Capita che un pranzo o una cena non piacciano, ed è giusto parlarne. Grazie al cielo non succede spessissimo, ma a volte si esce da un posto scontenti per vari motivi. Ecco 5 ristoranti a Milano che, purtroppo, proprio non mi hanno entusiasmato negli ultimi mesi! E a questo link potete trovate tutti i posti che nel tempo non mi hanno convinto. I vostri quali sono?
SAKA BAR (chiuso)
Riponevo in questo nuovissimo ristorante giapponese in via Marghera grosse aspettative. Sia perché avere un etnico di livello a due passi da casa non mi sarebbe dispiaciuto, sia perché è sempre un piacere quando a Milano sorgono locali diversi dai soliti sushi, con in carta piatti introvabili altrove. Purtroppo, però, Saka Bar – almeno per cena – si è rivelato un buco nell’acqua. Locale buio e poco curato, incomunicabilità con il personale di sala a causa di evidenti problemi linguistici, piatti più o meno riusciti comunque serviti in porzioni che definirei ridicole. Per uscirne sazi ci vorrebbero cento euro (a testimonianza di ciò dirò solo che il costo di tre nigiri è di 15 euro: alla fine, quindi, si torna a casa con lo stomaco vuoto e una generale sensazione di incompiutezza. Sarà che dietro a questa nuova avventura c’è un pizzaiolo che anche con un la pizza poco mi aveva convinta?
AROMANDO BISTROT (chiuso)
Aromando Bistrot, ristorantino delizioso dietro Paolo Sarpi, è il classico esempio di posto “più bello che buono”. Il locale, infatti, è uno dei più curati, confortevoli, amorosi in cui io sia mai stata. Arredi come a casa, tavole curate nei minimi dettagli, fiori e piante ovunque e un’atmosfera davvero difficile da respirare altrove a Milano. Eppure, a una tale bellezza dell’ambiente non corrisponde, purtroppo, un’altrettanta cura nei piatti proposti. Tante le salsine che spesso coprono i sapori, cotture sbagliate (il mio polpo rasentava l’immangiabile), accostamenti più simili ad azzardi che a matrimoni riusciti. Il servizio è discreto, il conto alla fine esagerato per quanto offerto (tenete in considerazione una quarantina di euro bere a parte). Un ‘peccato’ grosso come una casa.
ACHAR
A provare la cucina nepalese di Achar volevo andare da tantissimo tempo, più o meno da quando, soltanto qualche mese fa, ha aperto questo nuovo locale ‘tradizionale’ in via Piero della Francesca, proprio dietro a Sempione. Ma il ‘buona la prima’, questa volta, non c’è stato. In carta i momo (ravioli misti), pasta fresca all’uovo variamente condita, e tanta carne. La mia esperienza? Ravioli poco convincenti, sapori nient’affatto definiti o distinguibili, nessun motivo particolare per gridare al miracolo, all’infuori di un pollo marinato con spezie fresche e limone, davvero buono. Peccato perché il posto è abbastanza carino e il servizio davvero gentile.
IDEAL (chiuso)
Non è un ristorante, ma un cocktail bar, aperto pochissimo tempo fa dai ragazzi del Botanical Club. Spiace dire che quanto mi piace quest’ultimo (specie per i gin e i pokè), tanto non mi è piaciuto l’Ideal. Ed è un peccato: perché la zona (siamo dietro via Washington e vicino a Conciliazione) è povera di bei posti dove bere un buon cocktail, perché – egoisticamente – è vicino casa e sarebbe potuto diventare tappa fissa e perché, almeno negli intenti, ci poteva stare. Ma quel che ne esce è un locale asfittico con tre posti al bancone e sei in totale appollaiati su dei tavolini che assomigliano più a isole nell’oceano e cocktail nella norma a più di 10 euro l’uno. L’aperitivo? Una dozzina di mandorle e qualche oliva. Next, please!
LÙBAR
All’inizio, alla sola idea che esistesse anche solo per un caffè in pausa pranzo, ero entusiasta di LùBar, bellissimo locale proprio davanti alla Galleria d’Arte Moderna di Milano. Ma andandoci un paio di volte, mi sono dovuta ricredere: al di là della bellissima atmosfera, c’è ben poco. Il servizio è lento, i prezzi sono elevati, la gestione dei tavoli è mal pensata. E, cosa ben più grave, anche il cibo è sotto la sufficienza. La formula dell’aperitivo (due cucchiaini di hummus e 4 olive), poi, è davvero ridicola.
E per voi quali sono stati i flop dell’ultimo periodo in città? Commentate sui social usando l’hashtag #conoscounposto!
5 commenti
confermo su aromando bistrot, tanto bello quanto poco convincente
Strano il commento negativo su lubar, il cibo mi hanno detto essere buono. Quanto all’aperitivo concordo in piena linea, scarno, e lento il servizio. Però da fonti di cui mi fido il cibo mi è arrivato come un buon cibo. Non mi resta che provare di persona 😉
Lubar nasce come streetfood: come tale funziona da anni, pur essendo caro. Achar non mi è piaciuto.
I miei flop: Un posto a Milano (flop da anni, non si riprende più), Chicco do Mexico, Delifrance, Besame Mucho, Desinolento
Ciao Andrea, direi che siamo abbastanza sulla stessa lunghezza d’onda. Anche a me Besame Mucho non è piaciuto per nulla, l’avevo già inserito in un altro articolo dei flop 🙂
Un posto a Milano lo provai ormai nel giugno 2015 e non mi pareva male. è peggiorato?