento: la Bife, filetto di manzo servito in una salsa speciale e sovrastato da un uovo all’occhio di bue sarà anche un’iniezione di colesterolo, ma è la fine del mondo.
Ma il pranzo più incredibile è stato quello in una simil bettola, girato l’angolo di Largo Chiado e di Praça Luís de Camões. Da Cabaças servono a meno di 15 euro con birra una delle carni più speciali che abbia mai assaggiato. Il piatto forte della casa è la picanha na pedra, carne cotta al momento su una pietra incandescente e accompagnata da due intingoli e dal sale grosso. Una vera goduria.
“Il viaggiatore sta per concludere questo suo giro per Lisbona. Ha visto molto, ha visto quasi niente. Voleva vedere bene, forse ha visto male: è il rischio costante di qualunque viaggio”, diceva José Saramago nel suo ‘Lisbona’. E voi, che cosa avete visto a Lisbona?
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