La Milano Art Week è ormai passata da quasi un mese ma Milano continua a essere animata da bellissime mostre. Ecco la nostra selezione di mostre da non perdere a maggio!
5 BELLISSIME MOSTRE A MILANO DA NON PERDERE A MAGGIO
IL MERAVIGLIOSO MONDO DELLA NATURA
Fra i numerosi eventi organizzati a Milano per celebrare i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci trovate Il meraviglioso mondo della natura, una mostra pensata per consentire ai visitatori uno sguardo sulla rappresentazione artistica della natura fra il Quattrocento e il Seicento, con particolare attenzione allo scenario lombardo. Fulcro del progetto è la ricostruzione, presso la Sala delle Cariatidi, del Ciclo di Orfeo, uno dei più interessanti complessi figurativi del Seicento italiano. 23 tele, alcune di notevoli dimensioni, raffiguranti più di 200 specie animali comuni ed esotiche a grandezza naturale, che si rincorrono in un paesaggio fluido, accompagnati da due sole figure umane – Orfeo incantatore e un piccolo Bacco – e da creature fantastiche come l’unicorno. Commissionato da Alessandro Visconti per il proprio palazzo milanese e ospitato a Palazzo Sormani dal 1877, il Ciclo di Orfeo può essere ora ammirato a Palazzo Reale insieme a 160 esemplari di mammiferi, pesci, uccelli, rettili e invertebrati prestati dal Museo di Storia Nauturale, dall’Acquario Civico di Milano e dal Muse di Trento. Dalla raffigurazione visiva proposta nella prima parte della Sala delle Cariatidi, si passa dunque a una dimensione in cui la maggior parte delle creature dipinte sembra acquisire tridimensionalità. A introduzione della mostra, invece, vengono presentati l’Historia plantarum – famoso codice tardogotico lombardo ricco di centinaia di illustrazioni di flora e fauna – e un raffronto tra la Canestra di frutta di Caravaggio e il Piatto metallico con pesche di Figino, due dei primi esempi di natura morta occidentale realizzati da artisti lombardi.
PALAZZO REALE. Piazza del Duomo, 12. Aperto tutti i giorni (orario sul sito). Ingresso: intero 14€, ridotto dai 12€ ai 6€ a seconda della riduzione. In calendario fino al 14 luglio 2019.
IMMERSIONE LIBERA
La Palazzina dei Bagni Misteriosi, fino al 18 maggio, ospiterà l’affascinante mostra di arte contemporanea Immersione Libera; un progetto di Marina Nissim volto a sostenere e promuovere nuovi talenti artistici. La selezione degli espositori comprende 12 giovani artisti che vivono o lavorano in Italia, cui è stata lasciata massima libertà di espressione e sperimentazione, senza temi o limitazioni imposti, al di là dello spazio che ospita opere e installazioni. Per questa ragione la mostra si presenta come un susseguirsi di diverse identità, che si intrecciano e contaminano vicendevolmente, coesistendo nello stesso spazio in modo armonico, senza mai annullarsi. Il processo ideativo di Immersione Libera si distingue nettamente, quindi, da quello di una canonica mostra: agli artisti è stata data carta bianca proprio per creare in ogni ambiente della Palazzina uno spazio assolutamente immersivo e coinvolgente per lo spettatore, per invogliarlo – in assenza di un filo conduttore atto a tenere legate proposte che spaziano tra linguaggi, materiali e tecniche diverse – a immergersi liberamente al suo interno e uscirne diverso e arricchito.
PALAZZINA DEI BAGNI MISTERIOSI. Via Carlo Botta, 18. Aperto tutti i giorni (mar-ven 16.00-21.00; sab-dom 14.00-21.00) tranne lunedì. Ingresso: 3.50€. In calendario fino al 18 maggio 2019.
CAPIRE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO
Video installazione nella prima sala | © Carlotta Coppo Capire il cambiamento climatico | © Carlotta Coppo
Lo sappiamo tutti: il clima sta cambiando; la temperatura della Terra è aumentata di oltre un grado Celsius nell’ultimo secolo; i ghiacciai perenni si stanno sciogliendo; il livello del mare continua ad alzarsi e la plastica sta inquinando pericolosamente il nostro pianeta, uccidendone la fauna. Lo sappiamo tutti ma non ne siamo mai abbastanza consapevoli. Cosa può fare concretamente, allora, ciascuno di noi per evitare un’estinzione di massa dalla quale difficilmente ci si salverà senza cambiare le proprie abitudini? Attraverso un percorso esperienziale che porta all scoperta delle cause e degli effetti del riscaldamento globale, Capire il cambiamento climatico – Exsperience Exhibition, cerca di ribadire il concetto, invitando gli spettatori a confrontarsi con la bellezza della natura, con la terribile deriva che sta prendendo, nonché coi nostri comportamenti quotidiani e con quello che potremmo e dovremmo fare per contrastare questa tendenza e cambiare il corso del nostro futuro. Il percorso espositivo, articolato in tre momenti (esperienza, consapevolezza e azione), accoglie gli spettatori con due grandi sale: sulle pareti della prima scorrono immagini in movimento raffiguranti una natura potente e rigogliosa, che suscitano stupore ed emozione per la bellezza del nostro pianeta. Nella seconda, però, a queste immagini se ne contrappongono altre, che testimoniano catastrofi dovute al cambiamento climatico: animali strozzati da pezzi di plastica, paesaggi devastati, uomini costretti a vivere ai margini della società. La pace e vibrazioni positive sentite nella prima sala lasciano così lo spazio a emozioni ben più drammatiche e disturbanti, bensì necessarie da esperire per giungere al secondo momento del percorso espositivo: la consapevolezza. Nella terza sala i visitatori possono vedere e leggere, su pareti alte 3 metri ricche di infografiche e illustrazioni, quali sono i cambiamenti in corso e, tramite postazioni interattive, testarsi per valutare le proprie scelte quotidiane in rapporto alla loro influenza sull’ambiente. Il percorso si chiude con un messaggio: ognuno di noi può, nel suo piccolo, contrastare il cambiamento climatico. Una mostra adatta a tutta la famiglia, accessibile e particolarmente formativa anche per i più piccoli.
MUSEO DI STORIA NATURALE DI MILANO. Corso Venezia, 55. Aperto da martedì a domenica (9.00-17.30). Ingresso: intero 12€, ridotto 9€. In calendario fino al 26 maggio 2019.
L’ORA DANNATA
Life in the folds e Black Cloud di Carlos Amorales | © Carlotta Coppo
Inaugurata in occasione della Milano Art Week, L’ora dannata di Carlos Amorales continuerà a essere visitabile presso Fondazione Pini fino all’8 luglio. Fin dall’ingresso dello spazio espositivo risulta chiaro che un’invasione è in corso: quella di migliaia di farfalle nere – 15mila, per l’esattezza – posate ovunque; muri, scale, quadri, lampade, tavoli, sedie, porte e finestre. Cosa vuole trasmetterci l’autore dell’installazione? Probabilmente un senso di inquietudine, la sensazione di essere invasi – appunto – anche se a dire il vero ci si sente contemporaneamente incantati da questo oscuro sciame, dalla Black Cloud. Ma la “nuvola nera” non è la sola opera di Amorales presente in mostra. Ad accompagnarla si trova Life in the folds, in cui l’artista mette in scena il tema della violenza degli uomini, profonda e dirompente, capace di sprigionarsi inaspettatamente e in modo ingiustificato. Il progetto comprende un video di animazione in cui si assiste contemporaneamente a una drammatica vicenda e alla sua macchinazione da parte di un burattinaio che muove i fili dei protagonisti; metafora della mistificazione a cui la storia e le nostre azioni sono, inevitabilmente, sottoposte. In una stanza appaiono anche le sagome di figure umane che sembrano aver attraversato le pareti, proteggendosi gli occhi da ciò che si presenta al loro sguardo. Con questa esposizione Amorales parla del proprio paese, il Messico, ma anche di discrepanze e tensioni assolutamente attuali e globali. L’invito è quello di riconoscere la portata dei nostri fantasmi, la loro origine e il loro valore ideologico per poterli affrontare con consapevolezza.
HANS JOSEPHSOHN
Half figure | © Carlotta Coppo Standing figure | © Carlotta Coppo
Hans Josephsohn nasce in Germania nel 1920 ma, a causa delle sue origini ebree, è costretto a trasferirsi prima in Italia e, successivamente, in Svizzera. Zurigo diviene dunque sua città di adozione, sebbene l’Italia gli rimanga nel cuore; soprattutto la parte di territorio laziale e della bassa Maremma toscana, legato al ritrovamento di reperti archeologici di origine etrusca. L’astrazione formale e l‘efficacia rappresentativa caratteristiche dell’arte antica, lo affascinano profondamente e ispirano il suo lavoro. Le sculture dell’artista svizzero, prendono forma per “assemblaggio” e sono strettamente legate all’ambiente che le circonda. Per questo, il materiale preferito di Josephsohn è il gesso: più facile da gestire secondo il processo metodologico da lui seguito, secondo il quale aggiungere parti mancanti e colmare le lacune presenti nell’opera, risulta più facile e spontaneo del gesto preciso che richiede l’incisione di una pietra. La sua arte è stata definita “plastica esistenziale”, poiché il punto di partenza della sua opera è sempre la vita vissuta, l’esperienza individuale, la relazione personale. Tema principale della pratica artistica di Josephsohn è infatti la rappresentazione dell’immagine umana e della sua esistenza. L’artista stesso afferma in una intervista del 2008: “Il punto di inizio siamo semplicemente noi. […] Sono le persone che mi interessano. La mia base di partenza è stata sempre la donna con cui vivevo, o al massimo una sua amica. Non sono mai stato in grado di lavorare con una modella. […] Per me è sempre stata necessaria una relazione, così che potessi osservare la donna in questione sempre, ancora e ancora; è forse attraverso un processo così lungo che si riescono a vedere le cose in maniera più precisa.”. In mostra sono presenti sculture, prodotte fra gli anni 50 e il 2000, suddivise nelle varie categorie figurative ricorrenti nell’opera della artista (heads, half figures, standing figures, reclining figures e reliefs), alcuni disegni preparatori e un film dedicato alla pratica dell’artista.
ICA MILANO. Via Orobia, 26. Aperto da giovedì a domenica (12.00-20.00). Ingresso libero. In calendario fino al 2 giugno 2019.