5 bellissime mostre a Milano da non perdere a giugno

Di Carlotta Coppo

Pop art, reinterpretazioni di grandi opere del passato, design, fotografia e cinema. Anche questo mese le mostre a Milano non mancano, e per di più sono molto varie. Siete pronti a scoprire quelle che più fanno per voi? Ecco la nostra selezione di mostre da non perdere a giugno!

5 BELLISSIME MOSTRE A MILANO DA NON PERDERE A GIUGNO

ROY LICHTENSTEIN – MULTIPLE VISIONS

Spessi contorni neri, forme sintetiche, colori accesi e privi di sfumature: una grammatica visiva ben precisa e fortemente riconoscibile quella di Roy Lichtenstein, uno dei maggiori esponenti dell’arte del XX secolo, a cui il Mudec dedica una bellissima mostra curata da Gianni Mercurio. A essere esposte sono circa 100 opere, tra cui numerose stampe, sculture, arazzi ed editions provenienti da musei, istituzioni e collezioni private americane ed europee. La decisione di scandire il percorso per temi, anziché cronologicamente, risulta azzeccata e aiuta bene a comprendere come il grande maestro americano fosse più interessato alla forma che al soggetto del proprio lavoro. Soggetti storici, still-life, interni, action comics, figura femminile, paesaggi, astrazione, maestri del Novecento…qualsiasi genere viene sviluppato mediante la medesima cifra stilistica, riuscendo a convogliare influssi provenienti da diverse culture e correnti artistiche per sintetizzarli nella propria, individualissima, visione. Evidente risulta la fascinazione per la riproduzione meccanica, nonché l’incessabile ricerca compiuta da Lichtenstein nel campo della stampa e della manifattura per la realizzazione di lavori pensati ad hoc, tramite disegni preparatori e bozzetti, proprio come per i dipinti, con l’impiego di tecniche e materiali innovativi. Una mostra interessantissima, ricca e ben allestita, da non perdere assolutamente! 

MUDEC. Via Tortona, 56. Aperto tutti i giorni (orario sul sito). Ingresso: intero 14€, ridotto dai 12€ ai 4€ a seconda della riduzione. In calendario fino all’8 settembre 2019. 

L’ULTIMA CENA DOPO LEONARDO

La mostra di Fondazione Stelline intitolata L’Ultima Cena dopo Leonardo si inserisce all’interno del palinsesto istituzionale Milano e Leonardo 500. A reinterpretare e ispirarsi al celebre affresco di da Vinci, sei grandi artisti internazionali, che dimostrano quanto l’opera del grande genio continui a essere attuale e capace di contaminare l’arte contemporanea. Così Anish Kapoor sceglie le opere Flayed II e Untitled – che rappresentano rispettivamente la passione di Cristo e una visione macroscopica di una ferita – per relazionarsi all’opera leonardesca, evidenziando l’importanza data dal maestro toscano al panneggio e facendo della stoffa l’equivalente della pelle. Nicola Samorì interpreta l’offerta del proprio corpo da parte di Gesù ai suoi commensali, con un letterale raschiamento della sua figura dal supporto di rame e il suo adagiamento sulla tavola, lasciando come traccia una sagoma luminosa. Robert Longo decide di concentrarsi sul volto di Cristo, ridisegnato su carta d’archivio in scala maggiore con carboncini di diverse tonalità di nero, ottenendo un dipinto che sembra una fotografia. L’aggiunta di una cornice ricoperta di foglia d’oro, la borsa di pelle contenente trenta monete d’argento appesa alla sua base e la parete rossa sulla quale ha voluto che fosse appesa l’opera si fanno simbolo del sacrificio compiuto in remissione dei peccati. Il polittico di otto tele di grande formato intitolato The Last Supper, di Wang Guangyi, è stato dipinto come un paesaggio, tant’è che da lontano le figure umane evocano quelle delle montagne cinesi ma, avvicinandosi, si riconosce il famoso dipinto murale di ispirazione. Masbedo, duo artistico italiano, dedica la propria opera a chi si prende cura delle testimonianze della cultura per mantenere in vita i valori alla base della nostra civiltà. Il video realizzato insiste per quasi due minuti e mezzo sulle mani di colei che per oltre 22 anni ha lavorato al restauro dell’Ultima Cena, lasciando parlare loro, coi loro movimenti, proprio come avviene nel dipinto di Leonardo. Infine Yue Minjun, con Digital survival, svuota la celebre scena dalla presenza umana e la sostituisce con una sequenza numerica, rendendo indecifrabile la situazione e aprendola a infinite possibilità di azione. Sicuramente una delle iniziative più avvincenti legate alla celebrazione di Leonardo: consigliatissima

FONDAZIONE STELLINE. Corso Magenta, 61. Aperto tutti i giorni (10.00-20.00) tranne lunedì. Ingresso: intero 8€, ridotto 6€. In calendario fino al 30 giugno 2019.

BROKEN NATURE

I legami che intercorrono fra gli uomini, l’ambiente naturale e le altre specie animali si sono, nel corso degli anni, profondamente compromessi, se non addirittura distrutti. La XXII Triennale di Milano Broken Nature: Design Takes on Human Survival curata da Paola Antonelli, però, è una mostra che dona speranza e fa riflettere su come potremmo tornare a un rapporto più sano, costruttivo, di collaborazione invece che di sfruttamento. Come? Attraverso il design inteso in senso lato, un design che comprende architettura e visualizzazione dei dati, pianificazione urbana e biodesign. Un design riparativo, che non si limiti a creare artefatti ma tenti di plasmare i comportamenti quotidiani per meglio adattarsi alla vita, in tutte le sue forme. Le mostre tematiche, le installazioni e i progetti in mostra invitano a un’investigazione più approfondita dei complessi e interconnessi sistemi multispecie in cui viviamo, incoraggiandoci all’adozione di una prospettiva a lungo termine e a un riavvicinamento alla natura, di cui facciamo parte. Inutile vedere, leggere, sentire e immergersi nella mostra se non si ha tempo di assimilarla, comprenderla e godere della sua energia positiva, frutto del potere rivoluzionario che possono avere l’immaginazione e l’inventiva. Una mostra molto lunga e complessa ma della quale, siamo certi, non vi pentirete di aver trovato il tempo da dedicarle. Ne uscirete ispirati, più ottimisti e volenterosi di fare scelte orientate verso un miglioramento della realtà che ci circonda.

TRIENNALE DI MILANO. Viale Alemagna, 6. Aperto tutti i giorni (10.30-20.30) tranne lunedì. Ingresso: intero 18€, ridotto 14€. In calendario fino al 1 settembre 2019.

GIANPAOLO BARBIERI – POLAROIDS AND MORE

A pochi mesi dall’aver ricevuto il premio come miglior Fotografo di Moda Internazionale ai Lucie Awards di New York, a Giampaolo Barbieri, classe 1938, viene dedicata da 29 Arts in Progress Gallery la prima e più vasta restrospettiva che ne traccia l’uso della fotografia istantanea. 140 polaroids inedite che comprendono ritratti, fotografie di moda, fiori, teatro e statuari corpi maschili di indigeni colti nel loro habitat naturale. Ad accomunare le istantanee la bellezza e l’eleganza, che raramente è stata colta con tanta naturalezza come dall’occhio del grande fotografo. Sono immagini seducenti, raffinate, ironiche talvolta, bianchi e neri che affascinano. La prova che oltre a essere un sapiente fotografo di moda, dell’immagine costruita e patinata, Barbieri possiede la magica abilità di cogliere la bellezza in modo spontaneo, sensibile e immediato. Nella parte finale della mostra, in anteprima assoluta, troverete anche una selezione di nuovi lavori ispirati all’opera di William Shakespeare, a cui Barbieri lavora da 3 anni attingendo, come egli stesso sostiene, “dal passato per guardare al futuro”. 

29 ARTS IN PROGRESS GALLERY. Via San Vittore, 13. Aperto dal martedì al sabato (11-19.00). Ingresso libero. In calendario fino al 27 luglio 2019.

LUCE MOVIMENTO – IL CINEMA SPERIMENTALE DI MARINELLA PIRELLI

Mostre Milano Giugno_
Film Ambiente | © Carlotta Coppo

Dopo la bellissima mostra costruita intorno alla carismatica personalità di Margherita Sarfatti – di cui avevamo parlato qui – il Museo del Novecento torna a presentare una mostra monografica dedicata a una figura femminile del XX secolo, tanto affascinante quanto poco conosciuta dal grande pubblico. Si tratta di Marinella Pirelli (1925-2009), artista visiva e pioniera nel campo del cinema sperimentale. Si conferma così la volontà da parte dell’istituzione museale milanese di presentare in maniera critica anche personaggi meno noti ma pur sempre chiave del Novecento, restituendo un’idea interdisciplinare e intermediale di questo secolo. La Pirelli entrò a far parte della scena artistica italiana nel secondo Dopoguerra ma – nonostante la sua dedizione alla pittura, che durò tutta la vita – a distinguerla fu la carica innovativa portata nel campo delle immagini in movimento. Dalla metà degli anni Sessanta, infatti, fu lei stessa a eleggere la pellicola come proprio strumento artistico, tant’è che appartengono alle sue memorie queste parole: “Io allora avevo sempre la cinepresa con me, proprio come un pittore ha l’album e la matita. In quegli anni prendevo appunti con la cinepresa e realizzai così il mio lavoro”. Per questo motivo, le opere presenti in mostra appartengono tutte all’ambito della sperimentazione cinematografica e alla progettazione di spazi di luce, e vanno dal 1961 fino al 1974, anno in cui Marinella realizzò il suo ultimo lavoro intitolato Doppio autoritratto, per poi chiudersi in un ventennale silenzio. Il percorso espositivo, diviso in 10 sale, segue un criterio tematico e cronologico che rende conto del suo lavoro, rapportandolo al contesto storico e artistico nel quale prese forma. Opera più originale e centro di questo percorso è senza dubbio Film Ambiente (1969), una vera e propria struttura cinematografica che è possibile percorrere ed esplorare, testimonianza dell’innovativo apporto dato dalla Pirelli alla cosiddetta corrente del Cinema Espanso, nata degli Settanta per includere tutte quelle forme di fruizione cinematografica che si svincolavano dall’idea tradizionale di visione filmica. Una mostra e un racconto originali e di grande interesse, da non farsi scappare

MUSEO DEL NOVECENTO. Piazza del Duomo, 8. Aperto tutti i giorni (orari sul sito). Ingresso: intero 10€, ridotto 8€. In calendario fino al 25 agosto 2019.

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1 commento

5 bellissime mostre a Milano da non perdere a settembre - Conosco un posto 09/09/2019 - 11:41 am

[…] la mostra di sole polaroid che vi avevamo consigliato qui, torniamo a parlare di Gian Paolo Barbieri, pioniere della fotografia di moda made in Italy. […]

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