5 bellissime mostre a Milano da non perdere a ottobre

Di Carlotta Coppo

L’autunno è arrivato e ha portato con sé moltissime novità assolutamente da non perdere! Tra i grandi nomi e le nuove leve, le esposizioni più attese e quelle meno pubblicizzate, anche questo ottobre abbiamo 5 mostre che vi consigliamo di visitare al più presto!

5 BELLISSIME MOSTRE A MILANO DA NON PERDERE A OTTOBRE

TRAINING HUMANS

Milano Mostre Ottobre
A facial recognition project report (1963) | © Carlotta Coppo

L’evoluzione in ambito tecnologico è sicuramente affascinante, talvolta stupefacente ma non v’è dubbio che nasconda anche un inquietante risvolto. Training Humans – concepita dalla professoressa e studiosa nell’ambito dell’intelligenza artificiale (IA) Kate Crawford e dall’artista e ricercatore Travor Paglen – è una mostra che investiga le immagini di training focalizzate sugli esseri umani, ossia tutte quelle fotografie usate dagli scienziati per classificare gli esseri umani, o meglio insegnare ai sistemi di IA come farlo, sorvegliando le persone. Il tentativo è quello di guardare dentro al sistema per capire come funziona e poterne cogliere i grandi errori, le semplificazioni e i pregiudizi. Al primo piano sono esposti i primi set di immagini utilizzati in laboratori scientifici e in ambito militare per classificare gli individui (a partire dal primo esperimento di riconoscimento facciale computerizzato, finanziato dalla CIA a partire dal 1963). Al secondo, invece, si passa all’inizio del nuovo secolo, all’esplosione della fotografia online e dei social media, che hanno messo a disposizione dell’IA miliardi di immagini, utilizzate senza il consenso delle persone ritratte, utilissime per migliorare la capacità di visione delle macchine e attuare classificazioni sempre più invasive e complesse. Training Humans è stata dunque pensata per farci prendere consapevolezza del funzionamento del sistema, metterci in guarda e spingerci a iniziare a ripensare questi sistemi “scientifici” che ci guardano e classificano nei più svariati ambiti delle nostra esistenze, dalla scuola all’ospedale, dall’aeroporto agli ambienti militari. 

OSSERVATORIO FONDAZIONE PRADA. Galleria Vittorio Emanuele II. Aperto tutti i giorni (orari sul sito) tranne martedì. Ingresso: intero 15€, ridotto 12€ (valido anche per mostre temporanee e permanenti di Fondazione Prada ). In calendario fino al 24 febbraio 2020.

IL SARCOFAGO DI SPITZMAUS E ALTRI TESORI

La trepidante attesa è terminata: finalmente Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori ha inaugurato il 20 settembre nella già di per sé magnifica sede milanese di Fondazione Prada. L’interessante progetto espositivo – concepito dal regista Wes Anderson e dall’illustratrice, designer e scrittrice Juman Malouf – riunisce una selezione di ben 537 opere (più numerose rispetto a quelle selezionate per la medesima mostra a Vienna) provenienti da 12 collezioni del Kunsthistorisches Museum e da 11 dipartimenti del Naturhistorisches Museum; inaugurati nel 1891 a Vienna. Anderson e Malouf, per alcuni anni hanno selezionato insieme le opere; attraverso lungo e faticoso processo, non privo di incomprensioni, frustranti negoziazioni e accaniti confronti. Il risultato ottenuto, tuttavia, appare armonico, a tratti insolito e spettacolare. A colpire è anche il magnifico allestimento, concepito dai due artisti in collaborazione con Itai Margula come uno scrigno ricco di tesori, suddiviso in stanze e vetrine colorate che racchiudono gruppi di opere e oggetti affini e illuminato magistralmente per dare la medesima importanza a ogni singolo elemento. I tesori contenuti sono tra i più vari: dipinti, abiti, oggetti antichi d’uso comune, reperti naturali e molto altro. Si spazia dall’antichissimo bracciale di perle in maiolica egizia (3000 a.C.) alle uova di emù del Museo di Storia Naturale (2018). Una vera e propria Wunderkammer in cui vengono stravolte le regole tradizionali alla base delle classiche istituzioni museali. Una mostra ricchissima, da percorrere con lentezza per poterne apprezzare ogni singolo particolare.  

FONDAZIONE PRADA. Largo Isarco, 2. Aperto tutti i giorni (orari sul sito) tranne martedì. Ingresso: intero 10€, ridotto 8€. In calendario fino al 13 gennaio 2020.

ATELIER FIUME

Quando i figli seguono naturalmente le orme dei padri, per indole e sincera ammirazione, senza sentirsi né intimiditi né forzati nell’intraprendere un percorso simile al loro, è affascinante soffermarsi a osservarne similitudini e diversità. La mostra a Palazzo Lombardia dedicata a Salvatore e Laura Fiume – coppia legata da un sodalizio tanto artistico quanto umano – offrirà proprio questo tipo di opportunità, presentando 38 opere, di cui 17 dipinti realizzati da Salvatore fra 1964 e il 1996; 19 di Laura realizzati tra il 2002 e il 2019 e 2 opere dipinte insieme negli anni ’90 a Canzo, nei grandi spazi di una ex-filanda adattata a studio, dove padre e figlia lavorarono insieme. Ad accomunare tutte le opere in mostra è l’uso di materiali diversi dalla tela, come base di lavoro. Una scelta stimolante, attraverso la quale i due artisti hanno potuto sfidare se stessi, trovando soluzioni nuove e inaspettate per far fronte a problemi compositivi e materici nuovi. Le opere di Salvatore Fiume scelte per essere esposte furono tutte realizzate su supporti quali carte da parati e tessuti; materiali ispirati al suo viaggio a Londra negli anni’60, dove venne a contatto col mondo del beat e con l’abbigliamento originale e anticonformista che ne caratterizzava i protagonisti. Le opere di Laura Fiume, invece, sono state tutte realizzate dopo la morte del padre e rappresentano un omaggio al mondo del design – di cui lei stessa fa parte – e ai suoi protagonisti: Gio Ponti, Paola Navone, Philippe Starck. 

SPAZIO ESPOSITIVO PALAZZO LOMBARDIA. Via Galvani, 27. Aperto tutti i giorni (lun-ven 11.00-19.00; dom 14.00-18.00) tranne sabato. Ingresso libero. In calendario dal 4 al 29 ottobre 2019.

ERMENEUTICA CHAPTER I

Mostre Ottobre Milano
Nereide | © Carlotta Coppo

Fabio Weik – graffiti writer e artista contemporaneo milanese, classe ’84 – impronta il suo lavoro sul costante riferimento al contesto storico attuale e al forte impatto che hanno i media sulla società contemporanea, utilizzando per le sue opere tecniche sperimentali e materiali inusuali. Per il primo capitolo del controverso viaggio che ha deciso di chiamare Ermeneutica, inaugurato il 28 settembre presso lo spazio Leà, a essere utilizzate come supporto per le sue opere sono le coperte di sopravvivenza in cui di solito siamo abituati a vedere avvolti i profughi sopravvissuti a pericolosi ed estenuanti viaggi in mare, compiuti nella speranza di un futuro migliore. Se l’intento era quello di richiamare l’attenzione si può dire con certezza che ci sia riuscito: trovandosi davanti alle tele di grande formato (fino a 4 metri di altezza) l’impatto è forte e diretto. Come un moderno ermeneuta, Weik utilizzato l’arte come chiave di interpretazione della condizione umana, compiendo una simbolica traversata dall’antica Grecia ai nostri giorni. Le immagini stampate sulle coperte termiche dorate raffigurano personaggi mitologici, ispirate ai cartigli cinquecenteschi e riprodotte dettagliatamente a mano dall’artista con la tavoletta grafica, e creano un provocatorio parallelismo con i viaggi dei migranti. Le raffigurazioni che vedono protagonisti Marte, Nettuno, gli Argonauti diventano così simbolo dei momenti e degli ostacoli caratteristici dei viaggi in mare e l’artista si fa ermeneuta atto a riconnettere gli spettatori, anestetizzati dalla reiterata presenza di immagini degli sbarchi e delle terribili morti in mare in televisione e sui giornali, alla realtà della condizione di questi esseri umani. Una mostra bella e significativa; un ottima occasione per conoscere questo talentuoso artista. 

LEÀ. Via Scoglio di Quarto, 3. Aperto da giovedì a sabato (previo appuntamento via mail: [email protected]) 11.00-19.00. Ingresso libero. In calendario fino al 20 ottobre 2019.

DE CHIRICO

Mostre Milano Ottobre
Orfeo trovatore stanco (1970) | © Carlotta Coppo

A differenza dell’attuale tendenza a incupire con luci soffuse le mostre d’arte, entrando alla mostra di Palazzo Reale fa piacere vedere tanto bianco, dal quale riescono a spiccare ancor meglio le più di 100 meravigliose opere di De Chirico esposte. Per la seconda volta, a distanza di 50 anni, l’istituzione milanese ospita una personale del grande artista; una retrospettiva che ricostruisce una carriera scandita dagli svariati spostamenti e incontri che la influenzarono: l’infanzia e gli studi ad Atene; Milano; Firenze (dove nacque la sua celebre pittura metafisica); Monaco; la Parigi delle avanguardie, frequentando Apollinaire e Picasso; Ferrara e l’incontro con De Pisis e Carrà; New York e la collaborazioni con le riviste di moda e infine Roma. La suddivisione della mostra nelle 8 sale è pensata per accostare le opere in modo originale, senza focalizzarsi solo sulle più note e inconfondibili. Sono infatti presenti anche i dipinti realizzati negli anni Cinquanta, in cui cominciò, con grande ironia, a cambiare registro, ispirandosi al barocco e realizzando autoritratti in vesti da torero, nature morte e opere ispirate ai grandi Maestri della pittura del passato. Un De Chirico poliedrico, la cui visione a tutto tondo è stata possibile grazie ai prestiti ricevuti da svariati musei nazionali e internazionali (la Tate Modern, il Metropolitan Museum, il Centre Pompidou e la Pinacoteca di Brera, solo per citarne alcuni). Ad attrarre principalmente rimangono comunque manichini e monolitiche statue privi di sguardo che talvolta si abbracciano o riposano, come fossero umani, abitando paesaggi tanto reali e possibili quanto inabitati e trascendenti

PALAZZO REALE. Piazza del Duomo, 12. Aperto tutti i giorni (orari sul sito). Ingresso: intero 14€, ridotto 12€. In calendario fino al 19 gennaio 2020.

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