Belé è un ristorante aperto da poco più di un anno dai ragazzi del cocktail bar Pinch, in una tranquilla traversa del Naviglio Grande. La sua filosofia è giocare con la cucina tradizionale, cercando però sempre di aggiungere una spinta innovativa e sorprendente. Un tentativo decisamente riuscito per questo ristorante che, in dialetto milanese, significa “carino”, “bello”, “prezioso” e che sul menu dichiara di voler trasmettere un “lessico familiare” dei piatti. Alle portate straordinarie si aggiungono una bella atmosfera e un servizio rodato: per noi, il pranzo è stato memorabile.
Abbiamo provato Belé e qui vi diciamo com’è!
IL MENU DI BELÉ: un equilibrio perfetto tra sapori
Il menu è come piace a noi, con pochi piatti che la chef Giulia Ferrara cambia periodicamente in base alla stagionalità delle materie prime: cervella di vitello, terrina di coniglio e uovo pochè tra gli antipasti, agnolini in brodo di carne, tagliolini al burro e spaghettoni al pomodoro tra i primi e guancia di vitello, fegatini di pollo e petto d’anatra tra i secondi. A colpirci immediatamente sono gli accostamenti insoliti tra gli ingredienti della tradizione gastronomica italiana e altri più particolari (pompelmo, aringhe, uvetta, prugne secche, mandarini cinesi, liquirizia).
Decidiamo di iniziare con i calamari saltati con crema di cavolfiori piccanti e bottarga, che dividiamo come antipasto: già dal profumo capiamo che si tratta di un piatto perfettamente riuscito e il connubio di sapori che ci regala fin dal primo assaggio (la dolcezza del cavolfiore, la sapidità della bottarga e la piccantezza dei calamari) ce ne dà conferma.
Se chiudiamo gli occhi mentre assaggiamo il piatto successivo – i ravioli di cotechino con lenticchie piccanti e mandarini cinesi – non siamo più da Belé, ma a un cenone di Capodanno in attesa che esca il nostro numero per fare tombola. In questo piatto ritroviamo chiarissimo quel richiamo al lessico familiare di cui il ristorante si fa vanto (a ragione) sul menu.
Il risotto al fondente di cipolla con aringa pinoli e uvetta ci colpisce come uno schiaffo con la spinta della cipolla e dell’aringa, ma il tutto viene poi bilanciato dalla dolcezza dell’uvetta, creando ancora una volta quell’equilibrio di sapori che, come ormai avrete capito, è la prerogativa di Belé.
Come secondo scegliamo di dividerci il petto d’anatra con cardi saltati, salsa aioli e liquirizia. Inutile sottolineare la perfetta cottura dell’anatra, ma ancora una volta è un abbinamento a sorprenderci: il sapore forte della salsa aioli si sposa alla perfezione con il dolce-amaro della liquirizia e dei cardi che aggiungono anche quella croccantezza necessaria a non rendere la portata troppo piatta.
Per concludere il pranzo non possiamo non lasciarci tentare dai dolci: il pan de mej allo zafferano con biscotto di farina di mais, crema pasticcera al sambuco, pop corn caramellati con accompagnamento di gelato al mascarpone è davvero riuscito con il suo sapore dolce, che si rivela lentamente tra le pieghe amarognole dello zafferano e dello zenzero.
Anche la saint honoré con namelaka al pistacchio e crema di ricotta è buonissima seppur dal sapore più convenzionale.
L’ATMOSFERA DI BELÉ: curata e raffinata
Il magnifico bancone per i cocktail che si trova all’ingresso, gli abbinamenti cromatici tra le sedie e i muri, la bellissima parete occupata interamente da calici e bottiglie di vino, la selezione musicale in sottofondo (Mina, Gaber, Modugno) sono solo alcune prove del fatto che da Belé nessun dettaglio è lasciato al caso. Il tutto concorre a creare un ambiente elegante, ma dall’atmosfera accogliente e mai algida. La distribuzione dei tavoli (con la tovaglia!) nell’unica ampia sala è tale da evitare l’effetto “ombrelloni a Rimini” per una capienza di non più di 40 posti. Prima di accedere agli ambienti interni c’è comunque un piccolo e suggestivo spazio esterno che aggiunge una decina di posti alla somma dei coperti.
I ragazzi in sala sono tanto gentili e simpatici, quanto preparati: non lesinano sulle spiegazioni dei piatti (come il racconto sull’origine del pan de mej, con protagonisti San Giorgio e un drago), senza però risultare invadenti.
I PREZZI DI BELÉ: importanti, ma corretti
Gli antipasti costano 13 euro, i primi dai 13 ai 18, i secondi vanno da 18 a 28 euro e i dolci costano 7 euro. Noi, in due, per tutte le portate descritte sopra, due calici di (buonissimo) pinot grigio e due caffè abbiamo speso 95 euro: un prezzo per noi corretto, tenendo in considerazione l’elevatissima qualità dei piatti e l’atmosfera che ci ha fatto trascorrere più di due ore praticamente senza accorgercene. Qui lo slow food è servito nel vero senso del termine.
BELÉ
Via Fumagalli 3, Milano
02 36642933 | [email protected]
Aperto tutti i giorni (19:30-01, sab-dom 12.30-15 e 19.30-01) tranne lunedì
INFORMAZIONI UTILI:
- Menu: piatti tradizionali rivisitati; non particolarmente adatto a vegetariani o vegani
- Prezzo: sui 40-60 euro bevande escluse
- Mood: adatto a cene di coppia, di lavoro e per occasioni speciali
- Come prenotare: telefonicamente o tramite The Fork
- Come arrivare: metro linea verde (Porta Genova); tram 2-3-9
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3 commenti
Ho ordinato il menu al Belè per Natale e devo dire che è stata un’armonia di sapori.Piatti nella tradizione con spunti innovativi.Tutto squisito ed entusiasmante la guancia di manzo con purea di sedano rapa e crumble di acciughe.Bravissimi!
[…] avevamo già parlato con toni entusiasti di Belè qualche tempo fa. Siamo tornati in questo bel ristorante in una traversa di Ripa di Porta Ticinese […]
[…] BELÉ (Navigli, €€) […]