Ristoranti fuori Milano: 10 indirizzi che abbiamo provato di recente

Di Redazione

Per poter fare un racconto veramente entusiasta di un pranzo o una cena, di recente, ci rendiamo sempre più conto che è necessario uscire dai confini di Milano, dove capita più soventemente di riappacificarsi con la ristorazione. Da oggi, quindi, vi racconteremo anche i ristoranti fuori Milano che ci sono piaciuti molto e di cui vogliamo condividere le nostre impressioni. Dai locali tipici lombardi alla cucina di lago, dagli agriturismi piemontesi ai ristoranti per occasioni specialiecco i nostri racconti!

10 RISTORANTI FUORI MILANO CHE ABBIAMO PROVATO DI RECENTE

OSTERIA DELLA VILLETTA

Iniziamo questo viaggio alla scoperta dei ristoranti fuori Milano con questa piccola perla. All’Osteria della Villetta, provincia di Brescia ad appena qualche minuto dal casello dell’A4 e a 45 minuti di viaggio da Milano (se ve lo foste chiedendo sì, vale il viaggio), la conduzione familiare, l’ambiente d’un tempo ma lindo e curato e l’amore ai fornelli fanno sì che si riesca ad avere un’esperienza autentica e davvero soddisfacente. Il menu è lungo il giusto e propone ricette semplici con un’attenzione maniacale alle materie prime: ottimo il vitello tonnato, così come la zuppa di cipolle, l’orzo mantecato con salsiccia ed erbe dell’orto, mentre superbo è il piatto della casa con polpette, involtini di verza, guanciale di manzo e salsa verde. Le porzioni non sono granché abbondanti, per cui fatevi consigliare un percorso da cui uscire realmente appagati. Spesa tra i 40 e i 50 euro a testa; da tornare e ritornare, in loop.

OSTERIA DELLA VILLETTA. Via Guglielmo Marconi 104, Palazzolo sull’Oglio (BS). 030 7401899. Aperto tutti i giorni (12-15, ven e sab anche la sera) tranne lunedì e domenica.

OLIO

Quant’è bello quando, anche a giorni di distanza, ripensando ai piatti assaporati in un ristorante, torna l’acquolina in bocca? È esattamente quello che ci è successo dopo essere stati a mangiare fuori Milano, a cena, per un’occasione speciale. Ci siamo recati a Origgio, distante una quarantina di minuti di macchina dalla città, per provare Olio, ristorante inserito all’interno del vastissimo spazio multifunzionale The Box. Qui si trovano anche serre utilizzate sia come location per eventi che per coltivare ortaggi e piante aromatiche utilizzate poi in cucina, una collezione di circa un centinaio d’auto d’epoca (di cui alcune esposte anche nelle sale adibite al servizio) e una collezione d’arte contemporanea. Solo ristorante e cocktail bar, tanto per darvi un’idea dell’ampiezza del tutto, si estendono su una superficie di ben 800 mq, tra terrazza, dehors, sale interne e cucine (due per l’esattezza, di cui una adibita esclusivamente alla preparazione di piatti senza glutine).
L’atmosfera, all’interno del locale, risulta alla fin dei conti piacevole, nonostante una certa freddezza conferita da materiali, dettagli tecnologici e illuminazione futuristica, il cui l’effetto porta a sentirsi come all’interno di un’astronave. 
Ma passiamo alla parte più interessante: il cibo. La proposta di Olio è fondamentalmente pescetariana, ma anche materie prime e sapori di origine vegetale rivestono un ruolo importantissimo. Tra il menu degustazione e la carta abbiamo optato per la seconda, per poter assaggiare diversi piatti che ci incuriosivano. Tra questi, due antipasti crudi che ci hanno totalmente conquistati (la seppia con olio alla brace, carciofi e bottarga e la ricciola con puntarelle, cicoria, alici e limone), un antipasto cotto (i moscardini affogati con verza e patata soffiata). E poi ancora quattro dei cinque primi in carta (bottoni ripieni di stracotto di tonno rosso alla genovese e pasta e fagioli con conchigliacei e cicale di mare – da 10 e lode -, pappardelle all’astice e linguine con scampi e ricci di mare), un delizioso fritto di mare e orto e uno Snickers gourmet – tanto simpatico quanto goloso – per concludere in dolcezza.
Il conto? Altino, contando che il prezzo medio di antipasti e primi è di 25€, quello dei secondi 34€ e quello dei dessert 15€. Nonostante questo, lo riteniamo assolutamente corretto e in linea con il livello di cucina e servizio offerti. Insomma: si è capito che ci ha entusiasmati? 

OLIO. Via SP233 Varesina 1, Origgio (VA). 02 83620900. Aperto tutti i giorni (12-14:30 e 19-22:30) tranne domenica a cena e lunedì.

LA CADREGA

Ristoranti fuori Milano La Cadrega Carimate
© IG Osteria La Cadrega

Carimate è una cittadina a circa trenta chilometri da Milano famosa per il castello medievale (ora un albergo, ma in passato sede di uno studio discografico frequentato da De André, Dalla, Cocciante e tanti altri) e per essere residenza di tanti calciatori dell’Inter, data la sua vicinanza alla Pinetina. È qui, più precisamente nella frazione di Montesolaro, che ha sede il ristorante La Cadrega. Il nome parrebbe suggerire un menu tipico lombardo e, in effetti, piatti come i taglieri di salumi locali, gli arrosti con polenta, l’ossobuco e la trippa confermano questa direzione. C’è, però, anche un’interessante sezione di carni alla griglia che esce dai confini brianzoli e arriva quasi in Toscana con la presenza della Fiorentina. Noi ci siamo abbuffati con i buonissimi taglieri misti (pazzesco il prosciutto crudo tagliato al coltello), con uno stracotto d’asino che si scioglieva in bocca e con una bistecca talmente buona che per un attimo ci siamo sentiti sul Ponte Vecchio. Non potevamo non assaggiare uno dei dolci fatti in casa e la torta con ricotta e rhum si è rivelata una scelta davvero azzeccata. L’ambiente è quello classico da osteria con tovaglie a quadretti, sedie impagliate e oggetti di varia natura alle pareti (quadri, secchi, tegami e… una maglia di Figo autografata). Per quanto riguarda i prezzi, questi sono decisamente più miti rispetto a quelli a cui siamo abituati a Milano. Noi, ad esempio, con nemmeno 40 euro a testa siamo usciti sazi, soddisfatti e pronti per una passeggiata digestiva fino al castello.

LA CADREGA. Via Nobili Calvi 15, Carimate (CO). 031 781955. Aperto tutti i giorni (12-14 e 19:30-22) tranne martedì.

IL RICCIO

Ristoranti fuori Milano Pescheria Il Riccio Monza
© FB Pescheria Il Riccio

Durante una piacevolissima gita a Monza, abbiamo pranzato in questa pescheria tra la Villa Reale e il centro storico gestita da una ragazza simpatica e preparata. Il locale è semplice e informale, ma non servono tanti fronzoli quando a dominare l’ambiente è un grande bancone ricco di pesce freschissimo. Stesso discorso vale per il menu composto da piatti essenziali come tartare, gratinati, crudi, paste allo scoglio e filetti alla griglia. Perché complicarsi la vita con inutili slanci di creatività se si può contare su un’ottima materia prima? Il viavai di clienti che entravano per comprare il pesce da cucinare a casa ci aveva già convinto sulla bontà della nostra scelta, ma ne abbiamo avuto la conferma all’assaggio dei piatti. Noi abbiamo iniziato con un buonissimo gratinato della casa con cozze, capesante e cannolicchi. Abbiamo poi proseguito con le orecchiette cozze, vongole, broccoli e acciughe saporite e abbondanti, così come gli spaghetti alle cozze. Per finire, non ci siamo lasciati sfuggire un ottimo filetto di tonno in crosta solo leggermente troppo secco (avrebbe aiutato una salsa di accompagnamento). Il conto è corretto e, utilizzando lo sconto di The Fork, non spenderete più di 35 euro a testa.

PESCHERIA IL RICCIO. Via Prina 2, Monza (MB). 334 8781078. Aperto tutti i giorni (8-14:30 e 18:30-22:30) tranne lunedì.

IL CAPANNO

Ancora ce lo ricordiamo il panorama che si gode dall’incantevole terrazza del ristorante Il Capanno di Pietra Ligure, situato lontano dalla costa, in collina, ma affacciato sul mare. Gli ambienti grandi e dallo stile rustico e la conduzione familiare amichevole ci sono piaciuti subito, ma sono le proposte sul menu che ci hanno fatto innamorare. Qui potete gustare i piatti tipici della gastronomia ligure, sia di mare che di terra. Buonissimi i taglierini con funghi, zucca e pinoli (con pasta fresca fatta in casa!) e tutto il pesce fresco alla griglia, mentre assolutamente indimenticabile è stato il coniglio alla ligure con olive, erbe aromatiche e pinoli. Il conto più che onesto: antipasto, primo e secondo innaffiati da una bottiglia di rosè sono costati circa 45€ a testa. Se vi sentite in vena di una passeggiata, volendo potete venire qui da Pietra Ligure anche a piedi!

IL CAPANNO. Via Cappelletta Loc. Ranzi 23, Pietra Ligure (SV). 019625198. Aperto da venerdì a lunedì (12:15-14:30 e 19-23:30) tranne lunedì a cena.

AGRITURISMO CASCINA MADONNA

Della nostra passione per il Piemonte già sapete. In una delle tante gite che ci portano in questa splendida regione, ci siamo fermati in questo agriturismo a metà strada tra Asti e Alessandria. Cascina Madonna è una vera e propria azienda agricola, da cui provengono la maggior parte degli ingredienti utilizzati dei piatti che troverete sul menu, improntato sulla cucina tipica piemontese. Le proposte variano a seconda della stagione ma sul loro sito potete vedere un esempio dei menu degustazione offerti: qui non si ordina alla carta ma ci si affida solo al menu del momento. Le portate sono molto numerose e per questo proporzionate, ma scommettiamo che farete comunque fatica ad arrivare alla fine! Gli agnolotti al plin, il tortino di cavolfiore con crema di parmigiano e il brasato al nebbiolo sono i piatti che più ci sono rimasti nel cuore. Il conto finale potrebbe lasciarvi ancora più stupiti: con una bottiglia di vino a coppia inclusa, uscirete spendendo solo 38€. Unico neo: per trovare posto, dovete prenotare con larghissimo anticipo!

AGRITURISMO CASCINA MADONNA. Via Alessandria 55, Refrancore (AT). 014167456. Aperto da giovedì a domenica (13-16 e 20:30-24, gio e ven solo a cena).

RISTORANTE CONSORZIO

Rimanendo in Piemonte, anche Torino (di cui vi abbiamo parlato qui e qui) rientra spesso e volentieri tra le nostre scelte quando si tratta di fare un piccolo viaggio fuori porta, complice la bellezza della città e l’estrema comodità dei mezzi per raggiungerla. Ultimamente siamo stati in questo ristorante, di certo non una novità per i più accaniti lettori delle guide della ristorazione in Italia, e che può vantare una certa predilezione per i presidi slow food del territorio. La scelta -spoiler- non poteva che essere più azzeccata. Il locale si trova in pieno centro, ma in una via un po’ defilata dal trambusto cittadino. Gli interni ricordano un’elegante osteria, ammodernati da poster e quadri dalle grafiche accattivanti (dietro l’estetica e la comunicazione del locale c’è la firma di Gianluca Canizzo, che amiamo molto). Dal menu noi abbiamo scelto midollo di bue, baccalà, bietole e bagnetto verde, la Cruda (composta da salsiccia cruda, boccone di filetto impanato in erbe e tartare, immediatamente salita sul podio delle carni crude più buone mai mangiate), degli ottimi ravioli di finanziera e a seguire un agnello fondente, cipollotto e bagnetto rosso. In generale le materie prime sono eccellenti, il personale di sala disponibile, a tratti un po’ ruvido, ma pronto nel guidarvi in una bella immersione di cucina piemontese. La carta dei vini è sbilanciata verso la vicina Francia, ma non mancano numerose scelte tra vini della zona, tra Barolo, Nebbiolo e Barbaresco. Noi per un pranzo completo accompagnato da un’ottima bottiglia di Nebbiolo di Ferdinando Principiano abbiamo speso 40€ a testa. Un ultimo consiglio per gli amanti del genere: non perdetevi il Quinto Quarto della casa, composto da cheviche di cervella, matrice alla griglia, piedini di maiale impanati e fritti, e midollo in tempura. Vale il viaggio.

RISTORANTE CONSORZIO. Via Monte di Pietà 23, Torino. 011 2767661. Aperto tutti i giorni (12-14:30 e 19-22:30) tranne domenica e lunedì.

LA RAMPOLINA

È passato un po’ di tempo da quando abbiamo provato per la prima volta La Rampolina (ve ne avevamo già parlato nella nostra guida del Lago Maggiore). Nonostante ciò, non ci stancheremo mai di consigliarvi questo ristorante in cui torniamo appena possiamo. Ad accogliervi nella bellissima location affacciata sul lago ci sono Davide e Federica, che insieme al resto dello staff fanno gli onori di casa con un servizio informale ma impeccabile. Il menu cambia di stagione in stagione e propone piatti della tradizione – non solo lacustre – a volte rivisitati, ma mai rivoluzionati. La loro insalata russa è memorabile, così come gli agnolotti “gobbi” ai tre arrosti, burro, nocciole e Parmigiano 36 mesi e l’uovo fritto con crema di ceci, guanciale croccante e spinacino. Fidatevi, però, che qualsiasi piatto sceglierete non sbaglierete. Per il vino affidatevi al padrone di casa, saprà consigliarvi quello giusto. Prendetevi il vostro tempo per rilassarvi, alla Rampolina si sta bene, in coppia o con un gruppo di amici, a pranzo con il sole o alla sera con il lago illuminato dalla luna. Ma prenotate, sempre, e in anticipo!

LA RAMPOLINA. Via Someraro 13, Campino (VB). 0323 923415. Aperto dal mercoledì alla domenica (12-15 e 19-22:30)

OLTRE.

Di come trascorrere un bel week end a Bologna vi abbiamo già parlato qui, ma le gite a tema enogastronomico nella bella Emilia Romagna potrebbero davvero non finire mai. Durante la nostra ultima visita in città, siamo stati da Oltre, ristorante abbastanza chiacchierato e che promette di portare una bella ventata di freschezza tra le tante osterie tipiche. Trovate il campanello tra i mille adesivi che ricoprono l’ingresso, e varcate la soglia di questo piccolo locale che vi accoglierà con il grande bancone iniziale (forse posizione migliore per mangiare se in piccoli gruppi) e la sala, un pochino più “fredda” e dispersiva. In menu trovano posto i piatti tipici della tradizione emiliana, accanto a piatti più estrosi ed azzardati: nel caso vi sentiste particolarmente local, potrete optare per il menu “tradizione”, o, altrimenti, per il menu “viaggio di un cuoco” (entrambi sono composti da 7 portate al costo di 65€). Noi abbiamo preferito scegliere dalla carta, con le immancabili tagliatelle al ragù Bolognese tagliato a coltello, tortellini in brodo di cappone, il vitello tonnato della casa, la pernice alla Rossini e un’imponente cotoletta alla bolognese. Accompagnando la nostra cena con un ottimo Sangiovese romagnolo “Monte Brullo”, considerate un costo medio intorno ai 50/55€, comprensivo di un buon dolce. Insomma, un ambiente giovane, frizzante, con radici profonde nel territorio, ma che non si vergogna di spaziare in altre parti del mondo. Siamo stati (molto) bene.

OLTRE. Via Augusto Majani 1/b, Bologna. 0510066049. Aperto tutti i giorni (19:30-23, sab e dom anche a pranzo 12:30-14:30) tranne martedì e mercoledì.

RISTORANTE DINA

Questo ristorante lo tenevamo nel mirino da parecchio tempo, in attesa di una bella occasione da festeggiare per potergli finalmente far visita. Il territorio è quello di Gussago, piccolo comune nel bel mezzo della Franciacorta. Sin dall’ingresso del locale si viene sorpresi dalla diversa estetica delle sale che lo compongono: ad accogliere i clienti, una stanza buia con un neon a rischiarare l’ambiente con il monito “Until Then If Not Before“. Noi ci siamo accomodati nella prima sala, una vecchia cantina riconvertita, ma che ancora mantiene le caratteristiche volte in mattoni. Due sono le proposte di menu tra cui scegliere e che cambiano spesso in base alla stagionalità: cinque portate al costo di 80€ e nove portate al costo di 120€. Noi abbiamo optato per la prima, e siamo rimasti estasiati sin dal benvenuto della casa (composto esclusivamente da eccellenze del territorio come acciughe, lardo, grissini e salame), per passare al cannellone al tartufo bianco, il risotto all’ostriche e alloro (che vi sorprenderà in giochi di consistenze, essendo tutto fuorché un primo piatto) e finire con un incredibile soufflé alla rapa rossa e gelato alla stracciatella al burro salato mantecato al momento. Come immaginavamo, è stato un viaggio straordinario, fatto di creatività e passione, condotto magistralmente da Alberto Gipponi, il giovane chef, e da una brigata di sala attenta e mai invadente, che nulla ha da invidiare ai più blasonati ristoranti stellati. Noi ve lo diciamo, tenete d’occhio la guida Michelin nei prossimi anni, non ci sorprenderebbe ritrovare proprio il suo nome. Bravi.

RISTORANTE DINA. Via Santa Croce 1, Gussago (BS). 030 2523051. Aperto tutti i giorni (12:30-14 e 20-22) tranne domenica a cena, mercoledì a pranzo, lunedì e martedì.

Voi avete mai provato uno di questi ristoranti fuori Milano? Come vi siete trovati? Ditecelo qui sotto, oppure sulla nostra pagina Instagram!

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1 commento

Giovanna 30/03/2023 - 3:41 pm

Ciao,

avete provato il Risutin a Casterno? Merita.

Giovanna

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