I posti del cuore di Beppe Sala a Milano

Di Dario Cosentino

Era il giugno del 2016 quando Giuseppe Sala, per tutti Beppe, si insediò a Palazzo Marino. L’esperienza milanese di Expo, di cui fu Commissario Unico, era terminata da poco. In due anni, Sala è diventato il sindaco della Milano che cambia, della Milano inclusiva, della Milano internazionale. Il sindaco di una Milano che a noi di Conosco un posto piace tantissimo. In questa intervista, ci parla dei suoi posti del cuore: dai suoi bar preferiti e delle sue gite fuori porta, ma anche di quartieri, periferie e integrazione. Ecco quello che ci ha raccontato!

Beppe Sala Intervista Conosco Un Posto Milano
Un’immagine dal profilo Instagram di Beppe Sala

I POSTI DEL CUORE DI BEPPE SALA A MILANO

Qual è il quartiere al quale è più affezionato e che la riporta al suo passato da comune cittadino?
Sono nato a Milano, ma sono cresciuto in Brianza dove sono rimasto fino all’università. Il quartiere che mi sta particolarmente a cuore è Brera dove, da quando ho potuto, sono andato a vivere e dove vivo tuttora.

Quale invece il quartiere più promettente?
A prometter bene è tutta Milano, ma la zona della Fondazione Prada, che si allargherà allo scalo di Porta Romana, è molto interessante.

Il luogo dell’anima, dove va a trovare le risposte a qualcosa che le sta a cuore.
Santa Maria delle Grazie.

La vista su Milano che preferisce?
Negli ultimi anni tanti nuovi grattacieli hanno cambiato lo skyline della città. Da tutti si gode una vista straordinaria su Milano. Dovendo indicarne una in particolare però scelgo la terrazza della Triennale, la spettacolare vista su Parco Sempione con sullo sfondo i grattacieli della nuova Milano.

Il bar in cui si sente a casa, dove si lascia andare a commenti sportivi o di attualità, appunto, “da bar”.
Quando posso, specialmente la domenica a colazione, vado da Marchesi in corso Magenta. Ultimamente mi piace andare a bere l’aperitivo al Clover, un chioschetto che si trova nello spazio tra le due corsie di marcia di viale Brianza.

Qual è il luogo che secondo lei più rappresenta Milano?
Milano negli ultimi tempi ha visto nascere nuovi quartieri e tutti si integrano perfettamente con la vecchia Milano.  Porta Nuova con la vicina nuova Piazza Gae Aulenti e City Life, sono luoghi che ben rappresentano il presente e il futuro di Milano. Accanto a questi però restano saldi come simboli della città Piazza Duomo, il Teatro alla Scala, Brera e il Castello Sforzesco. E lo stadio di San Siro. 

Dove porta la sua fidanzata per una cena speciale?
Non ho un luogo particolare, Milano per fortuna offre un’ infinita scelta di ristoranti in cui si mangia bene e mi piace provarne sempre di nuovi.

Un posto o un locale che ama in una città italiana e che vorrebbe trovare a Milano?
L’Harrys Dolci di Venezia, pied dans l’eau alla Giudecca (quindi impossibile da avere a Milano!).

A quale città straniera, invece, vorrebbe rubare qualcosa per Milano?
New York. È una città cosmopolita, all’avanguardia, capace di scegliere bene per il suo futuro. Lì l’ambizione è di casa.

Qual è il luogo della “vecchia Milano” che più le manca?
Non è un segreto che il mio sogno è tornare ad avere i Navigli aperti e navigabili.

Qual è il piatto che ama della cucina Milanese?
Da buon milanese sono innamorato del risotto con lo zafferano. Mi piace mangiarlo al ristorante, ma lo cucino anche io a casa per gli amici

Se avesse tempo, come trascorrerebbe la domenica pomeriggio a Milano?
Fare il sindaco è impegnativo ma qualche domenica pomeriggio riesco ancora a viverla da milanese (con il cellulare acceso). E solitamente mi dedico a ciò che di bello offre la città: musei, mostre, cinema, magari l’Inter allo stadio. Se sono molto stanco, mi basta un libro e il divano di casa mia.

Dove le piace andare a fare la spesa?
Vivo da solo e detesto l’idea di aprire il frigorifero e vederlo vuoto. Come tutti vado al supermercato, in genere la sera, dopo il lavoro. Ma frutta e pane li prendo in due negozi vicino a casa.

L’antico detto milanese che più la rappresenta?
“Se te se moeuvet mai spetta minga che te rusen”. (“Se non ti muovi mai non aspettarti una spinta”). Ovvero, se vuoi ottenere qualche cosa non aspettare a darti da fare. 

Da quale angolo della città partirebbe per mostrarla a un ospite importante?
Partirei da una angolo nascosto, magari dalla Vigna di Leonardo. Un luogo magico che anche tanti milanesi non conoscono.

La gita fuori porta che consiglierebbe per cambiare aria?
Amo la Liguria e ho casa a Zoagli. In poco tempo con il treno si arriva a vedere il mare.

La periferia meglio integrata con il resto della città? E quella su cui lavorare per prima?
Abbiamo realizzato un Piano Quartieri che guarda alla città nella sua interezza superando il concetto di periferie. Pensiamo a una città composta da aree diverse che crescono e si rinnovano alla stessa velocità, vicine o lontane dal centro.

Qual è il cambiamento della città di cui va più orgoglioso?
Milano sta vivendo un periodo di trasformazione che ha come orizzonte il 2030. Ciò che mi dà maggiore soddisfazione è affrontare questo cambiamento con la partecipazione dei milanesi alle scelte riguardanti il luogo in cui vivono e vivranno.

Quale invece il quartiere che ha fatto il miglior percorso in termini di integrazione?
Rogoredo-Santa Giulia negli ultimi anni ha consolidato il suo percorso di riqualificazione e si candida a diventare un nuovo centro direzionale della città. Nuovi edifici stanno per nascere accanto alle residenze. Qui realizzeremo il nuovo palazzetto per sport ed eventi. Purtroppo è nota solo per il boschetto della droga, ma ho fiducia in un futuro diverso.

Scopri anche cosa ci aveva raccontato Giuliano Pisapia!

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3 commenti

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