Dopo anni in giro per i ristoranti di Milano, capita di trattenere le aspettative per paura di rimanere delusi. Così, per una cena di compleanno un po’ speciale, ho prenotato con un ottimismo nella media al ristorante Manna, che ha casa in zona Nolo, fermata della metro Turro, da ben prima che Nolo si chiamasse così e diventasse trendy.
Dietro ai fornelli c’è Matteo Fronduti, uno chef all’apparenza burbero, che ha lasciato le cucine di ristoranti blasonati (come il D’O) per provare a fare da sé. A fine cena, l’ottimismo non ha solo superato la solita asticella, ma si è trasformato in puro godimento, esaltazione, felicità, cosa che non so a voi, ma a me accade ormai di rado uscendo da un ristorante. Qui vi spiego perché.
Abbiamo provato Manna e qui vi diciamo com’è!
IL MENU DI MANNA: accattivante
Il menu del ristorante Manna è accattivante, sia nei nomi scelti per le portate (Batticuore, Azdora, Frittofrittofritto) che negli ingredienti usati, alcuni dei quali non così comuni, come il cefalo affumicato o le cozze crude.
Ogni portata è comunque ben spiegata nel sottotitolo, piccola attenzione che solleva il cliente dall’imbarazzo di dover chiedere lumi su ogni nome. La carta è stringata, con 4 scelte per ciascuna categoria che variano di stagione in stagione-: antipasti, primi, secondi e dessert. A incuriosirci, pietanze come l’uovo affogato con purea di patate ratte e vino rosso, il riso con caciocavallo, milza, marsala e pane tostato e la seppia nera con sugo d’arrosto, finocchietto, alloro e lattughe cotte.
COME SI MANGIA DA MANNA: divinamente forse non basta
Scegliamo di iniziare dividendo due antipasti che già segnano la via verso l’appagamento più totale: optiamo per il “Batticuore“, battuta di cuore di bue, nocciole, erba ostrica e senape e per il bucolico “A mezzanotte torna“, una zucca gialla di cenerentoliana memoria, servita con gamberi rossi crudi, mandorle e mostarda di zucca. Incredibili entrambi.
Proseguiamo ordinando forse il piatto più rassicurante di tutta la carta, l’Ajo e Ojo: Fronduti la esegue cuocendo magistralmente gli spaghettoni e condendoli con aglio, olio, peperoncino e scampo crudo. Se dovessi scegliere il mio ultimo pasto su questa terra, non avrei dubbi. Le porzioni che vedete in foto – perché già so che ve lo domanderete – sono delle mezze porzioni (abbiamo la sanissima abitudine di dividere tutto ciò che ordiniamo, tra vere amiche).
Proseguiamo dividendo un secondo, e questa volta osiamo: sulla nostra tavola arriva uno squaletto mantecato, con erbe amare e limone bruciato. Delicatissimo ma allo stesso tempo con grande personalità; rimaniamo sorpresi da come gli ingredienti così diversi sappiano ‘parlare’ tra di loro, dando vita a un piatto sicuramente speciale.
Concludiamo in dolcezza, alla fine di una dura scelta che ci chiamava a decidere tra piatti come la tarte tatin e vaniglia e la tequila ghiacciata con succo di lime e agrumi freschi. Alla fine, optiamo per “Loacker“, un wafer di cioccolato e frutta secca con caramello salato. Come nello slogan che dà il titolo al piatto, è il caso di urlare a gran voce: “Che bontà!“.
Abbiamo accompagnato il tutto con una bottiglia di Franciacorta Brut di Bosio, scelto da una ben fornita lista di vini, non solo a prezzi folli (cosa sempre apprezzata da chi magari desidera ordinare un piatto in più piuttosto che esagerare col bere).
L’ATMOSFERA DI MANNA: curata, ma non imbalsamata
Nonostante le vetrine esterne non rendano giustizia al locale, e non corrispondano né agli interni né al tipo di cucina, una volta superata l’empasse che può cogliere all’ingresso, si dischiude un mondo fatto di cura e ricercatezza non arrogante. Il ristorante è diviso tra una prima sala con qualche tavolo e un bancone, e una seconda sala, forse più intima. I tavoli sono ben distanziati, ben apparecchiati (ah, la tovaglia di carta) e il servizio è gentile e preparato senza trascendere nell’ossequio. Al tavolo arriva a darsi da fare lo chef in the person, una attitudine che apprezziamo sempre. Consiglio una visita alla toilette, super divertente, per smorzare subito l’eleganza.
I PREZZI DI MANNA: corretti
Per la cena sopra descritta, bere incluso, abbiamo speso una sessantina di euro. In generale, tolta la bottiglia di vino che sceglierete, dovreste uscire con una spesa media di 50 euro: tenete conto che il costo degli antipasti e dei primi si attesta sui 15€, mentre i secondi sono praticamente tutti calmierati a 22; i dessert, infine, vengono 9€. Il conto, alla fine, lo si paga quasi con felicità: ce ne fossero di più, a Milano, di posti come il ristorante Manna.
MANNA
Piazzale Governo Provvisorio 6, Milano
02 26809153
Aperto tutti i giorni (12-15 e 20-23) tranne domenica
INFORMAZIONI UTILI:
IL MENU DI MANNA : italiano e creativo, con poche opzioni vegetariane
IL PREZZO DI MANNA: sui 50€ bere a parte
L’AMBIENTE DI MANNA: raffinato, ma non ingessato, adatto a una cena romantica o in famiglia
COME PRENOTARE DA MANNA: telefonicamente
COME ARRIVARE DA MANNA: con la metro rossa, fermata Turro
Conoscevate già il ristorante Manna? Lo avete già provato? Fatecelo sapere condividendo i vostri scatti con l’hashtag #ConoscoUnPosto o commentando qui sotto!
3 commenti