5 mostre a Milano da visitare assolutamente a maggio

Di Carlotta Coppo

Cosa vi consigliamo di vedere questo maggio a Milano? C’è la mostra fotografica di uno dei più grandi maestri della fotografia di moda e quella di chi più che artista – pur, senza dubbio, essendolo – preferisce definirsi visual activist. Ma anche un’esposizione dedicata alle avanguardie artistiche di inizio Novecento e all’influenza che ebbero sul costume dell’epoca; una raccolta di film di uno dei maggiori esponenti della videoarte italiana e la personale di una giovane artista e performer toscana. Siamo certi che anche questo mese troverete quella che fa al caso vostro. Pronti a scoprire quali sono le 5 mostre a Milano da visitare assolutamente a maggio?

5 MOSTRE A MILANO DA NON PERDERE A MAGGIO

HELMUT NEWTON – LEGACY

Apriamo la nostra rassegna delle mostre a Milano da visitare a maggio dalla retrospettiva con cui Palazzo Reale celebra Helmut Newton. L’esposizione, per mezzo di 250 fotografie scandite cronologicamente, ripercorre l’intera carriera di uno dei più grandi fotografi di moda di tutti i tempi. Dagli esordi a Berlino – città di nascita in cui mosse i primi passi affiancando la fotografa Yva -, fino ai primi anni 2000. Dovendo fuggire dalla Germania a causa della persecuzione degli ebrei, Newton (all’anagrafe Helmut Neustädter) emigrò in Australia, dove aprì il suo studio con la futura moglie June Brunell e a metà degli anni Cinquanta cominciò a collaborare con diverse riviste di moda. Fu però nella Parigi degli anni Sessanta, quelli della rivoluzione sessuale, che affinò il suo inimitabile stile e divenne più provocatorio, scattando campagne per Yves Saint Laurant e Karl Lagerfeld. È la femminilità, una femminilità mai scontata, fiera, forte, libera e anticonformista, la vera protagonista della fotografia di Newton. Una femminilità spesso messa a nudo ma mai oggettivata. Si tratta sicuramente di un’ottima occasione per avere una panoramica a tutto tondo del lavoro del fotografo più pubblicato di sempre. Ah, in caso ve lo steste chiedendo: sì, anche a questo giro, purtroppo, ci pensano i riflessi a disturbare un po’ la fruizione del tutto. 

PALAZZO REALE. Piazza del Duomo 12, Milano. Aperto tutti i giorni (10-19:30; gio fino alle 22:30) tranne lunedì. Ingresso: intero 15€, ridotto da 13€ a 6€ a seconda della riduzione. In calendario fino al 25 giugno 2023.

FUTURLIBERTY

Due musei – Museo del Novecento e Palazzo Morando – per una mostra – Futurliberty – che racconta come e quanto le avanguardie artistiche di inizio secolo (nello specifico Futurismo italiano e Vorticisimo inglese) influenzarono i gusti e costumi dell’epoca. 
Con la curatela scientifica di Ester Coen e la direzione artistica di Federico Forquet per i tessuti, il progetto conta più di 200 opere suddivise tra le due sedi espositive.
Al Museo del Novecento il focus è sull’interdisciplinarità che contraddistinse Futurismo e Vorticisimo. Qui opere di Giacomo Balla, Gino Severini, Umberto Boccioni, Carlo Carrà e Fortunato Depero – pezzi fondamentali della collezione del museo – e quelle di vorticisti quali Percy Wyndham Lewis e Christopher Nevinson, sono messe a confronto coi design delle collezioni Liberty – storica azienda inglese nota principalmente per i suoi tessuti. 
A Palazzo Morando, invece, è proprio la storia di quest’ultima e dei suoi designer di ieri (William Morris in primis) e di oggi a essere protagonista per mezzo di disegni, stoffe, arazzi, arredi, fotografie, capi di abbigliamento e tanti altri materiali inediti appartenenti all’archivio di Liberty, suddivisi in 7 coloratissime sale del museo del costume e della moda.  

MUSEO DEL NOVECENTO. Piazza del Duomo 8, Milano. Aperto da tutti i giorni (10:30-19:30, gio fino alle 22:30) tranne lunedì. Ingresso: intero 10€, ridotto 8€. In calendario fino al 3 settembre 2023.
PALAZZO MORANDO. Via Sant’Andrea 6, Milano. Aperto tutti i giorni (10-17:30) tranne lunedì. Ingresso: libero.

MUHOLI – A VISUAL ACTIVIST

Se dobbiamo essere del tutto onesti, non di rado troviamo le mostre fotografiche proposte dal Mudec molto interessanti ma poco “spettacolari”. Spesso manca, insomma, quello che potremmo definire l’“effetto wow”.  Effetto che abbiamo invece provato visitando la mostra Muholi – A Visual Activist. Entrando negli spazi dell’appendice del Mudec dedicata alla fotografia, ci si ritrova ad ammirare 60 incantevoli autoritratti di Zanele Muholi, attivista visuale e artista, facenti parte della serie Somnyama Ngonyama (Ave, Leonessa Nera), caratterizzati da bianchi e neri fortemente contrastati, potentissimi. Si tratta di ritratti che a propria volta rivolgono uno sguardo fiero e intenso diretto agli occhi degli spettatori.
È stato proprio grazie all’arte dell’autoritratto, esponendosi dunque in prima persona, che Muholi ha raggiunto la notorietà a livello internazionale e ha potuto esprimere a gran voce il suo messaggio: “Siamo qui, con le nostre voci, le nostre vite, e non possiamo fare affidamento sugli altri per sentirci rappresentati in maniera adeguata. Tu sei importante. Nessuno ha il diritto di danneggiarti per la tua razza, per il modo in cui esprimi il tuo genere o per la tua sessualità perché, prima di tutto, tu sei”.
L’urgenza di Muholi di veicolare questo messaggio deriva dalla sua esperienza e biografia personale: nasce infatti in Sudafrica durante gli anni dell’apartheid e presto ha dovuto confrontarsi anche con la violenza riservata alla comunità LGBTQIA+, alla quale appartiene. Ha vissuto in prima persona, dunque, razzismo e discriminazione, oltre ad aver assistito a violenze inaudite, che hanno tristemente portato anche alla morte di tante persone. Inizialmente la fotografia è stata quindi un mezzo per denunciare tutto ciò in modo diretto, documentando questi orrori e rappresentandone i sopravvissuti. La vera svolta è avvenuta, però, quando Muholi ha puntato l’obiettivo su di sé, affermando fermamente non solo la sua esistenza e dignità ma anche quella dell’intera comunità nera omosessuale. Servendosi di oggetti di uso comune per realizzare costumi e scenografie delle sue immagini, Muholi crea capolavori magnetici che sarebbe davvero un peccato non ammirare dal vivo. 

MUDECVia Tortona 56, Milano. Aperto tutti i giorni (lun 14:30-19.30; mar-dom 9:30-19.30; gio e sab fino alle 22:30). Ingresso: intero 12€, ridotto 10€. In calendario fino al 30 luglio 2023.

YURI ANCARANILASCIA STARE I SOGNI

Di videoarte non parliamo spesso, ma per gli appassionati del genere è un periodo positivo. Dopo la mostra di Bill Viola, infatti, è arrivata anche la prima monografica italiana dedicata a Yuri Ancarani, intitolata Lascia stare i sogni. Il titolo, tratto da Atlantide – ultimo lungometraggio dell’artista – è un invito a osservare la mostra dimenticandosi dei mondi onirici spesso evocati dall’industria cinematografica: la realtà è già abbastanza paurosa, meravigliosa e stravagante di per sé.
Al Pac è stata raccolta per l’occasione un’ampia selezione dei lavori di Ancarani, che comprende film dagli esordi fino a oggi. Ci sono i Ricordi per moderni (girati tra il 2000 e il 2009), riuniti in un’unica installazione che si sviluppa lungo le vetrate dell’edificio, sorte di cartoline contemporanee in movimento; affascinanti cortometraggi documentaristici ma al contempo poetici come Whipping Zombie (2017), incentrato sull’omonima danza tradizionale compiuta dagli abitanti di un villaggio di Haiti compiendo gesti che rievocano la violenza coloniale atti a esorcizzare un passato ancora non così lontano ma anche video inediti, quale Il popolo delle donne. Comode sedute per godere appieno della visione non mancano, quindi dovete solo munirvi di un bel po’ di tempo libero da dedicarle! 

PACVia Palestro 14, Milano. Aperto tutti i giorni (9:30-19:30, gio 10-22:30) tranne lunedì. Ingresso: intero 8€, ridotto 6.50€. In calendario fino al 11 giugno 2023.

REVERIE – CHIMERA

Ultima ma non ultima delle mostre a Milano a maggio è Chimera, la personale della giovane artista toscana Reverie presso gli spazi al primo piano della galleria d’arte Cassina Projects.
Si può senza dubbio affermare che la vita di Reverie sia interamente votata all’arte, di cui è amante, fautrice e interprete. Ogni gesto, parola e atteggiamento di Reverie vuole essere poesia, ogni stimolo proveniente dall’ambiente che la circonda viene filtrato, elaborato e restituito in una nuova forma, una forma artistica. È da questa Ritualità quotidiana che prende il nome il nuovo ciclo di cui fa parte il corpus di opere di Chimera. 
Per questa esposizione, nata in seguito a due anni di studi e ricerche sociologiche, Reverie ha messo tanto della collettività quanto di se stessa, del suo corpo, della sua identità. La chimera – che nella mitologia greca, romana ed etrusca, è un essere formato da parti di diversi animali – per Reverie è una creatura senza genere composta da singole opere che rappresentano organi, parti del corpo e sue estensioni.
Vi sono l’ombra (che è quella dell’artista stessa), realizzata in resina, e il piede, composto dal calco di quello di Reverie e dal carapace di una tartaruga, ma anche le unghie, l’occhio, l’apparato digerente, quello riproduttore e un tumore, per esempio. Il tutto realizzato utilizzando una vastissima varietà di elementi, sia organici che inorganici (spoiler: c’è anche una stella marina), e apparecchi tecnologico-digitali. Noi ne siamo rimasti molto affascinati.

CASSINA PROJECTSVia Mecenate 76/45, Milano. Aperto da martedì a sabato (11-19). Ingresso: libero. In calendario fino al 1 giugno 2023.

E voi avete già visitato una di queste mostre a Milano previste per maggio? Ne avete altre da consigliare? Ditecelo qui sotto, oppure sulla nostra pagina Instagram!

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