Ristoranti a Milano: 10 indirizzi che abbiamo provato questo mese

I ristoranti a Milano provati questo mese sono un tripudio di colori e sapori. Seguiteci in questo viaggio alla scoperta di tante cucine dal mondo, da quella libanese a quella messicana passando per l’ecuadoriana. Non mancano, poi, alcuni locali italiani contemporanei e dei cocktail bar per bere bene. Ecco i 10 ristoranti a Milano che abbiamo provato questo mese!

10 RISTORANTI A MILANO CHE ABBIAMO PROVATO DI RECENTE

HORTERIA

Tra i nuovi ristoranti a Milano dello scorso mese, non vedevamo l’ora di provare questa novità approdata a pochi passi da Turati direttamente dalla veneta Mirano. Ci siamo dunque stati a cena con amici, invogliati anche dal 20% di sconto disponibile su The Fork. Il locale, illuminato con la sue ampie vetrine su strada, spicca nelle buie e poco movimentate serate che contraddistinguono questo tratto di via Moscova, più residenziale che commerciale. L’atmosfera è piuttosto calda e accogliente anche se qualcosa non ci ha convinti fino in fondo. I tavoli di piastrelle in ceramica turchese, per esempio, per quanto belli secondo noi cozzano un po’ con l’identità di questo ristorante, che poco ha a che fare con il mare, a cui verrebbe più spontaneo associarli. La cucina, invece, ha saputo convincerci appieno. Abbiamo cominciato condividendo delle ottime lumache in una crema di mais tostato (spaziale, sapeva di pop corn!) e un piatto rappresentativo del locale chiamato, appunto, L’horto, composto da verdure cotte, crude e fermentate (una gioia sia per gli occhi che per il palato). Abbiamo poi proseguito con l’assaggio di un primo e tre secondi, tutti molto soddisfacenti e ben concepiti: gnocchi ripieni di cavolfiore con salsa agli agrumi bruciati e olio alle erbe; lingua laccata; animella di vitello glassata e razza alla mugnaia (tutti accompagnati da verdure trattate in modo mai banale). Per finire abbiamo condiviso tre dolci molto particolari, ognuno a suo modo: la tatin di mela con gelato allo yogurt, lo spumoso pain d’epis e il creme caramel alla zucca con stracchino (dessert interessate soprattutto per chi non ama i dolci). Ad accompagnare il tutto un gradevolissimo pinot nero (Costa Nera), uno dei vini più economici (37€) in carta. Sono stati proprio i prezzi a lasciarci un po’ perplessi. Senza nulla togliere all’indubbia qualità sia del servizio (ah, dimenticavamo, a inizio pasto ci sono anche stati offerti dei deliziosi amuse-bouche) e alla qualità delle pietanze servite, 60 euro a testa – già scontati – ci sono sembrati un po’ eccessivi. Il giudizio finale rimane comunque positivo. 

HORTERIA. Via Moscova 24, Milano. 353 4419985. Aperto tutti i giorni (lun-sab 12-15 e 19-23:30) tranne domenica a cena e lunedì.

MEZÈ

Da amanti smodati della cucina libanese, non potevamo non venire a provare questo ristorante in zona Risorgimento. Il menu contiene diversi percorsi di degustazione (di carne, pesce o vegetariano) perfetti se vi approcciate a questa cucina per la prima volta; altrimenti, si può optare per i piatti alla carta. Verrete subito accolti da una limonata ai fiori d’arancio difficile da dimenticare e da un piccolo antipasto della casa che vi darà subito l’idea di quanto è delizioso il pane tipico cotto sul Saj – la tradizionale cupola in ferro. Noi abbiamo iniziato con il Maghmour, una moussaka libanese incredibile, la Moujadra Moudardara, riso e lenticchie guarniti da cipolla fritta e un classico hummus davvero buonissimo. Abbiamo continuato con una Makanek, salsiccia speziata con melassa di melograno e pinoli, un Coq Mhammar, galletto al forno morbidissimo e del cavolfiore fritto con salsa tarator fatta di tahine, aglio, limone e prezzemolo. Le porzioni sono perfette per provare tanti piatti diversi e condividerli. L’ambiente, invece, non troppo grande con cucina a vista, ci è sembrato solo un pochino anonimo. Conto finale 60 euro in due: non vediamo l’ora di tornarci!

MEZÈ. Via Pasquale Sottocorno 19, Milano. 02 52809202. Aperto da martedì a domenica (12-15 e 19-23, sab e dom fino a mezzanotte).

MANTRA

Sempre ispirati dai nuovi ristoranti a Milano dello scorso mese, siamo stati in zona Isola da Mantra, che propone una cucina fusion a metà tra Messico e medio Oriente. Il locale, dall’atmosfera un po’ buia ma accogliente, è piccolino, con soli 5 tavolini alti. Il menu è diviso tra antipasti e piatti principali che si rinnovano periodicamente; noi abbiamo provato l’hummus con tostaditas, un po’ troppo liquido, il babaganush con pita integrale (di cui abbiamo fatto il bis!), la focaccia ai funghi e i tacos con sfilaccetti di manzo. I piatti sono presentati su piattini di carta in modo molto easy: tenendo conto della varietà di piatti sul menu e delle porzioni, pensiamo sia più adatto a un aperitivo o un dopocena informale. Con una birra a testa siamo usciti spendendo 22 euro a testa, decisamente sazi!

MANTRAVia Dal Verme 16, Milano. Aperto tutti i giorni (12-15 e 18-00, sab 18-02) tranne domenica.

CAFFÈ DEL LUPO

Per una cena di redazione, come già vi raccontavamo nel nostro reel su Instagram, abbiamo deciso di abbandonare le zone più battute e lasciarci guidare dalla curiosità per un posto in zona Lotto, Caffè del Lupo, di cui avevamo sentito un passaparola tra amici molto positivo. Che ci sentiamo di confermare: qui si mangia una cucina italiana contemporanea e anche abbastanza sperimentale, in un format che ricorda vagamente quello delle tapas, con piatti che si possono tranquillamente condividere, specie in tavolate un po’ numerose. In questo modo, noi abbiamo provato praticamente tutto il menu, che comprende piatti realizzati con prodotti in arrivo dai presidi Slow Food. Ottima “La Giovanna”, pancetta della Val Tidone in tre cotture e servita con focaccia, ma anche i mondeghili e le crocchette cacio e pepe. Il piatto della serata? Un formidabile cavolfiore marinato al chipotle e arrostito al barbecue con insalata croccante di cavolfiori. Fidatevi di noi! Il servizio gentile e sorridente scalda un po’ l’atmosfera altrimenti inspiegabilmente fredda e asettica. Conto sui 45-50 euro a testa a seconda di quello che sceglierete, mentre a pranzo si trovano formule più agili, pensate per chi lavora in zona. Noi siamo usciti parecchio soddisfatti!

CAFFÈ DEL LUPO. Via Albani 57, Milano. 02 39217821. Aperto tutti i giorni (12-15 e 19:30-23) tranne sabato a pranzo e domenica.

TELA

Ci spostiamo in zona Casoretto, a due passi da Mirta (uno dei nostri ristoranti a Milano del cuore) e in una zona che si sta via via sempre più animando enogastronomicamente, con questo cocktail bar che vi avevamo già segnalato lo scorso autunno tra le novità più promettenti per bere bene a Milano. E bere bene, da Tela, abbiamo bevuto (molto) bene. Il menu dei drink, splendidamente illustrato, oltre a proporre tutti i grandi classici, comprende anche alcuni drink più originali come l’Old Peantus, caloroso e morbido, a base di bourbon al burro d’arachidi, bitter al cioccolato e zolletta, oppure il Ci sta! con gin, shrub di mela e zenzero, liquore al rabarbaro e soda. Ma il nostro plauso maggiore va al Bloody Mary, come non ne bevevamo da tempo. Con i drink (10-12€), la birra o i calici di vino, viene offerto un piattino con olive, taralli, patatine e verdure in pinzimonio. L’atmosfera minimal è rinvigorita da quadri di artisti emergenti o poco noti alle pareti, dai proprietari gentili e premurosi e da un programma serrato di serate con musica dal vivo. Un buon posto dove fermarsi, magari anche nel dehors con qualche tavolino colorato, durante la bella stagione.

TELA. Via Teodosio 81, Milano. 02 64085762. Aperto tutti i giorni (18-2) tranne lunedì.

CAGIADA

Da amanti della pizza sottile, abbiamo voluto testare anche quella della pizzeria Cagiada, approdata prima dell’estate davanti all’Università Statale di via Festa del Perdono, in zona Missori, da Monza, dove si trova la sua prima sede. Il locale – con una bella e ampia vetrina leggermente rialzata su strada, ornata di piante – si presenta meglio da fuori che dentro, in cui l’ambiente risulta piuttosto algido: ordinato e pulito, ma impersonale. Siamo stati accolti da un cameriere molto gentile che ci ha dato il benvenuto con un sempre apprezzabile flûte di spumante. Ma parliamo delle cose davvero importanti: le pizze, leggere, friabili, sottilissime. Ma a deluderci un po’ è stata invece la farcitura. A parte la presenza dello stracchino (davvero difficile da trovare nelle pizzerie milanesi) che ci rende sempre molto felici, non siamo rimasti molto entusiasti né della pancetta affumicata – tagliata come fosse bacon, ma niente affatto croccante – né dal pesto e dal suo sapore acidulo. Abbiamo inoltre giudicato i prezzi delle pizze – che vanno dai 6.50€ della marinara ai 16€ della norma, con le melanzane fritte – un po’ eccessivi. Che dire? A nostro parere ci sono tanti indirizzi ben più validi in città. Ci teniamo però a segnalare, in ultimo, la possibilità di optare per la mozzarella vegana a base di anacardi fermentati.  

CAGIADA. Via Festa del Perdono 4, Milano. 02 58307404. Aperto tutti i giorni (12-14:30 e 19-23:30).

LA SALA DEL VINO

È bastato varcare la soglia di questa deliziosa enoteca con cucina nel quartiere Ortica (sorella maggiore de La Sala Bistrot, aperto qualche mese fa e di cui vi abbiamo già parlato), per capire che qui saremmo stati benissimo. La calorosa accoglienza di un team completamente al femminile e un ambiente a cui bastano pochi curati accorgimenti per creare un’atmosfera calda e accogliente (i bellissimi tavoli di legno grezzo trattato, le pareti colme di bottiglie di vino, l’ottima musica in sottofondo), sono stati elementi che già avevano spostato la lancetta del nostro apprezzometro verso giudizi alti. Il cibo è stato ‘solo’ la conferma di quello che avevamo già capito. Se la salsiccia di Bra con pane tostato è un piatto difficile da sbagliare se, come in questo caso, la materia prima è eccellente, il calamaro alla plancia con colatura di alici e crema di ceci ci ha stregato con la sua perfetta cottura e l’abbinamento dei sapori azzeccato in pieno. Il nostro fantastico percorso è continuato con una buonissima fregola con broccoli, cime di rapa e aringa affumicata dai sentori nordici e delle tagliatelle con ragù bianco, pinoli e cucunci dal sapore pieno e robusto. Abbiamo poi assaggiato delle costine di maiale con crema di patate che si scioglievano in bocca e concluso con un cremoso al pistacchio con crumble di cacao salato che, a ragione, ci è stato descritto come uno dei piatti più apprezzati dalla clientela e che a posteriori ci siamo pentiti di aver diviso. Nonostante l’anima di questo locale, come suggerisce anche il nome, sia il vino (impossibile non trovare qualcosa che non soddisfi i vostri gusti tra le 850 etichette disponibili), questi piatti pazzeschi, uniti a un conto decisamente corretto (84 euro in due per quello che vi abbiamo descritto più due calici di vino) fanno diventare La Sala del Vino una scelta consigliatissima per un pranzo o una cena da ricordare. Se ancora non l’aveste capito, tra i ristoranti a Milano provati di recente questo vola sicuramente tra i primi in classifica.

LA SALA DEL VINO. Via S. Faustino 1, Milano. 02 359832756. Aperto tutti i giorni (12-15 e 18-23) tranne domenica e lunedì.

MI CASA

Il Chaulafan di Mi Casa | © Tommaso Prada

Da non confondere con l’omonima toasteria a Turro e Lorenteggio, questo ristorante ecuadoriano a Gorla è stata una piacevolissima scoperta per un rilassante pranzo domenicale. Il fatto di essere gli unici clienti che non parlavano spagnolo e che non conoscevano i gestori non ci ha fatto assolutamente sentire a disagio. Anzi, i ragazzi in sala sono prodighi di attenzioni e disponibili a qualsiasi richiesta di spiegazioni sul menu. La proposta è davvero ampia e comprende tantissimi piatti di carne (come il Churrasco e la Parrilla) e pesce (come il Sango e l’Encebollado), ma anche zuppe, ceviche, empanadas e molte altre specialità dell’Ecuador. Noi abbiamo assaggiato il buonissimo platano fritto con formaggio (ogni volta che mangiamo il platano ci chiediamo come mai non sia parte integrante della nostra dieta) e il Chaulafan misto (un piatto di riso con pollo, vitello, maiale, uova, gamberi ed erba cipollina). Nonostante una quantità di ingredienti che copre il 70% della piramide alimentare e una porzione che poteva sfamare tre persone, questo piatto non ci ha minimamente appesantito e ci ha proprio soddisfatto grazie al riso croccante e a una carne gustosissima e tenera. Il quadro positivo si completa con i prezzi bassissimi: con una ventina di euro vi sazierete ampiamente e probabilmente avrete anche la schiscetta per il giorno dopo.

MI CASA. Via Oristano 14, Milano. 327 2311593. Aperto tutti i giorni (12-15:30 e 18-22, sab-dom orario continuato).

ICHI STATION

Vogliamo tanto bene al maestro Ichikawa e molto spesso frequentiamo (sia in presenza che da asporto) Ichi Station, la sua insegna di sushi più accessibile rispetto al ristorante di Porta Romana che porta il nome dello chef. L’Ichi Station vicino alla stazione Centrale è stato la sede di una delle nostre più mirabolanti cene di redazione qualche anno fa, ma non eravamo mai stati nel moderno spazio dagli arredi bianchi e dalle luci fluo (sembra l’interno di un’astronave) in via Solferino. Come sempre, abbiamo preso i nostri amati e sempre buonissimi uramaki colorati (quello verde con branzino, menta e philadelphia è una droga). Inoltre, abbiamo provato anche il sushi plant based (tra gli ingredienti ci sono tapioca e cardo) di cui tanto abbiamo sentito parlare nelle ultime settimane. Abbiamo assaggiato il “fake terzo sentiero” con nigiri e uramaki di salmone e tonno e il “fake ebiten crispy” con gambero fritto. Il responso è senza dubbio positivo: alla vista le differenze sono impercettibili e anche la consistenza in bocca è pressoché identica a vero pesce. Quanto al sapore, si percepisce che c’è qualcosa che non quadra, ma il gusto, soprattutto quello del salmone, è sufficientemente somigliante a quello originale e comunque tutti i piatti di sushi fake risultano piacevoli e soddisfacenti. Insomma, per chi non è vegano solo la curiosità potrebbe spingere a preferire questo tipo di sushi, ma per le persone che non mangiano pesce questa è sicuramente la via perfetta per condurli da Ichi Station.

ICHI STATION. Via Solferino 25, Milano. 02 82398131. Aperto tutti i giorni (12-15 e 19-23).

CANAGLIA

Una bella novità quella dei ragazzi di Canaglia, nuovissimo locale che trova casa a poca distanza dallo Scalo di Porta Romana, dove già si trova da anni il Madama Hostel, della stessa gestione. L’ambiente si presenta accogliente, con illustrazioni originali e colori caldi alle pareti, sempre ben frequentato da una clientela giovane e variegata. La carta è in continua evoluzione e ancora suscettibile di adattamenti, vista la recentissima apertura. Per sfamarvi, la scelta può ricadere sui taglieri di salumi o di formaggi, serviti con pan brioche della casa e giardiniera, o su alcuni piatti freddi a base pesce (come Tonno o son desto, trancio di tonno marinato e panato dei semi con crema di zucchine alla curcuma). Ampio spazio è lasciato ai cocktail, originali e davvero ben fatti, e non mancano le proposte dei vini, più limitati nella scelta, ma frutto di una evidente ricerca di piccoli produttori. Noi abbiamo optato per Darth Veder, cocktail a base gin, vermouth rosso, Cocchi Dopo Teatro, agro di mosto e mix di pepi, e il Cardinal, con gin, bitter e vermouth dry. Per accompagnare, un paio di taglieri caratterizzati da un’ottima selezione delle materie prime. Plauso anche a un’ottimo crostata che ci ha fatto concludere benissimo la serata. Non vediamo l’ora di riprovarlo soprattutto durante le serate primaverili, quando sicuramente si potrà sfruttare al meglio la splendida cornice della piazzetta. Tra i ristoranti a Milano di questo mese, sicuramente uno dei nostri preferiti!

CANAGLIA. Piazza San Luigi, Milano. 331 3336316. Aperti tutti i giorni (18-01) tranne la domenica e il lunedì.

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