Come si mangia da Sine, nuovo ristorante ‘gastrocratico’ a Milano

A dicembre ha aperto in corso 22 Marzo a Milano, all’angolo con viale Umbria, Sine, il nuovo ristorante ‘gastrocratico’ di Roberto Di Pinto, ex executive chef del Bulgari.

“In che senso gastrocratico?” – so già che, giustamente, ve lo starete chiedendo. Il sottotitolo è strettamente legato al nome del locale, Sine, dal latino “senza”. L’idea (di stile, ma anche un po’ di marketing), qui, è di mettere al centro i piatti ed eliminare il superfluo. Cosa sia il superfluo non è ben chiaro: il locale è posh e piacevole come tutti quelli di nuova generazione a Milano, con i neon alle pareti, la carta da parati effetto tropical, e un’apparecchiatura minimal che non prevede né una tovaglia e né un runner. I piatti sono ‘al centro’ come lo sono, o dovrebbero esserlo, in ogni ristorante. E il menu alla carta ha i prezzi decisamente in linea con gli standard milanesi.
Al di là delle osservazioni sulla concezione del superfluo, comunque, ci avventuriamo fino a quest’angolo di viale Umbria per provare un menu ben immaginato, dal qual ordineremmo tutto.

Siamo stati a cena da Sine e qui vi raccontiamo com’è!

IL MENU DI SINE: gourmet

Il menu di Sine, a una prima occhiata, è gourmet a tutti gli effetti. E anche parecchio invitante: non c’è un solo piatto che non ordineremmo, grazie soprattutto alla commistione tra ingredienti fortemente mediterranei e preparazioni orientali. Tra gli antipasti mi colpiscono i gamberi rossi, burro d’arachide e mela verde e la tartare di fassona, lenticchie beluga. Ma anche l’uovo poché, cremoso di patate, tartufo e misticanza novella. Tra i primi, il risotto Milano/Napoli, che accosta zafferano e frutti di mare, ma anche i fusilloni al ragù di polipetti, peperone crusco e pistacchio e gli spaghetti alla colatura d’alici, salsa di pane e tartare di tonno. Nei secondi, noto il coniglio all’ischitana e l’astice arrosto.

Le praline di branzino | © Caterina Zanzi

Alla fine, decidiamo di optare per il menu degustazione, sia per una ragione di convenienza economica sia per provare più piatti possibili. Il menu dev’essere ordinato da tutto il tavolo (consuetudine purtroppo sempre più in voga) e conta 5 portate, la maggioranza delle quali fuori menu.

Iniziamo con un piccolo benvenuto della casa: sul nostro tavolo arrivano delle praline di branzino con salsa di pomodoro ai frutti di mare e un consommè di funghi, servito in una deliziosa tazzina da tè.

Il consommé di funghi | © Caterina Zanzi

Un’idea della cucina, però, l’abbiamo solo con l’antipasto, tre piccole capesante sovrastate da pezzettini di salame piccante e servite insieme a una crema di peperoni arrostiti. Un esperimento fuori dai soliti stilemi, che si rivela piuttosto riuscito: mare e terra dialogano bene, anche se il tocco migliore è quello della crema. Qualche capasanta in più non ci avrebbe disturbato.

Le capesante | © Caterina Zanzi

Proseguiamo con un’ostrica Kys con burro bianco (quest’ultimo presumibilmente troppo salato), al cui lato è servita una tazzina con una granita al gin tonic. Chiediamo lumi su come dovremmo approcciare il piatto, ma non è ben chiaro nemmeno ai ragazzi in sala. Decidiamo di assaggiare prima l’ostrica e poi il gin tonic: il risultato è una commistione di sapori strana in bocca, che ammazza il sapore del mollusco e ci lascia confusi.

L’ostrica con burro bianco e la granita al gin tonic | © Caterina Zanzi

Segue il piatto principale, e quello meglio riuscito di tutta la cena: i fusilloni con rana pescatrice e “schiuma come acqua del mare”. La pasta è cotta alla perfezione e il sugo ne è la benedizione.

I fusilloni | © Caterina Zanzi

Come ultimo piatto, ci viene servita la pluma iberica, un taglio di carne di maiale accompagnata da un (paradisiaco) tempura di friariello e da una (normale) composta di mele e zenzero. La porzione, in questo caso, è davvero risicata, ma la carne si scioglie letteralmente in bocca.

La pluma iberica | © Caterina Zanzi

A chiudere, arriva un tiramisù con una netta prevalenza di crema: io apprezzo, il mio accompagnatore – amante del tiramisù tradizionale e meglio bilanciato -, molto meno.

Il tiramisù | © Caterina Zanzi

Usciamo dal locale un po’ confusi, ripercorrendo alcuni alti (o altissimi) dei piatti, e anche alcune scivolate. Dal menu degustazione si esce sazi ma non troppo, e senza troppi ricordi indelebili. Il servizio acerbo e il conto comunque non basso ci frenano dalla voglia di tornare, anche se in verità saremmo curiosi di provare i piatti alla carta.

L’ATMOSFERA DI SINE: milanese

Un tavolino da Sine | © Caterina Zanzi

L’ambiente del locale è molto piacevole: superato l’ingresso, in cui troneggia un bancone, si arriva nella prima sala, ben arredata e con la cucina a vista, da cui osservare la brigata al lavoro (volendo, si può anche prenotare un tavolo direttamente in cucina). La seconda sala, più piccola, è un po’ spoglia rispetto al resto del locale, e i tavoli da due sono davvero ravvicinati. Il servizio è acerbo, e ancora in fase di evidente rodaggio: i piatti vengono spiegati in maniera sbrigativa e solo su richiesta, e non mancano inceppi di vario tipo nel servizio al tavolo.

IL CONTO DI SINE: importante

L’ingresso di Sine | © Caterina Zanzi

La ‘gastrocrazia’ dovrebbe riguardare anche e soprattutto il conto finale. L’idea di Di Pinto, come più volte ribadito nelle interviste che hanno anteceduto l’apertura del locale, è quella di “rivolgersi a tutti, non solo a una ristretta élite”. Un concetto un po’ forte, considerato che gli antipasti in carta oscillano tra i 14 e i 16 euro, i primi partono da un minimo di 16 e arrivano a 22, e i secondi variano tra i 17 di un parmigiana ai 30 dell’astice. Alla carta, un rapido conto permette di stimare che non si riescano a spendere meno di 50-60 euro, bere a parte. Più interessante il menu degustazione da 5 portate – quello che abbiamo scelto noi -, che viene 45 euro. Con due calici del giorno a 5 euro ciascuno, siamo usciti dal locale spendendo 60 euro a testa. Un conto abbastanza importante, sicuramente sopra le righe per potersi debitamente definire “per tutti”.


SINE RISTORANTE GASTROCRATICO
Corso Ventidue Marzo 126, Milano (angolo con viale Umbria)
02 36594613 | info@sinerestaurant.com
Aperto tutti i giorni (12:30-15 e 19:30-23:30) tranne domenica

INFORMAZIONI UTILI SU SINE:

  • Menu: italiano con un twist; poco adatto a vegetariani o vegani
  • Prezzo: sui 60 euro bevande escluse; menu degustazione a 45 euro
  • Mood: adatto a cene di coppia o di lavoro
  • Come prenotare: telefonicamente o tramite TheFork
  • Come arrivare: nessuna metro nei paraggi, parcheggi difficoltosi

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2 commenti

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