Nuovo anno, nuovo decennio, nuove mostre. Ecco quali sono le 5 più interessanti da visitare, secondo noi, per rifugiarsi dal freddo di questo gennaio e cominciare al meglio il 2020 riempiendosi gli occhi di bellezza. Siete pronti a scoprire quali sono?
5 BELLISSIME MOSTRE A MILANO DA NON PERDERE A GENNAIO
EMILIO VEDOVA
Una mostra rappresenta assai più di una semplice raccolta di opere: è un racconto, un percorso, una scena in cui ogni opera assume un significato e dialoga con le altre nonché con lo stesso spazio che la ospita. Anche le opere più belle, se non vengono esposte e illuminate a dovere, rischiano di perdere la loro potenza. Non è questo il caso della meravigliosa monografica dedicata all’artista veneziano Emilio Vedova in occasione del centenario della sua nascita. Lo spazio scelto per ospitarla – la Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale – e il magnifico allestimento a cura di Massimo Alvisi e Junko Kirimoto, infatti, aiutano la forza espressiva che caratterizza il lavoro dell’artista a sprigionarsi e a rendere la visita un’esperienza immersiva che si distanzia dalle tradizionali regole museali. Il percorso espositivo ha inizio nella Sala del Piccolo Lucernario, dove vengono narrate le vicende biografiche e professionali di Vedova dal 1919 al 2006, mediante una cronologia per anni accompagnata da una selezione di opere originali. La magia accade però nella caratteristica Sala delle Cariatidi, un ambiente progettato da Piermarini a metà del ‘700 e semidistrutto durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. L’atmosfera decadente della Sala ben si presta ad accogliere l’installazione delle opere di Vedova, posizionate a muro o pavimento e divise in due gruppi – quello dei Plurimi e quello dei Dischi e Tondi – per mezzo del tanto minimale quanto funzionale intervento che divide diagonalmente il salone grazie a una parete grigia lunga 34 metri ed alta 5,30. Plurimi, Dischi e Tondi rappresentano al meglio l’esigenza dell’artista di liberarsi dalle regole imposte dalla pittura e scultura: non più quadri fissati a una parete e sculture sui loro piedistalli ma strutture dinamiche, flessibili e tridimensionali, colorate e decorate per mezzo di materiali a esse applicati. Quel che Vedova vuole rappresentare non sono oggetti, bensì concetti complessi – come testimoniano alcuni titoli quali “Le immagini del Tempo” e “Lo Scontro di Situazioni” – e per farlo ricorre a forme eterogenee, che occupano lo spazio atipicamente. Decisamente una delle mostre più riuscite degli ultimi tempi, assolutamente da non perdere!
PALAZZO REALE. Piazza del Duomo, 12. Aperto tutti i giorni (orario sul sito). Ingresso libero. In calendario fino al 9 febbraio 2020.
LETIZIA BATTAGLIA – STORIE DI STRADA
Durante tutto il 2020 il palinsesto “I talenti delle donne”, promosso e coordinato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, proporrà diverse iniziative multidisciplinari dedicate alle protagoniste della cultura del pensiero creativo. Ad anticipare il progetto è la mostra che Palazzo Reale dedica alla fotografa siciliana Letizia Battaglia, che Milano accolse nel 1971 – a 36 anni – dandole la possibilità di esprimere se stessa e diventare una delle prime fotoreporter italiane. Una grande retrospettiva in cui oltre 300 fotografie (parte delle quali mai esposte o pubblicate precedentemente) aiutano a delineare i contorni della donna forte, schietta, profondamente umana che le ha scattate. Ritratti di donne e uomini, feste di paese, innamorati, giochi fra bambini, anziani, scorci palermitani, fatti di cronaca nera, politici, manifestanti: Letizia Battaglia immortala nei suoi scatti dai decisi bianchi e neri tutto ciò che attira la sua attenzione, sia bello o brutto, gioioso o doloroso, piacevole o spiacevole, perché a interessarla è la realtà e la realtà si svincola dalle categorie estetiche di chi la osserva, disinteressandosi dei suoi desideri. È uscendo di casa che si incontra la realtà, nelle città, nelle strade dove si viene uccisi e si festeggia, ci si ribella e si gioca, ci si incontra e si litiga. Da qui, il titolo della mostra. A caratterizzare la fotografia della fotoreporter non sono certo la tecnica e la ricerca della “bella” immagine quanto un grande rispetto e interesse per la verità, anche quella scomoda, anche quella che viene ignorata dai più.
PALAZZO REALE. Piazza del Duomo, 12. Aperto tutti i giorni (orario sul sito). Ingresso: intero 13€, ridotto 11€. In calendario fino al 19 gennaio 2020.
IMPRESSIONI D’ORIENTE
L’incontro tra Europa e Giappone ebbe luogo principalmente per ragioni religiose, quando i Gesuiti tentarono l’evangelizzazione del territorio nipponico nel sedicesimo secolo, prima del lungo isolamento nel quale il Paese si chiuse per ben due secoli. Fu dunque a partire dal 1853 – quando in seguito a una grave crisi economica il Giappone fu costretto a riaprire i porti alle navi straniere – che l’Occidente ebbe modo di conoscere a fondo la cultura millenaria giapponese e la sua raffinata arte. Ciò che la mostra intende illustrare – attraverso una vasta e diversificata gamma di opere (170 in totale) tra dipinti, stampe, sculture, oggetti d’arredo e di arte applicata – è la fascinazione che gli occidentali (soprattutto italiani e francesi) provarono per il “Giapponismo” e l’ispirazione che gli artisti europei ne trassero. De Nittis, Rodin, Chini, Induno, Van Gogh, Gauguin, Monet, Toulouse-Lautrec, Segantini: furono questi i principali artisti che, stanchi dell’ideale neoclassico e affascinati dall’eleganza e l’esotismo caratterizzanti l’arte e la cultura giapponese, ne presero spunto, traducendo l’ispirazione nipponica in stili e tecniche personali. In mostra, oltre alle opere di questi artisti, sono presenti anche opere di scuole e movimenti artistici giapponesi del periodo compreso fra il 1890 e il 1930, dalle quali risulta chiaro quanto l’interesse verso l’Altro fosse biunivoco e quanto anche l’arte nipponica si sia evoluta in seguito all’apertura verso l’Occidente e la modernità.
MUDEC. Via Tortona, 56. Aperto tutti i giorni (orari sul sito). Ingresso: intero 14€, ridotto 12€. In calendario fino al 2 febbraio 2020.
VAN CLEEF & ARPELS – IL TEMPO, LA NATURA, L’AMORE
Sempre a Palazzo Reale – negli spazi dell’Appartamento del Principe e delle Sale degli Arazzi – viene presentato per la prima volta in Italia l’universo della prestigiosa Maison di Alta Gioielleria Van Cleef & Arpels, in una mostra curata da Alba Cappellieri, docente di Design del Gioello presso il Politecnico di Milano nonché direttrice del Museo del Gioiello di Vicenza. 500 pezzi, tra gioielli, orologi, oggetti preziosi (porta cipria, cofanetti, borsette e molto altro) e magnifici disegni prodotti a partire dal 1906, anno a cui risale la sua fondazione, divisi in 14 sale dedicate ai tre concetti che meglio rappresentano la maison: Tempo (10 sale), Amore (1 sala), Natura (3 sale). Gli incantevoli oggetti splendono di luce propria ma a valorizzarli ulteriormente è l’allestimento progettato dalla designer Johanna Grawunder. Che siate o meno appassionati di gioielli è una mostra che vi consigliamo di visitare, senza perdervi l’affascinante video che documenta quanti e quali siano i passaggi e i professionisti che collaborano alla creazione di manufatti di pregio tanto raffinati.
PALAZZO REALE. Piazza del Duomo, 12. Aperto tutti i giorni (orario sul sito). Ingresso libero. In calendario fino al 23 febbraio 2020.
EEL SOUP
Con la presentazione di Eel Soup, Viasaterna si conferma una delle gallerie milanesi più interessanti, specialmente per quanto riguarda la fotografia ma non solo. Il progetto esposto – il cui titolo tradotto sarebbe “zuppa di anguille” – è stato pensato dalla coppia di artisti Federico Clavarino e Temi Izko come un tutt’uno fluido, senza una forma precisa, in cui opera fotografica (Clavarino) e scultorea (Izko) si connettono, creando una serie di rimandi e congiunzioni costanti, moltiplicati mediante il supporto le superfici specchiate che il duo ha pensato di utilizzare per l’allestimento. Gesti, frammenti, movimenti congelati…segni che possono essere collegati in diversi modi, a seconda del punto di vista, dello spazio occupato e della sensibilità dello spettatore. Una mostra estremamente poetica.
VIASATERNA. Via Giacomo Leopardi, 32. Aperto dal lunedì al venerdì (12-19). Ingresso libero. In calendario fino al 14 febbraio 2020.
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2 commenti
io aggiungerei la mostra fotografica “Milano Anni 60” a Palazzo Morando in via sant’Andrea, fino al 9 febbraio 2020. Fotografie di grandi talenti che lasciano a bocca aperta. Una sala è arredata secondo i dettami dell’epoca, con mobili ed oggetti hanno fatto la storia del design italiano. L’ultima sala è dedicata alla strage di Piazza Fontana , che chiude nel sangue questo decennio memorabile. Consigliatissima a tutti. Imperdibile per gli amanti della fotografia e per i milanesi over 50, che usciranno con un sorriso nostalgico e gli occhi umidi.
Ciao Silvia, ne avevamo già parlato a dicembre in questo articolo 🙂 https://www.conoscounposto.com/mostre-milano-dicembre-2019/