Milano non si ferma? A noi sembra che quanto meno abbia rallentato, nonostante la maggior parte di musei e spazi espositivi abbia riaperto al pubblico. Per fortuna, quindi, anche questo mese possiamo consigliarvi 5 bellissime mostre da visitare!
5 BELLISSIME MOSTRE A MILANO DA NON PERDERE A MARZO
GEORGES DE LA TOUR – L’EUROPA DELLA LUCE
Il prestigio di Palazzo Reale come polo espositivo e di ricerca si va sempre più affermando nel mondo ed è proprio grazie alla sua reputazione che è stato possibile realizzare mostre straordinarie, rare e complicate come questa, dedicata a una delle figure più significative del panorama artistico seicentesco. Georges De La Tour – conosciuto anche come il “Caravaggio francese” – è infatti un personaggio misterioso, dimenticato dal XVIII e il XIX secolo e riscoperto nel Novecento grazie allo studioso tedesco Hermann Boss, che pubblicò un articolo rivelandone l’opera. Le opere attribuitegli sono solo 40, di cui solo tre datate e nessuna custodita in Italia. È dunque una possibilità eccezionale quella di visitare per la prima volta in Italia una mostra così completa di sue opere (15), provenienti da 28 prestatori di 3 diversi continenti e messe a confronto con altri capolavori di suoi contemporanei. I temi prediletti dall’artista si possono classificare fondamentalmente in due grandi gruppi: i “diurni” (quadri fortemente realistici che mostrano un’esistenza priva di filtri di cui sono per lo più protagonisti volti della strada, segnati dalla povertà) e i “notturni” (dove è la luce delle candele a fare da protagonista, illuminando soggetti assorti e silenziosi). Inutile dire che rimarrete incantati soprattutto dall’intensità di questi ultimi, come il “San Sebastiano curato da Irene”, il commovente “San Giovanni Battista nel deserto” e la celebre “Maddalena Penitente”.
PALAZZO REALE. Piazza del Duomo, 12. Aperto tutti i giorni (orario sul sito). Ingresso: intero 14€, ridotto dai 12€ ai 6€ a seconda della riduzione. In calendario fino al 7 giugno 2020.
STILE MILANO – STORIE DI ELEGANZA
Il capoluogo lombardo, si sa, è la città più ‘stilosa’ dello Stivale (e non solo) ed è proprio al suo stile unico ed elegantemente sobrio che Palazzo Morando dedica la mostra Stile Milano – Storie di eleganza, ideata da Mara Cappelletti e risultato di un approfondito lavoro di ricerca svolto dalle curatrici in diversi archivi sia pubblici che privati (quelli del gruppo Rcs e della Rai, per esempio). Medesima importanza viene data ad abiti e gioielli, egualmente rappresentativi del lusso raffinato che ha contraddistinto Milano a partire dagli anni Cinquanta. Il percorso espositivo è pensato per mettere in evidenza sia la l’evoluzione dello stile a partire da quegli anni che della figura della donna. Si passa infatti dall’eleganza bon ton degli anni del dopoguerra – atta a risaltare la figura femminile dopo la penalizzazione subita durante gli anni del secondo conflitto mondiale – al pret-a-porter degli anni Sessanta; dagli sgargianti colori e dalle fantasie dello stile folk-chic dei Settanta all’eclettismo opulento dell’alta moda anni Ottanta, con le sue proporzioni esagerate; dal rinnovato gusto sobrio dei Novanta – dove l’abito sartoriale torna a essere concepito quasi esclusivamente per eventi importanti e speciali – alla sperimentazione dei Duemila, con l’utilizzo di nuovi materiali e tecnologie.
PALAZZO MORANDO. Via Sant’Andrea, 6. Aperto tutti i giorni (9-13; 14-17.30) tranne il lunedì. Ingresso libero. In calendario fino al 29 marzo 2020.
HEIMAT – A SENSE OF BELONGING
A pochi mesi dalla scomparsa di Peter Lindbergh, Armani Silos dedica al grande fotografo un’inedita mostra intitolata Heimat – A Sense of Belonging. Si potrebbe tradurre il concetto di Heimat con le parole “casa” o “patria” ma non sarebbe del tutto corretto: Heimat è – più propriamente – il luogo del cuore, quello a cui ci si sente di appartenere. Nel caso di Lindbergh si tratta di Duisburg, nebbiosa città industriale tedesca in cui il panorama è caratterizzato per lo più dalla presenza di metallo e cemento. Un paesaggio affascinante – seppur grigio e freddo – proprio per la sua cruda e smascherata realtà. Un luogo con una forte personalità, nonostante tutto, e a interessare Lindbergh è sempre stata soprattutto quella. Fotografo di moda sui generis, ha sempre avuto un approccio molto onesto alla fotografia, senza fare distinzioni fra i vari generi fotografici, convinto che ogni immagine densa di significato potesse essere esposta in musei e gallerie, anche se commissionata e creata a scopi commerciali. A distinguerlo dai suoi colleghi furono soprattutto questa propensione per la verità priva di artefici (ne sono prova i suoi intensi ritratti a soggetti “nudi”, privi di trucco e orpelli) che ben emerge dalla prima sezione della mostra intitolata appunto The Naked Truth e la sua fascinazione per la personalità, più che per l’aspetto, lungi dal concetto di donna-oggetto. La parte finale intitolata The Modern Heroine, infatti, mostra donne piene di carattere, forti e coraggiose. Assolutamente da visitare!
ARMANI SILOS. Via Bergognone, 40. Aperto mer-dom (11-19). Ingresso: intero 12€, ridotto da 8,40€ a 6€ a seconda della riduzione. In calendario fino al 2 agosto 2020.
K
Spoiler: se siete di fretta questa mostra non fa per voi. L’invito dell’ideatore e curatore del progetto Udo Kittelmann, infatti, è proprio quello di non essere precipitosi e giungere a conclusioni affrettate, bensì di osservare e ascoltare quanto più possibile. K, infatti, valica i confini dell’arte contemporanea, inserendosi in un universo molto più ampio che include anche linguaggi come il cinema, la musica e la letteratura, oltre alle loro possibili interconnessioni, motivo per cui non può essere esperita a dovere se non prendendosi del tempo. Potremmo definire K un racconto sui “moventi più oscuri della vita umana” – prendendo a prestito le parole di Walter Benjamin riferite all’opera letteraria di Kafka -, una rilettura e reinterpretazione plurale e multidisciplinare di tre grandi romanzi incompiuti dello scrittore boemo: America, Il processo e Il castello (pubblicati postumi tra il 1925 e il 1927). L’incompiutezza di questi libri permette letture aperte, che hanno spinto l’artista Martin Kippenberg, il regista Orson Welles e la band elettronica Tangerine Dream a esplorarli e trasformarli in modo personale, dandone una propria interpretazione. Potremmo definire il progetto una “trilogia della solitudine”, una sorta di trittico come le pale d’altere di un tempo, dove The Happy End of Franz Kafka’s “Amerika”, di Kippenberg, prende il posto della grande tavola centrale, mentre il film The Trial di Orson Welles e l’album The Castle dei Tangerine Dream formano i due pannelli laterali. Per l’installazione, posta nel Podium, Kippenberg ha ricreato un campo da calcio con tanto di spalti, destinato a ospitare colloqui di massa e dunque occupato da una serie di tavoli e arredi di vario genere (la cui quantità varia a seconda delle location in cui viene esposta). La pellicola di Welles viene invece proiettata nel Cinema mentre l’album dei Tangerine Dream viene diffuso in loop nella Cisterna – la cui conformazione richiama quella di una fortezza – arredata in modo da renderla accogliente e invitare lo spettatore a sedersi, rilassarsi, chiudere gli occhi magari, e ascoltare…
FONDAZIONE PRADA. Largo Isarco, 2. Aperto tutti i giorni (orari sul sito) tranne martedì. Ingresso: intero 15€, ridotto 12€. In calendario fino al 27 luglio 2020.
MEMOS – A PROPOSITO DELLA MODA DI QUESTO MILLENNIO
Nelle splendide sale del Museo Poldi Pezzoli – di cui vi abbiamo già parlato qui – fra le opere che compongono la magnifica collezione permanente, viene ospitata la mostra Memos, curata da Maria Luisa Frisa. Alla base della mostra,l un interrogativo: può la moda essere considerata – nel suo essere industria e sistema comunicativo – una pratica scientifica, poetica e dunque letteraria? Perché non esiste ancora un museo dedicato alla moda a Milano? L’intento è perciò quello di costruire un “discorso sul metodo”, di sviluppare una riflessione sulla curatela di moda, servendosi di abiti, oggetti vari, copricapi, riviste, libri e disegni come sorte di appunti che, posti in dialogo col passato, possano aiutare a far luce sul futuro e riflettere su quel che potrebbe essere.
MUSEO POLDI PEZZOLI. Via Manzoni, 12. Aperto tutti i giorni (10-18) tranne il martedì. Ingresso: intero 14€, ridotta dai 10€ ai 6€ a seconda della riduzione. In calendario fino al 4 maggio 2020.
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