Un weekend a Bologna: cosa vedere e dove mangiare nella splendida città emiliana

Di Tommaso Prada

Difficilmente potete trovare un luogo che, ad una sola ora di treno da Milano, racchiuda tanti tesori come Bologna. La storia, la cultura, i sapori, i profumi e i suoni che questa città offre sono un patrimonio ineguagliabile che abbiamo cercato di descrivervi con il diario del nostro weekend. Ecco tutti i nostri consigli su cosa vedere e dove mangiare a Bologna!

WEEKEND A BOLOGNA: COSA VEDERE E COSA FARE

*DALLA STAZIONE A PIAZZA MAGGIORE. Se arrivate in treno inizierete a familiarizzare con i famosi portici di Bologna percorrendo via Indipendenza, probabilmente la strada principale dello shopping bolognese con le insegne delle principali catene commerciali, ma anche sede di importanti luoghi di cultura come  l’Arena del Sole e la mastodontica Cattedrale di San Pietro che dall’esterno non lascia minimamente presagire la vastità dello spazio interno.

I portici di Via Indipendenza | © Tommaso Prada

Bastano pochi passi per raggiungere uno dei simboli della città, la statua del Nettuno del Giambologna (chiamato “il Gigante” dai bolognesi) che da cinque secoli sovrasta l’omonima fontana e veglia dall’alto sull’immenso spazio costituito da piazza del Nettuno (ça va sans dire) e da Piazza Maggiore, la piazza principale della città: da non perdere è sicuramente la biblioteca Salaborsa, all’interno di Palazzo D’Accursio, la cui pavimentazione trasparente vi consente di vedere i reperti archeologici dell’antica città romana di Bononia e che oggi documenta la cultura contemporanea attraverso libri, cd, dvd, riviste, mappe. Dirigetevi poi dall’altro lato della piazza per ammirare il Palazzo del Podestà e per sperimentare una simpatica curiosità: posizionatevi sotto alla grande volta che troverete nel passaggio che collega il palazzo a Piazza Re Enzo e parlate con la faccia rivolta ad una delle quattro colonne alla base della volta, chi sarà nella colonna esattamente opposta alla vostra riuscirà a sentirvi perfettamente!

Ovviamente il monumento più famoso della piazza è la Basilica dedicata a San Petronio, il patrono della città, caratterizzata dalla sua inconfondibile facciata incompiuta e dalle dimensioni così colossali da renderla una delle chiese più grandi del mondo. L’interno, che stupisce per la leggiadria delle volte, racchiude capolavori come gli affreschi di Giovanni da Modena (nella cappella Bolognini) e di Parmigiano (nella cappella di San Rocco) o le statue di Jacopo Sansovino.

La Basilica di San Petronio | © Tommaso Prada

*DAL QUADRILATERO ALLA TORRE DEGLI ASINELLI. Un tempo sede dell’antico mercato in cui le botteghe degli artigiani si affastellavano in questo fitto reticolato di strade racchiuse tra Via Rizzoli, Via dell’Archiginnasio, Via Farini e Via Castiglione, anche oggi il Quadrilatero non ha perso la sua funzione di coacervo di attività commerciali ed è infatti qui che troverete numerosissimi ristoranti, osterie, pastifici, macellerie, pescherie, fruttivendoli nei quali assaggiare le prelibatezze tipiche della città. Lasciamo a voi la scoperta del vostro luogo del cuore, noi ci limitiamo a segnalarvi il Mercato di Mezzo, uno spazio coperto in cui troverete tanti stand dove fermarvi per fare un aperitivo o un pasto veloce (noi abbiamo preso delle buonissime tigelle e un panino con la mortadella il cui profumo ci sembra di sentire ancora oggi) e soprattutto l’Osteria del Sole, un luogo completamente fuori dal tempo presente in città dal 1465: prendete la vostra bottiglia di Sangiovese o il vostro bicchierino di Lambrusco e sedetevi in uno dei lunghi tavoli di legno insieme ad altri clienti che accompagnano il vino con pane e mortadella comprati in qualche bottega del Quadrilatero: qui infatti non troverete niente da mangiare, ma se avete fame (e volete “asciugare” l’alcol) potete portarvi il cibo da fuori.

Piazza della Mercanzia | © Tommaso Prada

Sempre nel Quadrilatero, imboccando via Clavature, raggiungerete la piccola chiesa di Santa Maria della Vita, un bellissimo ed elegante edificio a pianta ellittica custode di uno dei massimi capolavori che potete trovare in città, il “Compianto del Cristo Morto” di Niccolò dell’Arca: si tratta di uno stupefacente gruppo scultoreo di terracotta formato da 7 figure a grandezza naturale che mostra alcuni dei protagonisti della Passione radunati intorno al corpo di Cristo subito dopo la sua morte. La forza drammatica che lo scultore è riuscito a rendere attraverso i volti, gli sguardi e persino le vesti dei protagonisti non si può davvero descrivere a parole, ma è un’emozione che vi consigliamo senza dubbio di andare a provare di persona (il biglietto per la visita costa 4 euro).

Il Compianto del Cristo Morto | © Tommaso Prada

Uscite dal Quadrilatero dalla parte di Via Rizzoli e vi si staglierà davanti agli occhi il profilo inconfondibile della Torre degli Asinelli che, con la vicina Torre della Garisenda, caratterizza lo skyline di Bologna da quasi mille anni: per non rischiare di rimanere a terra, prenotate la visita prima di partire (5 euro) e salite la ripida scalinata di 498 gradini per godere di una vista magnifica che vi ripagherà del fiatone che avrete quando sarete sulla sommità.

*DALLA CORTE ISOLANI AL COMPLESSO DELLE SETTE CHIESE. Dalla Torre degli Asinelli prendete Strada Maggiore e all’altezza del numero 19 fermatevi sotto al grande porticato ligneo e guardate verso l’alto: riuscite a scovare le tre frecce conficcate nel soffitto? Numerose leggende spiegherebbero questa curiosa collocazione, ma la nostra preferita è quella che vede coinvolti tre arcieri assoldati da un uomo per uccidere la moglie adultera e che, distratti dalla donna che si spogliò per confonderli, sbagliarono clamorosamente mira. Oltrepassando il porticato, entrerete nella meravigliosa Corte Isolani, un passaggio coperto ricco di bar, ristoranti e negozi che si affacciano su suggestivi androni e cortili. Usciti dalla Corte, vi ritroverete nella splendida Piazza Santo Stefano, senza dubbio una delle più belle della città e sede dell’omonima Basilica, nota anche come Complesso delle Sette Chiese, poiché racchiude edifici e strutture di diverse epoche.

Piazza Santo Stefano | © Tommaso Prada

La storia antichissima e travagliata di questo luogo si percepisce dalla presenza di elementi e stili architettonici apparentemente distanti tra loro e il succedersi di chiostri, cortili, sale affrescate, stretti corridoi e grandi navate vi farà perdere completamente il senso del tempo e dello spazio (soprattutto se, come noi, lo visitate con il buio).

*IL GHETTO E LA ZONA UNIVERSITARIA. Perdersi tra le viuzze tranquille e silenziose di questo piccolo angolo della città è stata davvero un’esperienza suggestiva che tra antiche case medievali, portici, archi e ponti ci ha trasportato al tempo in cui l’antica comunità ebraica della città viveva confinata intorno a questo quartiere che si sviluppa intorno a via dell’Inferno. A poca distanza da qui, in via Piella, troverete anche la famosissima finestrella che si affaccia sul canale delle Moline regalandovi un suggestivo scorcio di uno dei pochi canali d’acqua della città non ricoperto dalle strade.

Siamo stati un weekend nella meravigliosa Bologna, e qui vi diamo tantissimi tips su cosa vedere e dove mangiare in città!
Una via del Ghetto ebraico | © Tommaso Prada

Ai confini del ghetto troverete via Zamboni, da sempre conosciuta come il cuore del quartiere universitario: l’università di Bologna è considerata la più antica del mondo occidentale e non stupisce quindi che questa zona sia una delle più animate della città. Partite dallo stupendo palazzo Malvezzi, proseguite davanti alla Basilica di san Giacomo per poi arrivare in piazza Verdi e successivamente al bellissimo palazzo Poggi. Tornando indietro, percorrete via Petroni e via Aldrovandi per arrivare alla chiesa di Santa Maria dei Servi con il suo meraviglioso porticato (citato anche da Guccini) in cui vale sicuramente la pena entrare anche solo per ammirare la “Madonna col Bambino e angeli” dipinta da Cimabue.

*DA PIAZZA MAGGIORE ALLA BASILICA DI SAN DOMENICO. Partite da Piazza Maggiore, passate nella bellissima Piazza Minghetti (non perdevi il palazzo delle Poste, il palazzo della Cassa di Risparmio e il meraviglioso palazzo Pepoli, sede del Museo della Storia di Bologna) e, dopo essere passati in piazza Cavour (per alcuni la famosa “Piazza Grande” di Lucio Dalla), arriverete in Piazza San Domenico dove sorge l’omonima Basilica. Entrando rimarrete colpiti dalla sua maestosità che però, al contrario per esempio degli edifici sacri di stile gotico, non intimorisce per merito dell’enorme quantità di luce proveniente dalle ampie vetrate; il vero capolavoro però si trova in una cappella laterale: si tratta dell’Arca di San Domenico, un sarcofago contenente le spoglie del Santo ad opera di Nicola Pisano (e successivamente di altri numerosi artisti) completamente ricoperto di decorazioni in marmo (tra le quali 3 statue di Michelangelo); noi siamo rimasti per tantissimo tempo ad osservarla da ogni angolazione, complice anche la perfetta illuminazione che consente di coglierne tutti i particolari. Altri capolavori che troverete nella Basilica sono il coro ligneo di Fra’ Damiano e stupendi dipinti di Guercino, Pisano, Carracci e Lippi.

*SANTUARIO DELLA MADONNA DI SAN LUCA. Una vera e propria “salita” agli inferi, così la definiremmo la sfiancante camminata che dal centro della città (precisamente da Porta Saragozza) porta a questo santuario che domina il colle della Guardia. Percorrere a piedi i 666 (ovviamente non un numero casuale, che sta a rappresentare il serpente a cui viene schiacciata la testa dalla Madonna del Santuario) archi che compongono la via porticata più lunga del mondo (circa 3,5 km) è un’esperienza che vi consigliamo sicuramente di provare. Certo, potreste utilizzare anche l’auto o il trenino che collega il centro storico al Santuario, ma la soddisfazione di essere arrivati in cima malgrado la ripidezza del percorso (soprattutto l’ultima parte) sarà superiore al dolore ai polpacci che proverete per i successivi 3 giorni, chiedendovi ad ogni gradino che salirete come facessero alcuni pellegrini a percorrerlo anche in ginocchio.

I portici che conducono al Santuario della Madonna di San Luca | © Tommaso Prada

Se non vi basta essere arrivati a 280 metri di altezza, potete anche salire sulla cupola della chiesa (5 euro) per godere di una splendida vista sui colli di Casalecchio di Reno e su Bologna. Merita sicuramente una visita anche l’interno del santuario con le splendide decorazioni di Guido Reni e Guercino.

La vista dalla cupola del Santuario della Madonna di San Luca | © Tommaso Prada

*FICO. Per noi vale senza alcun dubbio la pena dedicare qualche ora alla visita di questa Fabbrica Italiana Contadina (questo il significato del suo nome) a pochi chilometri dal centro della città e raggiungibile comodamente con un bus navetta dedicato (biglietto a/r 7 euro, 5 euro per gruppi di più di 4 persone, se acquistato online). L’obiettivo di FICO è quello di mostrare la biodiversità del mondo agroalimentare italiano racchiudendo in un unico luogo l’agricoltura, la trasformazione, la ristorazione, il mercato e l’apprendimento.  Tutto ciò si traduce in 10 ettari di cui 2 all’aperto con campi coltivati, fattorie con animali, frutteti e 8 coperti con ristoranti, mercati, aule didattiche, cinema e teatro. È stato davvero divertente sbirciare dalle vetrate dietro cui si trovano le piccole fabbriche di trasformazione (di mozzarella, riso, pasta, birra, gelato, …), scegliere dove mangiare tra i ristoranti che rappresentano praticamente tutte le cucine italiane e guardare mucche, pecore e conigli grazie ai quali ci è sembrato di essere in piena campagna e non a poca distanza da una grande città.

WEEKEND A BOLOGNA: COSA MANGIARE

*RISTORANTE ENOTECA DA LUCIA. La signora Lucia guida con mano decisa questo piccolo ristorante in una traversa di via dell’Indipendenza che propone classicissimi della tradizione alternati a piatti più innovativi, anche di pesce (gnocchi di patate con bocconcini di rana pescatrice, polpo croccante con crema di zucca e porcini, filetto di ombrina con crema di sedano e rapa rossa). Se dalla bontà dei tortellini in brodo (generosi di gusto e quantità) e delle tagliatelle al ragù (ruvide e spesse come impone la tradizione) non ci aspettavamo niente di meno, sono le animelle di vitello con cavolo nero croccante e porcini soutè il piatto di cui parliamo ancora oggi con entusiasmo per merito della perfetta fusione di sapori, consistenze e, perché no, colori. Prezzo medio per persona: 30 euro bere escluso

*TRATTORIA DEL ROSSO. A non discostarsi un centimetro dalla tradizione è invece il menù di questa trattoria non lontana dal ghetto ebraico che dal 1860 richiama orde di clienti: infatti, nonostante l’indispensabile prenotazione, non è raro che dobbiate comunque attendere parecchi minuti prima di potervi accomodare al vostro tavolo. L’attesa però è ripagata da un menù vasto e solido da cui scegliamo crescentine con salumi e formaggi misti (lo squacquerone a Milano non è così buono!), lasagne (rigorosamente con la sfoglia verde), tagliatelle al ragù, polpette al pomodoro e soprattutto la cotoletta alla bolognese che si differenzia dalla cugina milanese dal fatto di essere coperta da prosciutto e parmigiano che, dopo la cottura nel brodo, si scoglie rendendo la carne morbida e ovviamente saporitissima. In sintesi, se volete familiarizzare con la cucina bolognese più classica, partite pure da qui. Prezzo medio per persona: 30 euro bere escluso

Le lasagne della trattoria del Rosso | © Tommaso Prada

*BAGUS BISTROT. Probabilmente la cena più sorprendente del nostro weekend: scelto praticamente per caso poiché vicino al nostro hotel (in via Stalingrado), la peculiarità di questo locale (il cui nome è forse un omaggio al bolognesissimo Cesare Cremonini) è quella di proporre i piatti del menù sia in versione tradizionale, sia in versione tapas per permetterne la condivisione: in lista si trovano capisaldi della tradizione (tortellini, ravioli, polpette), ma anche hamburger, piatti di carni pregiate e tanto pesce. Noi ci siamo divisi (tutti in versione tapas) il crudo di Waggyu servito su piastra rovente, i passatelli con pesto leggero, pomodorini e stracciatella, il tataki di tonno affumicato al momento e il “pane e ragù” (una ciotolina di ragù servita con pane tostato con cui fare la scarpetta). Tutti i piatti ci hanno decisamente convinto, sia per la qualità delle materie prime, sia per i sapori ben dosati e abbinati, sia per la presentazione davvero curata.

Altra idea molto bella è quella di poter scegliere il proprio cocktail solo sulla base di alcuni elementi, come la base alcolica (rhum, gin, vodka, ecc) e il sapore (dolce, secco, amaro, piccante, ecc) e di lasciar quindi alla fantasia del barman la composizione.

Inoltre, l’ambiente delizioso con una perfetta colonna sonora composta da numerosi classici della canzone italiana, il personale gentilissimo e i prezzi bassi, non possono non costringervi a scrivere il nome Bagus nell’elenco dei locali da visitare in città. Prezzo medio per persona: 20 euro bere escluso

Le tapas di Bagus | © Tommaso Prada

*RUGGINE. Segnalatoci per la qualità dei cocktail, noi abbiamo deciso di andare in questo locale vicinissimo alla basilica di Santo Stefano per mangiare a pranzo e non siamo rimasti affatto delusi: l’ambiente, ricavato da un’ex officina, è davvero curato e arredato con gusto (con materiali di recupero) e anche il cibo si è rivelato all’altezza: abbiamo provato un ottimo crostino con salsiccia, radicchio e aceto balsamico, dei buonissimi tortellini in crema di parmigiano (forse non così abbondanti da soddisfare la fame causata da tutti i chilometri macinati) e un hamburger saporito e cotto perfettamente; il vero apice però è stato raggiunto con la tenerina al cioccolato servita con crema di mascarpone che ci saremmo voluti portare a Milano. Inoltre, non possiamo non segnalare il bagno con la radio che trasmette citazioni dei film (mentre ci, ehm, stavamo incipriando il naso abbiamo colto le citazioni di Vacanze di Natale e Un sacco Bello). Prezzo medio per persona: 20 euro bere escluso

I tortellini di Bagus | © Tommaso Prada

*RISTORANTE PARMIGIANO REGGIANO. All’interno di Fico, siamo subito stati attirati da questo ristorante dall’ambiente elegante e dal menù che, come facilmente intuibile dal nome, ha il Parmigiano Reggiano come assoluto protagonista. Mentre il video sulla filiera del Parmigiano proiettato sul maxischermo ci ipnotizza come nemmeno durante la finale di Champions League, assaggiamo un ottimo antipasto di fritti (gnocco, tosone, stick di Parmigiano), dei cappelletti al brasato su crema di Parmigiano che ci convincono sia nel sapore, sia nella consistenza, ma soprattutto un favoloso uovo in due cotture su vellutata di Parmigiano e Friggione che avremmo voluto non finisse mai. Ci lascia un po’ perplessi invece la panna cotta al Parmigiano che avremmo voluto più coraggiosa nel suo sapore di formaggio. Prezzo medio per persona: 25 euro bere escluso

L’uovo in due cotture e i tortellini del ristorante Parmigiano Reggiano | © Tommaso Prada

Altri posti che ci eravamo segnati ma che non abbiamo provato sono: Biagi, Diana, Osteria delle Sette Chiese, Camera a Sud, Trattoria da Vito, Osteria dell’Orsa.

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5 commenti

Elena 22/11/2019 - 3:34 pm

Da Romagnola Doc che non riesce però a star troppo lontana dalla bellissima Bologna dico: complimenti ragazzi, ottime scelte! Un piccolo consiglio per una prossima volta: trattoria da Vito. Credo proprio che vi piacerebbe! Continuate così ♥️

Rispondi
Caterina Zanzi 25/11/2019 - 11:20 am

Grazie di cuore Elena!

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Giulia 20/05/2021 - 4:06 pm

Adoro Bologna, ci sono stata diverse volte ma non smette mai di sorprendermi. Grazie per i suggerimenti ragazzi!

Rispondi
Caterina Zanzi 04/06/2021 - 10:28 am

Grazie a te per leggerci, Giulia!

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dru 08/07/2021 - 5:25 pm

Guida molto carina e Bologna stupenda, livello culinario eccezionale.

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