Fatevi un regalo: leggete L’Arminuta. Ma fatelo anche agli altri: regalatelo. Soprattutto a qualcuno della vostra famiglia, magari a Natale, perché L’Arminuta è un libro sulla famiglia. E sull’infanzia, e su quanto di essa ci portiamo dentro anche da adulti.
Sono sicura: lo leggerete d’un fiato (anche perché non è lunghissimo) e, una volta finito, continuerete a pensarci. L’Arminuta è la protagonista, una ragazzina che da un giorno all’altro perde tutto – una casa confortevole, le amiche più care, l’affetto incondizionato dei genitori. O meglio, di quelli che credeva i suoi genitori. Per l’Arminuta (‘la ritornata’, nel dialetto abruzzese, terra in cui è ambientato il romanzo), comincia una vita povera ma anche un rapporto, strettissimo, con la sua ‘nuova’ sorella.
Donatella Di Pietrantonio porta in questa storia il lettore con una prosa sublime e una delicatezza rara. E lo fa immedesimare nella sua protagonista, perché anche l’infanzia più fortunata – credo – può essere velata di tristezza e di abbandono.
“Ci siamo fermate una di fronte all’altra, così sole e vicine, io immersa fino al petto e lei al collo. Mia sorella. Come un fiore improbabile, cresciuto su un piccolo grumo di terra attaccato alla roccia. Da lei ho appreso la resistenza. Ora ci somigliamo meno nei tratti, ma è lo stesso il senso che troviamo in questo essere gettate nel mondo. Nella complicità ci siamo salvate. Ci guardavamo sopra il tremolio leggero della superficie, i riflessi accecanti del sole. Alle nostre spalle il limite acque sicure. Stringendo un poco le palpebre l’ho presa prigioniera tra le ciglia”.
Compratelo, e mettete in conto un piantino.
Editore Einaudi. 162 pagine. Pubblicato nel 2017.
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1 commento
Direi super azzeccato! <3