I posti del cuore di Linus a Milano

Di Caterina Zanzi

La sua voce tiene compagnia, da decenni, a milioni di italiani: colonna portante di Radio Dj, Linus è anche espressione di una certa milanesità, frutto di tutta una vita passata all’ombra della Madonnina. Gli abbiamo chiesto qualche impressione sulla ‘sua’ Milano e di raccontarci i suoi posti del cuore in città. Scopriteli tutti in questa intervista!

linus Radio Dj Intervista Conosco un posto
Un ritratto di Linus

Sei cresciuto a Paderno Dugnano: cosa porti con te dei tuoi primi anni in provincia e qual è la Milano ‘di quei tempi’ a cui sei più affezionato? 
Era una Milano un po’ via Gluck, in bianco e nero, poche macchine, molta umanità, tanta nebbia, tanti accenti. Molto concreta direi, meno “aspirazionale”.

Qual è la zona che invece ora ti piace di più, se è cambiata da allora e, in generale, quali sono i punti di forza che riconosci a Milano? 

Trovo belle ma un po’ artefatte le nuove piazze, da City Life a Gae Aulenti, ma era inevitabile. Preferisco (movida a parte) la pedonalizzazione dell’Arco della Pace. I grattacieli sono uguali dappertutto, la storia per fortuna no. La forza di Milano? Di essere un Davide che pensa da Golia, in fondo è una piccola città con una grande personalità.

Passiamo alla pars destruens: da cittadino, ci sono invece dei nei di Milano che proprio non comprendi o comunque degli aspetti con cui fai fatica a convivere? 
Fondamentalmente quelli tipici del nostro Paese, le lungaggini burocratiche che portano ad appalti insensati e quindi a lavori infiniti. Tutto quello che è pubblico purtroppo risente di queste complicazioni. E un po’ di confusione nelle scelte legate alla viabilità, per dirla in maniera educata…

Milano, nonostante tutto, continua a rimanere rilevante. Azzardando un paragone con il tuo lavoro, come si riesce, dopo tanti anni, a continuare a essere rilevanti per così tante persone? 
Mettendo il “meglio” al centro del proprio percorso. Sincronizzandosi con il ritmo del mondo in cui siamo immersi. C’è sempre margine di miglioramento in tutto quello che facciamo, per capirlo bisogna sempre mettersi nei panni degli altri, del pubblico come dei cittadini. E magari, con un pizzico di umiltà, vedere come gli altri risolvono problemi che ci sono comuni.

Spesso le vostre cene di redazione sono al ristorante romano di Porta Romana, Un Sacco Bello: cosa ti piace di questa insegna? 
È un posto folle dove si mangia benissimo. Sembra impossibile, di solito i posti divertenti hanno menu scadenti, e invece Davidino (il proprietario, ndr) nella sua follia è molto rigoroso. In più, è rimasto un dj nell’anima, quindi quell’aria caciarona è in realtà figlia di una scaletta ben studiata.

Ma andiamo nello specifico, quattro locali per altrettanto quattro momenti della giornata: dove ti piace andare per colazione, pranzo, aperitivo e cena? 
Per colazione scelgo uno di quei bar storici milanesi con i camerieri anziani in giacca bianca. A pranzo sto leggero, devo lavorare, e vado da LùBar, in via Palestro: metà Sicilia e metà Valle della Loira. Invece, odio gli aperitivi: Milano li ha creati, Milano li ha rovinati. Montagne di cibo spazzatura e di chiacchiere da Instagram. Per cena, mi piace un ristorante indiano vicino Brera, in via Montebello, il Cittamani. Se hanno convinto me, che sono metodico come un dodicenne…

Hai un appuntamento romantico con tua moglie: dove ti fa felice andare con lei, e in generale con la tua famiglia? 
Il nostro ristorante di riferimento è il Ribot, ci andiamo da trent’anni, i miei figli ci sono cresciuti. D’estate specialmente, con il grande giardino, si sta benissimo.

E quando invece cerchi un po’ di pace, magari per prendere una decisione importante, dove vai? 
A Gaggiano, mezz’ora da Milano, dal mio amico Paolo. L’Antica Trattoria Gerli, ma tutti la chiamano “il polletto”. Cucina classica ma qualità altissima (da poco ha aperto un avamposto anche a Milano, ndr). E sembra di essere in vacanza.

Il primo posto dove porteresti un tuo amico in visita? 
Alla Terrazza sopra la Triennale, tutta Milano in un colpo solo.

La tua passione per la corsa non è un mistero: quali sono i tuoi percorsi preferiti per correre in città? 
Ho la fortuna di vivere in una zona dove i posti per correre non mancano, dalla Montagnetta a Trenno, al parco delle Cave. Ma il mio preferito è il Bosco in Città, un luogo pazzesco, fedele al suo nome.

Un’ultima, doverosa, domanda, visto che viaggi parecchio: a quale città che hai visitato, straniera o italiana, vorresti ‘rubare’ qualcosa per Milano? 
In generale a quelle figlie di una politica costruttiva e illuminata. Due su tutte, Valencia e Rotterdam. L’ultima in particolare. C’ero stato vent’anni fa per un concerto degli U2 ed era una classica, tetra città industriale. Adesso è spettacolare, un’opera d’arte, contemporanea e calda al tempo stesso.

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