5 bellissime mostre a Milano da non perdere a settembre

Di Carlotta Coppo

In attesa delle (moltissime) novità autunnali, in questo rientro dalle ferie vi segnaliamo 5 bellissime mostre da vedere a Milano a settembre, di cui ben tre gratuite!

5 BELLISSIME MOSTRE A MILANO DA NON PERDERE A SETTEMBRE

REMO BIANCO – LE IMPRONTE DELLA MEMORIA

Mostre Milano Settembre
Due 3D | © Carlotta Coppo

Il Museo del Novecento prosegue la sua attività di ricerca nell’ambito del panorama artistico milanese della seconda metà del XX secolo, presentando 70 opere di un artista tanto originale quanto poco conosciuto dal grande pubblico. Come afferma la curatrice della mostra Lorella Giudici, infatti, “Bianco si è quasi sempre trovato a ‘margine’ pur essendo ‘dentro’ al mondo artistico ufficiale”. Nato a Milano nel 1922, frequentò i corsi serali di disegno dell’Accademia delle Belle Arti di Brera, dove conobbe colui che considerò sempre un grande maestro: Filippo De Pisis. Frequentando il pittore e il suo entourage, il giovane artista si ritrovò così coinvolto in un contesto artistico e culturale incredibilmente stimolante, senza però rinunciare alla sua attitudine di “ricercatore solitario”, interessato alla continua sperimentazione di nuovi materiali e tecniche. Se tra la fine degli anni ’40 e l’inizio dei ’50 si collocano le prime Impronte – calchi di gesso, cartone pressato o gomma ricavati dai segni lasciati da attrezzi, giocattoli e oggetti comuni – risalgono a poco dopo i Sacchettini – Testimonianza – serie di sacchetti di plastica fissati e disposti regolarmente su legno, contenti oggetti di poco valore – e i 3D, in cui l’immagine finale è data dalla combinazione di figure poste in successione su piani differenti di materiali di vario tipo. A un periodo successivo appartengono invece i Collages – realizzati in seguito a un viaggio compiuto negli Stati Uniti durante il quale l’artista ebbe anche il piacere di conoscere Pollock e la sua action painting – e i Tableaux Dorés – che vedono la disposizione di foglie d’oro su uno sfondo monocromo o bicolore. Giunse poi il periodo della cosiddetta “Arte Sovrastrutturale” – a partire dal 1965 – comprendente una serie di opere che rendono assolutamente chiara l’esigenza di Bianco di fissare indelebilmente nella memoria ricordi e oggetti. A esso appartengono le Sculture neve, teatrini in cui oggetti comuni vengono ricoperti di neve artificiale e disposti in teche trasparenti. Per capire fin dove si spingessero l’eclettismo e la creatività dell’artista, non si possono inoltre dimenticare i Quadri parlanti, esposti per per la prima volta nel 1974: tele monocrome o impressionate con fotografie, appese in modo tale da nascondere dietro di sé amplificatori azionati dall’avvicinamento dello spettatore. L’aggiunta della voce umana alla rappresentazione visiva, indica la necessità di Bianco di dialogare col proprio pubblico, trascendendo la dimensione tradizionale del quadro. Una produzione talmente varia e caleidoscopica da crearle dei problemi di collocazione nel panorama artistico contemporaneo e, di conseguenza, una notorietà più elitaria. Tuttavia è impossibile non notare come alla base di questa versatilità vi siano dei concetti comuni, molto cari all’autore. Sono la percezione dell’inevitabile scorrere del tempo, la sua fugacità, ad animare l’artista, portandolo a una spasmodica collezione di oggetti apparentemente inutili ma per lui fondamentali in quanto reminiscenze di attimi di vita vissuti o immaginati

MUSEO DEL NOVECENTO. Piazza Duomo, 8. Aperto tutti i giorni (orari sul sito). Ingresso: intero 5€, ridotto 3€. In calendario fino al 6 ottobre 2019.

NANDA VIGO – LIGHT PROJECT


Anche in questo caso si parla di una mostra inserita in un percorso di approfondimento svolto da una delle più importanti istituzioni culturali meneghine. Trattasi di Palazzo Reale che, per il quarto anno consecutivo, durante l’estate decide di compiere un’esplorazione dell’arte contemporanea focalizzandosi su artisti che hanno operato a Milano durante il secondo dopoguerra. Protagonista di quest’ultima retrospettiva antologica (la prima dedicata da un’istituzione italiana a questa artista) è Nanda Vigo: architetto, designer e artista di fama internazionale, figura di spicco della scena italiana ed europea degli ultimi 50 anni, amica e collaboratrice di personalità quali Lucio Fontana e Giò Ponti. In mostra vengono presentate 80 magnifiche opere – tra installazioni, progetti e sculture – dagli esordi sino alle esperienze più attuali. È dal 1962, infatti, che Vigo intraprende la realizzazione di Cronotipi, in sintonia con lo spirito di ZERO, gruppo transnazionale di artisti tedeschi, francesi, svizzeri, belgi, olandesi e italiani a cui prese parte. L’aspirazione è quella di creare opere che, pur rimanendo inevitabilmente confinate nell’ambito dell’esistente, in qualche modo trasportino in un’altra dimensione, facendo vivere allo spettatore esperienze trascendenti, capaci di oltrepassare la materialità del quotidiano e far esperire fisicamente – per quanto possibile – una realtà più alta, totale e immateriale. Perfetta esemplificazione di questa ambizione è il fulcro del percorso espositivo, ubicato nella stanza degli specchi. Si tratta di un vero e proprio ambiente cronotipico, in cui i visitatori possono entrare da soli per vivere una breve ma intensa esperienza isolata. Le opere esposte sono per lo più costituite da strutture metalliche, vetri industriali, neon e specchi, in grado di creare giochi di luce e deformazioni restituenti una visione alternativa della realtà. Una mostra assolutamente da non perdere; molto suggestiva, di gran fascino e anche gratuita! Non vi deluderà. 

PALAZZO REALE. Piazza Duomo, 12. Aperto tutti i giorni (orari sul sito). Ingresso libero. In calendario fino al 29 settembre 2019.

MAGNUM’S FIRST

Mostre Milano Settembre
Belvedere Gardens, Viennam Austria, 1954 | © Erich Lessing / Magnum Photos

Sembra la scena iniziale di un film, invece è tutto vero: in delle casse di legno abbandonate in una cantina di Innsbruck, nel 2006, sono state ritrovate le stampe originali – tutte rigorosamente in bianco e nero – facenti parte di quella che può essere considerata la prima mostra in assoluto di Magnum, svoltasi tra il 1955 e il 1956 in cinque città austriache. Sporche, impolverate, ammuffite e con un odore stantio…in ogni caso un inaspettato tesoro. Sopratutto perché a essere rinvenuti insieme a esse sono stati anche il testo di presentazione, i cartellini nominativi, la locandina originale e le istruzioni dattilografate sull’allestimento. Grazie a essi presso il Museo Diocesano è dunque possibile rivivere un’esperienza molto simile a quella pensata all’originariamente. A essere esposte sono 83 stampe vintage di 8 fotografi che lavorarono per l’agenzia Magnum. Dopo una sezione introduttiva, l’esposizione si suddivide in 8 servizi fotogiornalistici. Parte del reportage scattato da Henry Cartier-Bresson durante gli ultimi giorni di vita e il funerale di Mahatma Gandhi; 3 fotografie di Roberta Capa in cui un gruppo di popolani balla durante una festa basca a Biarritz (che ben sottolineano la pace ritrovata dopo il periodo di barbarie vissuto in quella zona durante la Guerra civile spagnola); le istantanee realizzate nelle cave di pietra di Assuan da Hernst Haas durante le riprese de “La regina delle piramidi” (1955), dove 4000 comparse – per lo più musulmane – subirono una sorta di tortura a causa di caldo, tempesta di sabbia e ramadam; 7 fotografie scattate da Werner Bischof durante il suo viaggio intorno al mondo nel primi anni ’50; 10 immagini riprese dall’unica donna del gruppo – Inge Morath – a Londra; il foto-racconto del viaggio in Ungheria di Jean Marquis; i paradossali scatti viennesi di Erich Lessing, scattati durante l’occupazione nazista, dalle quali trapelano serenità e buonumore e, infine, le opere giovanili di Marc Riboud, incentrate sulla vita nei paesaggi dalmati. Se siete appassionati di fotografia è la mostra che fa per voi! 

MUSEO DIOCESANO. Piazza Sant’Eustorgio, 3. Aperto tutti i giorni (10.00-18.00) tranne lunedì. Ingresso: intero 8€, ridotto 6€. In calendario fino al 6 ottobre 2019.

ROSANNA SCHIAFFINO E LA MODA. ABITI DA STAR

Avete tempo ancora questo mese per andare a visitare la mostra allestita negli spazi di Palazzo Morando | Costume Moda Immagine in corso da dicembre 2018. A poter essere ammirati saranno svariati capi di abbigliamento appartenuti al guardaroba privato della modella, attrice e icona di stile Rosanna Schiaffino (1939-2009), definita nel 1956 da Life una bellezza “tipicamente italiana”. Acquistando i suoi capi nel 2018, Palazzo Morando ha potuto arricchire il suo patrimonio con pezzi rari dei grandi nomi della moda italiana e internazionale ma anche di firme meno documentate come Germana Marucelli e Federico Forquet. Gli abiti esposti ben documentano la capacità dell’attrice di rimanere al passo coi tempi e coi cambiamenti di stile dettati dalla sua carriera e vita privata nonché di intuire quanto uno stile personale fosse importante per emergere nel mondo dello spettacolo. Dagli stretti abiti pensati per mettere in risalto la sua figura di maggiorata passò ai tailleur di Federico Forquet (allievo di Balenciaga), raffinati e senza fronzoli; vestì capi di haute couture sartoriali come quelli dell’amica Germana Marucelli ma anche creazioni di Yves Saint Laurent, Valentino e Ferrè, passando negli anni Settanta per una fase gipsy con la quale abbandonava il look da signora bon ton optando per un’immagine più giovane e disinibita. Se passate dal quadrilatero della moda perché non passare a visitarla, dato che è anche gratuita? 

PALAZZO MORANDO | COSTUME MODA IMMAGINE. Via Sant’Andrea, 6. Aperto tutti i giorni (9.00-13.00 / 14.00-17.30) tranne lunedì. In calendario fino al 29 settembre 2019.

MILANO E LA MODA: OMAGGIO A GIAN PAOLO BARBIERI

Mostre Milano Settembre
Aly Dunne per Gianfranco Ferré, Piazza del Duomo, Milano (1991) | © Gian Paolo Barbieri

Dopo la mostra di sole polaroid che vi avevamo consigliato qui, torniamo a parlare di Gian Paolo Barbieri, pioniere della fotografia di moda made in Italy. Inaugurerà proprio in occasione della settimana della moda la mostra-omaggio al grande fotografo lombardo, presso Palazzo Pirelli. Una settantina di opere fotografiche per ripercorrere la sua carriera dagli albori ai primi anni 2000. Fil rouge dell’esposizione sarà proprio Milano, città natale di Barbieri e terreno fertile per lo sviluppo del suo lavoro, grazie al suo intrinseco spirito innovativo e alla ricchezza storica, culturale e artistica che da sempre la caratterizza. Barbieri – figlio di un commerciante di tessuti che fin dalla tenera età lo portava con sé, invitandolo a proporre accostamenti cromatici e scelte delle stoffe – ha sicuramente avuto la possibilità di entrare ben presto in contatto col mondo della moda, sebbene a quei tempi in Italia non esistesse ancora, nel modo in cui la intendiamo oggi. Le riviste si limitavano a riciclare le immagini della haute couture scattate a Parigi, senza proporre una visione originale. Barbieri fu capace di donare carattere e unicità alla moda italiana, diventando complice degli stilisti che con l’avvento del made in Italy divennero protagonisti di una nuova era della moda e del costume. Uno scatto emblematico, in questo senso, è quello realizzato per Gianfranco Ferré nel 1991, dove una elegantissima Aly Dunne, con alle sue spalle il Duomo, emerge da un fondale bianco circondata da piccioni. La mostra sarà visitabile dal lunedì al giovedì nel periodo compreso 18 al 30 settembre ma sappiate che anche domenica 29 sarà visitabile in occasione dell’apertura straordinaria del Belvedere al 31° piano. Se non avete mai visto Milano dalla sommità del Pirellone perché non approfittarne?

SPAZIO EVENTI PALAZZO PIRELLI. Via Fabio Filzi, 22. Aperto dal lunedì al giovedì (9.30-12.30 / 13.30-17.30) e domenica 29 (11.00-18.00). In calendario dal 18 al 30 settembre.

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