I posti del cuore di Gabriele Verratti a Milano

Di Caterina Zanzi

Fashion editor di Grazia.it, scopritore di nuovi talenti nel campo del fashion, collaboratore di Icon, Gabriele Verratti in fatto di moda è una garanzia. Ma anche in tema di cibo non scherza. L’ho iniziato a seguire qualche tempo fa su Instagram, complice i suoi frequenti scatti dall’Abruzzo. L’ho conosciuto davanti a un piatto di pasta a Identità Golose a Expo. E adesso, gli ho chiesto di Milano: una città che l’ha stregato. Perché per amarla, assicura, “basta passeggiare lungo un viale alberato”.

Gabriele Verratti Conosco un posto

Gabriele Verratti|© Walter Menegazzi

Una delle ‘mission’ del tuo lavoro è scovare nuovi talenti della moda: dove vai in città a fare un po’ di shopping non convenzionale?
Più del nuovo m’interessa l’unico. Per questo sono di casa nei negozi del vintage, dove sono certo di trovare la chicca assoluta. La selezione di Cavalli e Nastri è molto curata, specie per cravatte e scampoli d’epoca – con cui realizzo pantaloni su misura. C’è poi Humana Vintage, il mio fornitore ufficiale per camicie e denim d’annata.

Dal tuo Instagram, soprattutto in estate, trapelano le tue origini abruzzesi: è possibile mangiare bene la cucina regionale qui in città?
Casa mia è sempre aperta per assaggiare pallotte cacio e ova e pizzelle. In alternativa Il Capestrano offre un menu abruzzese di tutto rispetto. Consigliatissimo il tradizionale piatto di pizz’ e foje, con erbe di campo e focaccia di granturco.

Il luogo segreto dove vai quando devi prendere una decisione importante?
Le decisioni davvero importanti sono quelle che maturano in chiesa. Sant’Ambrogio e Santa Maria delle Grazie soprattutto, per schiarirmi le idee nel silenzio e nella preghiera.

Il quartiere che preferisci?
Non riesco a definirne uno in particolare, a Milano mi basta passeggiare lungo un viale alberato. I viali alberati sono la più piccola unità di misura estetica nel mio personale concetto di urbanistica. Pianterei alberi dappertutto, anche in piazza Duomo.

Il luogo del cuore sopra ogni cosa?
L’Università Cattolica, il luogo a cui devo il primo periodo in città. Ogni tanto ci torno, anche solo per sedermi a cavalcioni sul muretto dei chiostri e godermi una bella giornata di sole.

Capitolo cibo, iniziamo dalle basi: dove vai a fare colazione?
Iniziamo maluccio, perché di regola salto la colazione.

La pausa ideale tra un appuntamento e l’altro?
In veranda da Bastianello, davanti a uno spumoso caffè shakerato.

Usciamo a cena: dove prenoti?
Al 19 di via Felice Casati, in trattoria. Boiserie anni 80 e quadri da rigattiere, piatti concreti e senza ansie da prestazione. Nicodemo, il cameriere, ti accoglie col sorriso e le sibilanti di un autentico calabrese. Stessa predilezione per Sabbioneda, sempre in zona: lì si va di cotoletta e polpettone, a prezzi imbattibili. Per le serate speciali Cantina Della Vetra non delude mai.

E se dicessi un drink con gli amici…
La Belle Aurore, francese nel nome e nell’atmosfera. Per fuggire come la peste il fighettismo di ritorno e bere un goccio in santa pace.

La gita fuori porta per rilassarti?
Sono anni che progetto di visitare Palazzo Te a Mantova. In autunno ci vado, promesso.

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