Questo novembre ci regala mostre di altissimo livello a Milano, in cui opere mai approdate precedentemente in Italia fanno capolino in alcune delle più belle sedi museali della città. Dall’eleganza neoclassica alle tinte cariche della fotografia contemporanea, passando per i capolavori collezionati da illuminati galleristi e il bianco e nero di un gigante della fotografia documentaristica. Siete pronti per visitare le 5 esposizioni che, a nostro parere, non si possono assolutamente perdere questo mese? Ecco quali sono!
5 BELLISSIME MOSTRE A MILANO DA NON PERDERE A NOVEMBRE
GUGGENHEIM – LA COLLEZIONE THANNHAUSER
Circa 50 capolavori, tra dipinti e sculture, firmati da artisti che hanno fatto la storia dell’arte: da van Gogh a Picasso – come recita il sottotitolo della mostra – passando per Renoir, Manet, Monet, Degas, Braque, Gauguin, Delaunay. Gugghenheim – La collezione Thannhauser è un’occasione unica per ammirare contemporaneamente una selezione incredibile di opere, solitamente esposte a New York, e per la prima volta approdate in Italia. Un allestimento basico per goderne appieno, senza distrazioni. Opere che raccontano singolarmente una propria storia ma che, ammirate insieme, narrano anche del personaggio che le collezionò e del museo che le accolse nel momento in cui gli furono donate. La storia dei Thannhauser come mercanti d’arte ebbe inizio nel 1909, quando aprirono a Monaco la Moderne Galerie, facendo conoscere artisti allora poco noti quali Van Gogh, Picasso e Henry Rousseau, dando un contributo fondamentale alla promozione dell’arte moderna in Europa ma anche negli Stati Uniti, dove furono costretti a emigrare agli inizi degli anni 40 a causa delle leggi razziali. La decisione di effettuare la donazione della collezione che rappresentava la sua “intera vita” avvenne dopo una serie di sfortunati eventi che segnarono l’esistenza dell’appassionato gallerista, che perse entrambi i figli e la moglie nell’arco di 15 anni. Il Guggenheim – prima fondazione e poi museo fortemente voluto da Solomon Robert Guggenheim e incentrato principalmente sull’arte astratta – ha così potuto ampliare il suo raggio storico, incorporando opere impressioniste e post-impressioniste e arricchendo la presenza di opere di Picasso. Una mostra da non lasciarsi scappare!
PALAZZO REALE. Piazza del Duomo, 12. Aperto tutti i giorni (orario sul sito). Ingresso: intero 14€, ridotto dai 12€ ai 6€ a seconda della riduzione. In calendario fino al 1 marzo 2020.
ELLIOTT ERWITT – FAMILY
Talvolta i termini più comuni nascondono i significati più complessi. Il discorso vale sicuramente per “famiglia”. Cos’è la famiglia? Due genitori eterosessuali e i loro figli? Un single e il suo animale domestico? Degli amici da una vita? Una coppia omosessuale e i suoi figli adottati? È tutto questo, e molto altro. Può significare amore o abuso, protezione o pericolo, essere ristretta o allargata, avere a che fare con la genetica o il diritto. Le immagini spesso sanno essere più esplicative delle parole, mostrando – anziché elencando e descrivendo – le varie accezioni di un concetto e quelle di Elliott Erwitt lo sanno fare molto bene, con l’eleganza e l’ironia tipiche del suo stile inimitabile e del suo magnifico bianco e nero. Dopo un’accurata selezione eseguita spalla a spalla con l’amica e curatrice Biba Giacchetti, alcuni dei più begli scatti di Erwitt a tema familiare, vengono esposti a Mudec Photo. Vi sono scatti privati, in cui compaiono la figlia Ellen bambina e la prima moglie, come anche scatti legati a momenti salienti della storia come l’istantanea di Jackie Kennedy al funerale di JFK. Non mancano poi immagini divertentissime, come quelle in cui avvengono divertenti sovrapposizioni tra padroni e animali domestici. Un’occasione per scoprire tanti scatti meno noti di Erwitt e riflettere sul senso di un’istituzione sociale tanto universale quanto relativa e sfaccettata.
MUDEC PHOTO. Via Tortona, 56. Aperto tutti i giorni (orari sul sito). Ingresso: intero 12€, ridotto 10€. In calendario fino al 15 marzo 2020.
ALEX PRAGER – SILVER LAKE DRIVE
I lavori di Alex Prager sono stati esposti in alcuni dei più prestigiosi musei e gallerie del mondo ma non erano ancora mai approdati in Italia. Silver Lake Drive, in cui sono riuniti 10 anni di lavoro della fotografa e regista californiana, è dunque la prima occasione per vedere da vicino le sue meravigliose stampe e sentirsi coinvolti dai suoi intensi cortometraggi. Il percorso espositivo si apre con il piccolo capolavoro intitolato La Grande Sortie: 9.59 min che trascorrono in un lampo e in cui è impossibile staccare gli occhi dallo schermo. Sullo sfondo dell’Opera Bastille di Parigi si assiste non tanto alla performance dell’étoile Émilie Cozette quanto alle emozioni da lei provate durante lo spettacolo, passando da una fermezza stoica al vero e proprio panico. Fin da questo primo, potente, assaggio è chiaro lo stile inconfondibile di Prager: colori saturi, atmosfere cinematografiche dal sapore retrò, situazioni affollate ricche di volti e dettagli che si portano dietro sempre con un certo grado di inquietudine, come se da un momento all’altro dovesse accedere qualcosa di sospetto. Rimarrete sicuramente affascinati dalle imponenti scenografie frutto di lunghi e laboriosi processi di produzione e magneticamente attratti dai colori che contraddistinguono le scene congelate o riprese dall’artista. Una mostra assolutamente da non perdere!
FONDAZIONE SOZZANI. Corso Como, 10. Aperto tutti i giorni (10.30-19.30, mer-gio orario prolungato fino alle 21.00). Ingresso libero. In calendario fino al 6 gennaio 2020.
CANOVA | THORVALDSEN
Ci sono mostre per cui bisognerebbe sentirsi grati. È questo il caso di Canova | Thorvaldsen – La nascita della scultura moderna, visitabile fino al 15 marzo presso Gallerie d’Italia; esposizione estremamente complessa sia nella sua articolazione che per quanto riguarda la parte più pratica: quella del trasporto di opere preziose custodite in importantissimi musei nazionali e internazionali, fra i quali L’Hermitage di San Pietroburgo e il Metropolitan Museum di New York. Più di 160 opere, una location unica, un allestimento impeccabile e il racconto della nascita della scultura moderna attraverso due grandi artisti rivali che seppero riportare in auge un’arte, la scultura, considerata ai tempi morta: il veneto Canova e il danese Thorvaldsen. Il percorso espositivo, pensato molto intelligentemente, si suddivide in macro temi capaci di dare una visione a tutto tondo di entrambi i personaggi, della fama che raggiunsero e delle caratteristiche che contribuirono al loro successo, al di là dell’incredibile maestria tecnica e dell’eleganza delle loro creazioni. Vi è una sezione dedicata al moderno concetto di studio, una sorta di showroom/musei in cui oltre a creare si potevano mostrare i propri lavori e i modelli in gesso da copiare. Un’altra dedicata, appunto, alla fortuna che ebbe la circolazione delle riproduzioni delle loro opere eseguite da altri artisti con vari materiali e tecniche, dalle riduzioni in bronzo alle incisioni. Ma anche all’emancipazione dalle committenze e il relativo aumento di libertà di espressiva della propria poetica, conquistati grazie alle moderne tecniche introdotte da Canova e utilizzate su larga scala dal suo rivale, quale la creazione di modelli in gesso prima dell’effettiva realizzazione in marmo. Bisogna dunque ringraziare chi ha reso possibile questo splendido progetto, visitando la mostra e godendo della bellezza delle opere dei due “classici moderni” per eccellenza.
GALLERIE D’ITALIA. Piazza della Scala, 6. Aperto tutti i giorni (9.30-19.30, giovedì orario prolungato fino alle 22.30) tranne lunedì. Ingresso: intero 10€, ridotto 8€. In calendario fino al 15 marzo 2020.
CANOVA – I VOLTI IDEALI
In contemporanea e connessa all’esposizione di Gallerie d’Italia è la mostra Canova. I volti ideali, che attraverso un percorso inedito ricostruisce nelle sale al piano terra di Villa Reale, la nascita e l’evoluzione delle cosiddette “teste ideali”, che Canova cominciò a realizzare a partire dal 1811, all’apice del suo successo. Le 39 opere esposte (24 di Canova, di cui 5 mai esposte in Italia prima d’ora) provengono da svariati musei nazionali e internazionali e sono suddivise in 5 sezioni dedicate alle declinazioni che ne diede l’artista. Negli ultimi 12 anni di attività, Canova si concentrò infatti sullo studio e la creazione di modelli ideali di bellezza femminile, creando effigi che riscossero un grandissimo successo sia da parte dei collezionisti che dalla critica. I volti raffigurati non rappresentano persone reali, bensì variazioni di una bellezza femminile idealizzata, perfettamente simmetrica, scevra di difetti e particolari, dotata di una calma sovraumana di cui la Vestale (replicata in tre marmi per la prima volta riuniti nella stessa sala) rappresenta la perfetta sintesi. I confronti proposti non sono solo fra le variazioni di un medesimo soggetto realizzate dallo scultore stesso ma anche con le opere antiche a cui si ispirò e a quelle che i suoi posteri crearono traendone ispirazione. A essere messo in risalto dalla mostra non è il contesto contemporaneo all’artista ma il contributo che diede e continua a dare all’arte occidentale, rimanendo eternamente moderno nella sua classicità. Una menzione speciale per il bellissimo allestimento di Massimo Curzi, capace di mettere in risalto le teste canoviane facendole contemporaneamente dialogare con l’ambiente circostante. La mostra sarà accompagnata da un ricco programma di concerti e attività didattiche e darà diritto a una riduzione per quella di Gallerie d’Italia (e viceversa).
GAM. Via Palestro, 16. Aperto tutti i giorni (9.30-19.30) tranne lunedì. Ingresso: intero 10€; ridotto 8€. In calendario fino al 15 marzo 2020.
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