Nell’ultimo mese non sono mancate le delusioni culinarie: ecco 3 ristoranti a Milano che ultimamente non mi hanno proprio convinta!
I 3 FLOP DI FEBBRAIO PER CONOSCO UN POSTO
RATANÀ
A un certo punto non si può più rimandare, e arriva il momento di provare ristoranti preceduti da un certo tipo di nomea: così, una sera di gennaio, arrivo ai bordi dell’Isola per provare uno dei locali milanesi storici per eccellenza, il Ratanà. Ma l’impressione non è delle miglior da subito: il servizio è disattento, la platea di clienti quasi esclusivamente straniera (i cui discorsi arrivano comunque forte e chiari a causa di una certa vicinanza tra i tavoli), i piatti proposti sono privi di inventiva ma nemmeno così aderenti alla tradizione (dov’è la cotoletta? E da quando il risotto con l’ossobuco è servito – senza peraltro precisarlo nel menu – con dei funghi?). Il conto, poi, è ultra salato: la delusione, insomma, è servita su tutti i livelli.
PASTA FRESCA DEMOCRATICA
Cosa ti fa uscire di casa, percorrere tutta la città, arrivare fino ai bordi di Milano e spendere 9 euro per un piatto di pasta e una bottiglia d’acqua? Personalmente, ben poche cose: la pasta è il classico piatto che si cucina anche a casa, senza troppi vezzi. E nonostante gli intenti di Pasta Fresca Democratica, nuovo format in zona Greco dei ragazzi del Fuorimano, siano dei migliori (pasta fresca, con farine e uova bio), la riuscita del tutto non è encomiabile. Soprattutto per una certa noia nei sughi d’accompagnamento (burro e salvia; pesto senza aglio; una norma senza melanzane). Il conto è basso, ma alto considerato il tutto, tavoli condivisi e servizio inesistente compresi.
LE API OSTERIA (chiuso)
Capita che si esca da un ristorante con la convinzione di aver mangiato bene – anche a fronte di un conto oneroso – e di volere farci ritorno; capita anche che, invece, si pensi “Prima e ultima volta”. In quest’ultima categoria rientra Le Api Osteria, la cui buona cucina dello chef ex Oldani non va, purtroppo, di pari passi con tutto il resto. I tavoli sono angusti, l’ambiente dimesso, il servizio freddo se non inesistente, e i prezzi elevati per un ristorante che nel nome deve inserire a tutti i costi l’abusato termine “Osteria”, ma che di osteria ha solo l’altrettanto abusato tovagliato in carta. Peccato: il risotto era davvero buono, ma non basterà a farmi tornare.