A cena da Ronin Robata, palazzo mai visto prima a Milano

Di Caterina Zanzi

Quando si viaggia all’estero, esistono quei posti da cui si esce pensando: “Questo servirebbe proprio a Milano“. Penso ad alcune brasserie in cui abbiamo mangiato a New York, o a tanti dei ristoranti di Tokyo, o anche ad alcuni locali parigini o londinesi. Quando sono uscita da Ronin ho pensato che era bello che uno di quei posti così (così come? ci proviamo a definirlo, in questo articolo) fosse arrivato nel pieno centro della nostra città, nel cuore di Paolo Sarpi.

Abbiamo provato Ronin Robata e qui vi diciamo com’è!

IL MENU DI RONIN: Giappone, Italia, Francia…

Ronin è un palazzo di 4 piani che ha aperto da circa due mesi in via Alfieri, all’angolo con via Canonica e nel cuore di uno dei nostri quartieri preferiti, Chinatown. È ispirato al Giappone, sia negli arredi che nella carta. Al pianterreno c’è Piccolo Ronin, in stile izakaya, il posto giusto per spuntini e drink veloci a prezzi abbordabili, mentre al primo piano ha casa Ronin Robata, un ristorante a tutti gli effetti, i cui fornelli sono capeggiati dallo chef Luigi Nastri. Al piano 2, invece, spazio al cocktail bar Madame Cheng e a qualche sala privata per il karaoke (su prenotazione), oltre che a un ristorante omakase di prossima apertura. Quarto e ultimo piano: members club only, anche questo in via d’apertura.

Noi abbiamo scelto di trascorrere la serata, per la nostra cena di compleanno, da Ronin Robata, il cui menu si articola in proposte al confine tra Italia, Francia e Giappone, con la robata – la griglia giapponese – a fare da protagonista a molti piatti. Personalmente, avrei ordinato tutto: i gyoza di agnello e rūtsudashi, il tenpura di razza e kurozu, gli udon con curry giapponese e vongole e lo shabu shabu, fumante hot pot di verdure e carne che ha allietato i nostri vicini di tavolo e che sembrava imperdibile. Prossima volta.

COME SI MANGIA DA RONIN: a tratti molto bene, a tratti meno bene

Dopo un piccolo benvenuto della casa, decidiamo di iniziare il nostro percorso da due piatti che dettano un po’ le nostre impressioni ‘ondivaghe’ di tutta la cena: uno è molto buono, l’altro è meno buono. Nella prima categoria ricadono le ostriche in tenpura e vitello, servite con una parmentier di patate epica: il piatto è meravigliosamente riuscito. Lo è meno il sashimi di salmone con sunomono di cetrioli e ikura, complice una schiumetta che proprio non ci ha entusiasmato e il fatto che gli ingredienti legassero ben poco gli uni con gli altri.

Proseguiamo con due piatti ‘main’, in questo caso entrambi molto buoni. Ottimo il risotto con anguilla laccata alla robata e mandarino: cremoso al punto da mangiarlo col cucchiaio, cosa che apprezziamo sempre molto, e con l’anguilla laccata davvero capace di un twist degno di nota (leggermente smorzato dal mandarino, abbinamento insolito ma molto riuscito). Il piatto della serata, probabilmente, è però il ramen (asciutto) con aglio nero, anemoni e cenere di porro. Delizioso.

Chiudiamo la nostra cena provando la cottura sulla robata, e optando tra le varie proposte, per il manzo di razza romagnola, buono senza esagerare, forse un pochino troppo cotto per i nostri gusti, forse un pelino meno caldo di quanto doveva. Anche considerato il suo costo, non ci ha fatto emozionare. Molto buone invece le due ciotoline che abbiamo scelto per contorno: sensazionali le patate fritte con salsa takoyaki e togarashi, buonissimi anche i cetrioli con miso, edamame e sesamo.

Non troviamo spazio per il dolce, ahimè, perché possiamo dirci completamente sazi dopo questa bella porzione di carne. Ci alziamo soddisfatti, più convinti di alcuni piatti rispetto ad altri, ma nel complesso molto felici.

L’ATMOSFERA DI RONIN: il vero piatto forte

Il vero piatto forte di Ronin, è inutile nasconderlo, è l’atmosfera che vi si respira. Super trendy, neanche a dirlo, ma davvero piacevole anche se le cose ‘alla moda’ faticano a emozionarci. Tutto è nuovo, bellissimo, patinato, mega curato e iper dettagliato – bagno incluso, ovviamente. Il servizio è particolarmente gentile, ci si sente coccolati e ‘presi in cura’ senza troppi vezzi, ma con le giuste attenzioni. La colonna sonora è pura meraviglia, e il posto ci è sembrato perfetto un po’ per ogni occasione: da una cena di lavoro a una serata con amici, da un rendez-vous in famiglia fino al più romantico dei tête-à-tête.

I PREZZI DI RONIN: belli carichi

Per la cena che vi abbiamo appena descritto, che abbiamo accompagnato da una bottiglia di Sauvignon delle meno care (circa 35€), il conto finale per due persone è stato di circa 150€. Entrate nell’ottica, pur non esagerando, di spendere almeno una cinquantina di euro a testa, bere a parte. Ci sta? Chiaramente dipende da quello che ognuno cerca. Noi siamo stati bene, abbiamo passato una bella serata (poi continuata al piano due, con un cocktail volante da Madame Cheng, intimo e perfetto per un date) come non accadeva da un po’, ci siamo divertiti e abbiamo sicuramente avuto un’esperienza diversa dalle solite. Torneremo con piacere (sempre che si riesca a prenotare, è un vero e proprio patema) per assaggiare la cucina più easy del Piccolo Ronin e per una bella cantata al karaoke.

HOUSE OF RONIN
Via Vittorio Alfieri 17, Milano
02 8936 7101
Aperto tutti i giorni (19-1) tranne domenica

INFORMAZIONI UTILI:

IL MENU DI RONIN: un innesto tra Italia, Francia e Giappone; qualche sporadico piatto adatto anche ai vegetariani

IL PREZZO DI RONIN: sui 50€ a testa bere a parte

L’AMBIENTE DI RONIN: super posh e curato in ogni dettaglio; posto perfetto un po’ per ogni occasione, dalla cena con le amiche a una serata in famiglia fino a un tête-à-tête

COME PRENOTARE DA RONIN: tramite il sito web

COME ARRIVARE DA RONIN: tram 1 e 10; bus 43 e 57

Conoscevate già il ristorante Ronin Robata? Lo avete già provato? Fatecelo sapere qui sotto, oppure sulla nostra pagina Instagram!

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