Ristoranti a Milano: 10 indirizzi che abbiamo provato questo mese

Di Redazione

Gennaio, un mese che talvolta sembra non voler mai finire, ma che ci ha regalato l’opportunità di esplorare (o riscoprire) tanti ristoranti a Milano anche molto diversi tra loro, di cui vogliamo condividere le nostre impressioni. Dalle cantine coi vini alla mescita, ai ristoranti regionali, fino alle tipiche trattorie, ecco i nostri racconti!

10 RISTORANTI A MILANO CHE ABBIAMO PROVATO DI RECENTE

HOSTERIA SAURIS & BORC DA BRIA

Vi avevamo già parlato di Hosteria Sauris & Borc da Bria come uno dei nostri ristoranti regionali preferiti di Milano. Dopo qualche anno e una nuova gestione, siamo tornati in questa osteria friulana in zona via Padova memori di quel bel ricordo.

Trovare il frico a Milano non è impresa facile e il viaggio in Friuli di quest’estate ci ha fatto venire una gran voglia di gustare di nuovo quei sapori. Questo è il posto giusto per farlo, grazie a un menu basato sui capisaldi della cucina friulana. Piatti semplici che non risparmiano sui condimenti, ma che fanno sentire subito ‘a casa’. In carta si trovano portate ruspanti come la jota (celebre zuppa triestina) e il gulash con polenta, ma anche qualcosa di più leggero come il coniglio in umido o la tartare di trota salmonata.

Durante la nostra cena di redazione natalizia, ci siamo concessi un po’ tutti gli antipasti – dallo strabiliante prosciutto crudo di Sauris ai formaggi carsici, dal frico ai crostini di lardo e miele. Poi abbiamo optato per un piatto principale a testa. Piatto della serata, le epiche costine di maiale con verze stufate e gratinate al forno, mentre meno convincenti le tagliatelle con carciofi, alici sott’olio e trota affumicata di Sauris. Buoni il coniglio e la battuta di manzo con cavol brasato, cren, capperi e scaglie di stravecchio. Servizio altrettanto genuino, così come l’atmosfera, conto sui 35€, bere a parte.

HOSTERIA SAURIS & BORC DA BRIA. Via Toselli 2, Milano. 02 26825943. Aperto tutti i giorni (12:30-15 e 19:30-00) tranne sabato a pranzo e domenica.

OKUZASHIKI MENYA NINOMIYA

Che Kappou Ninomiya sia uno dei nostri ristoranti giapponesi tradizionali preferiti a Milano non è un mistero. Che il ramen che mangiavamo da Fukurou anni e anni or sono fosse speciale, nemmeno. Che via Marghera necessitasse fortemente di un posto in cui mangiare davvero bene, neppure. E quindi, ci siamo fiondati a provare questo nuovo ramen bar della stessa proprietà del ristorante di via Fra Galgario (e del fu Fukurou) con enormi aspettative.

Gli spazi sono gli stessi che qualche anno fa ospitavano Essenza di Eugenio Boer, all’interno di un cortile ‘vecchia Milano’. Pochi posti a sedere e un’atmosfera da riscaldare ancora un po’. Il menu è breve e si fonda su 3 tipi di ramen, qualche ciotola di riso e un curry, oltre a qualche stuzzichino, gli otsumami. Di questi ultimi, noi ne abbiamo provati diversi, tra cui gli intramontabili edamame, una ciotolina di alghe mozuku – le nostre preferite -, i gyoza (ottimi), un’insalata di patate non indimenticabile e un pollo karaage.

Tra i ramen, abbiamo optato per il tonkotsu, con brodo di carne, uovo sodo e porchetta di coppa, e per il tantan men, con brodo di carne, sardine essiccate e macinato di maiale. Il primo ci è sembrato molto carico, mentre il secondo un po’ poco piccante. Siamo usciti sazi e piuttosto felici anche grazie al dessert finale, una sorta di parfait con motchi, gelato di azuki, frutta e matcha, davvero ben riuscito. Conto sui 35€ bere a parte, servizio premuroso. Lasciamo carburare un po’ il locale e poi, non abbiamo dubbi, torneremo.

OKUZASHIKI MENYA NINOMIYA. Via Marghera 34, Milano. Aperto tutti i giorni (12:30-15 e 19:30-23 tranne domenica e lunedì a pranzo).

QUINTALINO

Proprio dietro allo splendido corso Magenta, in via Terraggio, ha aperto da non molto Quintalino, hamburgeria per cui è stato fatto un gran battage, principalmente perché tra i proprietari compare anche Alessandro Cattelan. Gli intenti sono chiari: puntare su pochi ottimi prodotti (la carne del toscano Dario Cecchini, anch’egli proprietario, e il pane del friulano Antonio Follador) per preparare pochi (ottimi?) hamburger. Noi ci siamo fiondati a provarlo e ad aspettarci abbiamo trovato un locale minuscolo con altrettanto minuscola cucina a vista, che ben si presta per un take away, un delivery o un pasto molto veloce e informale, abbarbicati sugli sgabelli. La lista da cui ordinare è concisa: quattro hamburger, due toast (di fegato e di salsiccia), due patatine fritte (semplici o cacio e pepe).

Noi abbiamo ordinato il “quattro“, farcito con crema piccante (per davvero, cosa sempre apprezzabile) di pomodori secchi, cetriolini, capperi, peperoncino fresco e finocchio in agrodolce cotto a bassa temperatura. Carne buona, anche se cotta un po’ troppo per i nostri gusti, e condimento interessante, anche se a strabiliarci è stato il pretzel bun, forse il miglior pane per hamburger mai assaggiato. Le patatine, invece, non ci hanno convinto: un po’ secche.

Il prezzo è nella norma (forse un pochino al rialzo considerata la grandezza non enorme del panino). 12€ un burger e 15€ la formula burger+patatine+bibita. Da segnalare l’assenza di opzioni veggie – ok che si tratta di un’hamburgeria, ma forse nel 2023 almeno un’opzione ce la si aspetta.

QUINTALINO. Via Terraggio 9, Milano. 329 614 9142. Aperto tutti i giorni (12-15 e 18-22) tranne lunedì e domenica.

MINERALE – BAR E CANTINA

Ci siamo auto-influenzati e, dopo avervi parlato di Minerale come una delle aperture più interessanti di dicembre, siamo andati a provarlo per un aperitivo. Il locale, che ha preso il posto di un bar molto frequentato nel quartiere di Corso Genova, è stretto e lungo, e si inserisce nell’estetica delle vinerie milanesi molteplicatesi negli ultimi mesi: luci al neon, poster alle pareti, bottiglie esposte sui ripiani.

L’offerta dei vini alla mescita è purtroppo per ora molto stringata (ottimo, comunque, il Derthona di Renato Boveri che abbiamo bevuto). Quella del cibo, invece, spazia dagli onnipresenti taglieri di salumi e formaggi fino a qualche piatto più strutturato come la porchetta e friarelli, gli spiedini di polpo alla paprika e il cavolfiore arrostito con peperone del Piquillo e salsa all’aglio di caraio. Le due portate che abbiamo stuzzicato – una semplicissima ma sempre soddisfacente pannocchia al forno burro e sale e un poco incisivo pastrami katsusando – non ci hanno rubato il cuore. In compenso, torneremo sicuramente per provare qualche drink: il cocktail a base di bitter e liquore alla fava tonka ci ha letteralmente stregato. Servizio premuroso, costo dei piattini tra i 6 e i 13 euro.

MINERALE – BAR E CANTINA. Via Marco D’Oggiono 5, Milano. Aperto tutti i giorni (lun-gio 8:30-15 e 18-00, ven 8:30-15 e 18-00:30, sab 10-00:30) tranne domenica.

BENTOTECA

Era il 2021 quando scrissi che Bentoteca era “il mio posto dell’anno”. Incredibile come questa frase potrebbe valere, ancora, nel 2023 e nel 2024. Ogni volta che torno a mangiare da Yoji Tokuyoshi mi viene da pensare che a Milano non esista un altro posto così solido e al contempo divertente.

L’ambiente è di classe ma non troppo impettito, il servizio è sempre puntuale, preparato e premuroso. La cucina beh, che dire della cucina. Il menu invoglia a ordinare tutto, strutturato com’è tra i piatti che hanno fatto la pur breve storia di questo locale (il midollo cotto alla brace con calamari fermentati in stile giapponese e shokupan, il temaki di tonno da fare al momento, il piccione ubriaco e la torta di gyoza, per esempio) e nuove portate sempre interessanti.

Tra i piatti salienti della nostra cena segnaliamo degli incredibili gunkan di tonno con ricci di mare o uova di salmone, le melanzane tsukemono con daikon e finocchi marinati sott’aceto e salsa al sesamo e il katsusando di guancia di tonno fritta ,maionese al miso, cavolo cappuccio e senape. Preparatevi a spendere tra i 50 e i 100 euro in base a quello che ordinerete, e a pensare che ne sarà valso ogni centesimo.

BENTOTECA. Via S. Calocero 3, Milano. 02 84254626. Aperto tutti i giorni (19-00, ven e sab anche a pranzo) tranne lunedì e martedì.

BAR PARADISO

Forse vi ricorderete di Bar Paradiso dal nostro reel su alcune enoteche che hanno aperto di recente. Ebbene, ci troviamo in zona Porta Romana. In questo piccolo locale si va principalmente per degustare dell’ottimo vino, ma non solo: all’ingresso potrete sbirciare dalla vetrinetta in cui sono esposti i prodotti di gastronomia del giorno. L’offerta culinaria spazia dai latticini (tra cui vi suggeriamo le incredibili mozzarelle affumicate, direttamente dalla Campania con furore ogni giorno), alle verdure sott’olio sino ai salumi e ad alcuni lievitati, come la torta di rose di Cascina Lago Scuro, toast, e diverse tipologie di crescia sfogliata e farcita, il tutto frutto di una attenta selezione di produttori e prodotti d’eccezione.

Il locale ricorda molto un bar à vin francese, con alcuni (pochi) posti a sedere, e un ambiente che tende a riempirsi in fretta e risultare molto affollato e non comodissimo, soprattutto durante i fine settimana. La proposta di vini è ovviamente ampissima con alcune belle etichette francesi, anche se c’è da segnalare che la scelta è divertente e varia soprattutto tra le bottiglie di media e alta fascia. Nel dubbio, fatevi consigliare dal premuroso e gentile personale, e siate pronti a spendere un pochino più del solito per la vostra bevuta, soprattutto se siete in compagnia di quell’amico-sommelier-che-si-intende-di-vino.

BAR PARADISO. Via Gerolamo Tiraboschi 4, Milano. 340 4240924. Aperto tutti i giorni (18-00), tranne la domenica.

AZABU10

Le cene con qualche margine di miglioramento ma molto divertenti sono nettamente superiori a quelle impeccabili ma noiose, siamo d’accordo? E a Milano, ultimamente, non capita così spesso di divertirsi mangiando, ahimè. Quindi, quando succede, è giusto sottolinearlo. E in questo nuovo ristorante in zona Bicocca che sfugge alle definizioni (Sushi bar? Ristorante di pesce? Locale fusion?) ci siamo parecchio divertiti.

Il locale è diviso tra qualche tavola e un bancone da cui osservare il giovane chef Andrea Arcieri – della famiglia di ristoratori già a capo di due ristoranti di pesce nella stessa via – al lavoro, e tra una formula omakase e un menu alla carta. Noi abbiamo optato per il primo, così da fare un viaggio davvero completo nella sua idea di cucina. La filosofia alla base è abbracciare la cucina contemporanea giapponese, integrandola però con metodi di lavorazione provenienti anche da altre culture. La ricerca nel mondo dei crudi è evidente, e la frollatura del pesce – difficile da trovare in Italia – è il leitmotiv che unisce un po’ tutte le pietanze.

Il menu omakase prevede un percorso da una quindicina di piatti (!) uno più interessante dell’altro: non potendoli elencare tutti, vi diremo che a lasciarci particolarmente sorpresi e appagati sono stati il foie gras di mare in carta di riso (umami all’ennesima potenza), il sashimi di branzino frollato 9 giorni con crema di alga nori, uovo marinato e pelle croccante, l’orata con miso e tartufo e anche il dessert, un interessantissimo kiwi giallo alla brace accompagnato da uno stecco di ricotta con caramello affumicato e wasabi.

Il prezzo per il percorso omakase (70€) è onesto, considerata la varietà di portate, la carta dei vini (e dei sake) è notevole (ma con entry price anche a una trentina di euro, cosa non scontata visto la tipologia del ristorante) e il servizio gentile e premuroso. L’ambiente è nel complesso piacevole, ma forse da scaldare ancora un po’, e in alcuni piatti – come il ceviche – ci è mancata un po’ di spinta, ma Azabu10 è un ristorante di cui, comunque, si sentirà parlare ancora per molto, non abbiamo dubbi.

*Noi siamo stati a dicembre e da gennaio la proposta (e il prezzo) si è sdoppiata in due tipologie di degustazioni, controllate il sito per verificare!

AZABU10. Via S. Glicerio 6, Milano. 331 255 8271. Aperto tutti i giorni (19-23, venerdì e sabato anche a pranzo) tranne domenica.

LEVANTE

In questo nuovissimo locale all’Isola di cui vi abbiamo già parlato, l’ambiente – tra tavolini rotondi, pareti rosso scuro e carafe d’eau compresa nel coperto – sembra proprio quella di un bistrot nel Marais. Poi arrivano i piatti e si parte per la Grecia con il souvlaki di agnello, si toccano Libano e Campania con il mix di polpette che, oltre ai falafel e alla crocchè, prevede anche i mondeghili giusto per non perdere il contatto con la nostra città, per poi lambire addirittura l’Oriente con il branzino crudo con brodo di sedano rapa e polline. Senza connotazione geografica precisa sono gli altri due piatti dell’itinerario, la tartare di vitello con funghi di stagione e l’indivia brasata con crema di pecorino e nocciole, probabilmente la cartolina migliore del nostro viaggio. Un viaggio, completato da una tappa in Spagna con la torta de queso, senza dubbio positivo, guidato e impreziosito da un servizio prodigo ma mai invadente, perfettamente calato nell’atmosfera allegra e conviviale di questo porto.

Attualmente il menu per numero e scelta di piatti sembra più votato a un aperitivo, ma non ci è stato comunque difficile comporre una cena che ci ha totalmente soddisfatti. Anche la spesa complessiva è assolutamente sostenibile: noi per un pasto completo abbiamo speso circa 40 euro a testa. Ma un aperitivo con un calice di vino (per la scelta lasciatevi guidare da Angelo, non ve ne pentirete) e uno dei fantastici taglieri di formaggi che abbiamo visto passare durante la serata potrebbe anche costarvi circa 20 euro. Insomma, con questa solidissima base e margini di miglioramento così ampi, siamo sicuri che Levante sarà uno dei nostri posti preferiti del 2024!

LEVANTE. Via Boltraffio 10, Milano. 3518376875. Aperto tutti i giorni (lun-gio 17:30-23:30, ven-sab 17:30-00.30) tranne domenica.

LA BETTOLA DI PIERO

Il fascino delle tovaglie e quadretti, dell’insegna romantica e dei pezzi di modernariato attirano già dall’esterno. Dentro l’atmosfera è calda, ideale per un tavolo di pochi intimi. Ovvero il nostro caso: tre amici che si conoscono da una vita, ma si incontrano poche volte l’anno perché vivono in città o fusi orari diversi. Ci siamo sentiti subito a casa.

La Bettola di Piero è una trattoria in zona Porta Romana, con piatti tipici della tradizione, con variazioni sul tema e fiorellini di campo dentro piccoli vasetti ai tavoli. Al nostro tavolo, bevuto il prosecco di benvenuto, siamo stati concordi nell’apprezzare la frittura dello gnocco fritto accompagnato con ottimi salumi e in combutta per contenderci l’ultima scarpetta del piattino di acciughe al verde con burro e peperoni caserecci sott’olio, prima di passare ai piatti principali. Abbiamo apprezzato l’abbinamento del risotto pera madernassa, taleggio e nocciole salate, il conforto della zuppa di zucca e funghi finferli e non del tutto i cappellacci fatti in casa ripieni di capriolo con burro affumicato al ginepro (risultati un po’ asciutti). Per completezza: abbiamo preso anche un vino bianco della casa, due caffè e tre amari.

In generale i prezzi sono buoni, un piatto costa tra i 10 e i 20 euro, a eccezione di quelli più vicini alla tradizione milanese (intorno ai 25-30). Per la cena, che ricordiamo ancora con piacere, abbiamo pagato a testa un po’ più di 40 euro. Vorremmo tornarci in pausa pranzo, visto che pare siano previste formule menu piuttosto competitive.

LA BETTOLA DI PIERO. Via Orti, 17, Milano. 02 5518 4947. Aperto tutti i giorni (12:30–14:30 e 19:30–23) tranne domenica.

SOGNI

Non facciamo finta che non sia così: l’occhio vuole la sua parte e quando sono cominciate a circolare su social e riviste le prime immagini di Sogni, ristorante aperto a settembre in zona Sant’Agostino, in tanti ne sono rimasti affascinati (noi compresi). Eravamo anche abbastanza preoccupati, però, che si trattasse del classico locale modaiolo da tanto fumo e pochissimo arrosto. 

Dopo esserci stati a cena per festeggiare un compleanno in famiglia possiamo dire che sì, è senza dubbio un locale modaiolo che punta tantissimo sull’estetica e la location da sogno – appunto – ma che c’è anche delle sostanza, oltre all’apparenza. Merito dello chef Gianluca Clerici (ex Langosteria) e di un menu sobrio, senza fronzoli, che punta sulla qualità delle materie prime.

Dato che online è impossibile trovare i prezzi dei piatti – e sapere quanto si potrebbe potenzialmente spendere per un’uscita del genere siamo consci essere un elemento fondamentale per molti – partiamo facendovi presente che qui il conto è decisamente salato. A parte i dessert a 15€, infatti, in carta è difficile trovare piatti sotto i 30€. La spesa media a persona dunque, escluse bevande, facilmente raggiunge i 70, se non addirittura 80€. Per mangiare cosa? Un menu prevalentemente di pesce, con giusto qualche incursione in piatti vegetariani (molto poco originali, come gli spaghettoni al pomodoro e la parmigiana di melanzane). Per farvi giusto qualche esempio noi abbiamo provato (e apprezzato) i calamaretti spillo sauté alla puttanesca e il battuto di gamberi rossi con insalata di zucchine marinate; i paccheri con branzino, limone e capperi; gli spaghetti alle vongole veraci con bottarga; la pasta mista ai frutti di mare e il delizioso tonno rosso alla brace con indivia in agrodolce. 

La location – ricavata all’interno di un ex asilo- come già anticipato è veramente stupenda, anche se forse esageratamente buia, e molto ampia. Noi abbiamo cenato nel bellissimo giardino di inverno ma ci sono anche alcuni tavolini per due nel lungo corridoio che si trova tra la “serra” e la zona bar e un’altra bella sala caratterizzata da un grande social table ellittico circondato da vetrinette contenenti eleganti piatti in porcellana. Senza dubbio un posto sui generis, da tenere in considerazione per un’occasione speciale

SOGNI. Via San Calocero 8, Milano. 02 4547 2909. Aperto tutti i giorni (18-24) tranne domenica.

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