Siamo stati da Chemona, nuovo japanese pub incredibile in zona Bocconi (chiuso)

Di Tommaso Prada

Chemona, malgrado il nome, non è un insulto da rivolgere ai vostri amici veneti, ma il nuovo ‘japanese pub’ a Milano aperto da pochissimo in zona Bocconi e di cui vi avevamo già parlato qualche settimana fa tra le novità più interessanti. Questo intrigante mix che unisce atmosfera da pub tradizionale, cocktail ricercati e cibo adatto sia per un aperitivo che per una vera e propria cena ci ha subito incuriositi e, dopo averlo già provato più volte, ora possiamo dirvi com’è!

Abbiamo provato Chemona e qui vi diciamo com’è!

IL MENU DI CHEMONA: sake, birre, cocktail e piatti giapponesi

Il menu (molto carino, scritto a mano e con alcune interessanti note che spiegano meglio gli ingredienti) comprende alcuni classici dello street food nipponico (chips di pasta di riso, edamame, takoyaki, yakitori), ma anche piatti più elaborati come il tataki di tonno, la pasta (a scelta tra udon e soba) e i donburi (grandi ciotole di riso accompagnate dagli ingredienti più vari). Sono presenti anche 3 tipi di uramaki, 4 hamburger (con katsu-curry, salmone, burger di ceci e pulled pork), 3 insalate (con salmone, tofu piastrato e pollo teriyaki) e 3 dolci (cheesecake al matcha, mochi e gelato).

Chemona Ristorante Milano
Gli yakitori di capesante e bacon e gli edamame affumicati | © Tommaso Prada

Grande attenzione è riservata anche ai cocktail, divisi tra signature (ideali per l’aperitivo e per il dopocena) e long drink (più adatti ad accompagnare i pasti), tutti con ingredienti giapponesi come shochu (un distillato di orzo e riso), whisky Nikka, sake, yuzu (un frutto simile al mandarino), shiso (una specie di basilico asiatico), te matcha, salsa di soia e wasabi. Da sottolineare anche la bellezza dei nomi, come Komorebi (l’effetto della luce solare quando passa attraverso le foglie degli alberi), Ikigai (la ragione di essere, la cosa che ci dà la forza di svegliarci la mattina) e Aware (la sensazione dolceamara che si ha quando si sta vivendo un momento di grande bellezza che si sa effimero e destinato a esaurirsi velocemente).

Non mancano una decina di versioni di sakè, dai più secchi ai più dolci e fruttati e alcune birre alla spina (la giapponese Asahi, purtroppo l’unica giapponese in menu e alcune artigianali europee).

Chemona Ristorante Milano
I cocktail giapponesi e i takoyaki | © Tommaso Prada

Come avrete capito, avevamo davvero l’imbarazzo della scelta, ma alla fine abbiamo assaggiato gli edamame affumicati con yuzu e chili (buonissimi, una ventata di novità in un piatto che, già provato in decine di altri posti, sembrava non avere più niente da dirci), gli yakitori di capesante e bacon (con un azzeccato contrasto tra la morbidezza del pesce e la croccantezza del bacon) e i takoyaki con salmone e gamberi (buoni, ma forse il piatto che ci ha convinto meno).

La nostra cena è proseguita con una strepitosa pasta con calamaretti (cotti alla perfezione e non gommosi), verdure, katsuboshi e salsa ponzu e il donburi con uovo marinato alla soia, zenzero, alga nori, peperoncino e maionese al wasabi, dove il rischio di un’accozzaglia di sapori troppo dominanti è scongiurato da un equilibrio di gusto perfetto.

L’ATMOSFERA DI CHEMONA: informale e curata

Chemona Ristorante Milano
L’interno di Chemona | © Tommaso Prada

“Per un uomo è vergognoso rifiutare una donna che prova a sedurlo”, un gioco di parole che può essere reso con “per un uomo è vergognoso rifiutare il cibo che gli viene servito”: è questa la traduzione dell’enorme scritta al neon che domina l’unica grandissima sala di Chemona che, compreso il soppalco che contorna tutto il locale, porta la capienza ad un centinaio di posti totali. L’arredamento è molto semplice, con grandi tavoloni rustici la cui distribuzione ben distanziata evita però di generare la tipica confusione e la rumorosità dei pub tradizionali e che permette quindi ai gentilissimi ragazzi che gestiscono la sala di riservarci tutte le attenzioni necessarie e di spiegarci dettagliatamente i piatti e i cocktail. Per chi fosse interessato, è bene sapere che la gestione del locale è la medesima di uno dei pub più famosi di Milano, il Pogue Mahone’s di Porta Romana.

I PREZZI DI CHEMONA: corretti

Chemona Ristorante Milano
L’interno di Chemona visto dal soppalco | © Tommaso Prada

Tra i piatti che vi abbiamo nominato, gli edamame costano 5 euro, gli yakitori dai 6 agli 11 e i takoyaki 8. La pasta costa tra i 13 e i 15 euro, i donburi dai 12 ai 16, gli uramaki 12 euro e gli hamburger 14. I dolci costano dai 5 ai 7 euro, i cocktail circa 10 euro e i sakè tra 7 e 9. Chemona è il classico posto da cui si può uscire con una spesa di 15 euro per un aperitivo ‘rinforzato’ così come di 50, per una cena in cui non farsi mancare nulla. Noi, per quanto descritto, abbiamo speso 66 euro in due, un prezzo che può forse sembrare un po’ troppo elevato considerando che Chemona è tutto sommato un pub, ma che si rivela corretto se valutiamo la qualità degli ingredienti e la raffinatezza di alcune preparazioni, che non vi faranno certo pentire della vostra spesa. D’altra parte, non vorrete certo essere ricoperti di vergogna per aver rifiutato del cibo, vero?

CHEMONA
Viale Bligny 21, Milano
02 45397940
Aperto tutti i giorni (19-2) tranne domenica

INFORMAZIONI UTILI:

  • Menu: piatti e cocktail giapponesi a base di carne e pesce, ma adatto anche a vegetariani
  • Prezzo: per una cena sui 30 euro a testa, bere escluso
  • Mood: informale, adatto ad una cena tra amici, per un aperitivo o per un drink dopo cena
  • Come prenotare: telefonicamente o via mail ([email protected])
  • Come arrivare: tram linee 9/15/24

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2 commenti

Ludovica 13/11/2019 - 12:02 am

Ciao Cate, mi piace molto provare i posti da te consigliati ma purtroppo su Chemona non mi trovi d’accordo.
Amante del cibo giapponese e incuriosita dal tuo post, ho deciso di provarlo con amici ma non abbiamo avuto una così bella esperienza: musica a palla che rende difficile la chiacchierata, servizio scadente (e non c’era quasi nessuno a parte noi) e cibo deludente. Ad aggiungersi, il costo non contenuto. Personalmente non lo definirei incredibile.
Grazie comunque per la condivisione e a presto per nuovi posti da scoprire!

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Caterina Zanzi 13/11/2019 - 8:21 pm

Ciao Ludovica, noi (sia l’autore di questo pezzo che io stessa) eravamo stati prima dell’estate, a poco dalla sua apertura. Quando siamo stati noi, appunto, la musica neanche c’era, per dire. E avevamo mangiato bene, ai prezzi indicati. Purtroppo, l’esperienza al ristorante oltre a ricadere nella più sconfinata soggettività (i gusti, appunto), è mutevole di tante altre cose, tra cui la serata che si becca e anche “il periodo”. Potrebbero essere cambiate le cose, certament: io non torno da allora. Mi dispiace tu non ti sia trovata bene!

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