Poco ‘mercato’, tanto cibo. Il Mercato Metropolitano a Porta Genova ha aperto a Milano da una settimana eppure, a giudicare dall’affluenza dei primi giorni, è già uno dei punti di riferimento per i foodie e i curiosi in città.
Sono stata una mattina dello scorso weekend e ne ho avuto impressioni controverse. La prima e più rilevante è che la nuova opera non si possa considerare a tutti gli effetti un ‘mercato’. Nonostante lo slogan sia “il buon cibo italiano non è un lusso”, non aspettatevi di trovare i prezzi che trovate, per dire, a Papiniano. Certo l’attenzione alla qualità è ben diversa – oltre 2mila, qui, i prodotti tipici Dop e Igp -, ma anche il costo è differente. Da quanto leggo in giro, non sono l’unica a pensare che la richiesta sia sopra la media. Altre considerazioni ‘detrattrici’ potrebbero essere che la parte esterna mi sembra meno curata di quella interna. Sarà lo spazio, immenso, di 15mila metri quadrati, che fa sembrare qualche punto meno affollato e meno ordinato.
Eppure, i punti positivi mi sembrano ampiamente più di quelli negativi. Innanzitutto, prima dell’arrivo del Mercato Metropolitano, l’enorme spiazzo dietro alla stazione di Porta Genova non era tra i più ridenti. Tra occupazione e indotto dovrebbero trovare lavoro oltre 1100 persone, e questa è sempre una buona notizia. Inoltre, grazie all’orario di chiusura ‘lungo’, dalle 11 alle 2 di notte nel weekend, il Mercato Metropolitano può essere un’alternativa valida alla classica uscita sui Navigli, più o meno per tutto il giorno. Ecco cosa ci troverete.
COSA C’È. Più o meno c’è spazio per qualsiasi cosa vi venga in mente. C’è lo stand delle birre artigianali del birrificio agricolo Prato Rosso e c’è quello delle carni alla brace di Joe Cipolla (quest’ultimo, diciamocelo, non lo farei rientrare a pieno titolo sotto la categoria ‘eccellenza’, ma comunque). Ci sono i dolci e il caffè di Taglio, il pollo dell’Antica Trattoria del Gallo, i cocktail del Rita e le focacce del Molina Quaglia. E poi il pesce fritto di Zio Pesce, la piadina dei Piadinari e la pasta fresca della Sartoria della pasta. E molto, molto altro ancora.
DA FUORI. Qui, una volta, c’era il magazzino ferroviario di Porta Genova. Poi, questo piazzale è stato per anni la casa della Fiera di Sinigaglia. Adesso, sono rimasti i graffiti ai muri e quell’aria informale e vivace da metropoli nordeuropea. A due passi ci sono le fermate dei tram, dei bus e la metropolitana verde: decisamente comodo.
DA DENTRO. All’interno, oltre ai banchetti già elencati c’è anche un piccolo ‘supermercato‘ dove è possibile acquistare alcuni ingredienti (prodotti da forno, intingoli vari, vino), sempre con prezzi non esattamente super accessibili. Un po’ dappertutto ci sono panchine e tavolini dove fermarsi per una pausa rifocillante.
IL COSTO. Sulla questione costi si apre la pagina ‘dolente’ del Mercato Metropolitano. Mi sarei aspettata che nel momento in cui i produttori vendono direttamente – almeno in linea teorica – al consumatore, i prezzi fossero leggermente più bassi. Invece, mi sono dovuta ricredere. Pane casereccio a 7 euro al chilo. Un fritto di calamari viene 11 euro e 50. Io ho comprato le verdure: una decina di euro per qualche patata, due grappoli di pomodorini, due mazzi di asparagi e un mazzo di agretti. Forse un po’ troppo?
Insomma, il Mercato Metropolitano ha tutte le carte in regola per essere un bel progetto. Non un mercato, questo no, ma un posto carino dove fermarsi, fare un po’ di spesa ed eventualmente mangiare un boccone. A patto di arrivare con poca fame o, in alternativa, con un portafogli ben rigonfio. Se vi dovesse avanzare qualcosa, in zona potete decidere di visitare il Mudec, oppure fare un bel giro di shopping in uno di questi negozi.
MERCATO METROPOLITANO
Via Valenza 2, Milano
Aperto tutti i giorni (lun/gio 11:00-00:00, ven 11:00-2:00, sab 9:00-2:00 e dom 9:00-00:00)
5 commenti
[…] Cosa trovate al Mercato Metropolitano a Porta Genova […]
[…] raccolto: tavolini e sgabelli al centro contornati dagli angoli food. Niente a che vedere con il Mercato Metropolitano o con quello di Wagner, ma la dimensione più ridotta rende forse l’atmosfera più intima. […]
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